“Y2K”

è un’abbreviazione che si riferisce all’anno 2000 e al Millenium Bug dei sistemi operativi che non riconoscevano le date dopo il 1999; ovviamente questo switch epocale e tecnologico ha influito su tutti gli aspetti della vita, compresa la moda, quindi quando si parla di estetica Y2K ci si riferisce agli abiti e ai look in stile anni 20. Tecnicamente, copre la fine degli anni ’90 e la prima metà degli anni 2000. Questo stile distintivo, miscela di cultura pop e progressi tecnologici del millennio, è arrivata come una valanga, popolando tutto, dalle piattaforme social, ai marchi di fast fashion fino alle passerelle di fascia alta.

Uno stile sgargiante ma nostalgico

Ne è un chiaro esempio la giacca maschile di velluto rosso firmato Gucci by Tom Ford che Alessandro Michele ha riportato in passerella e che Gwyneth Paltrow ha indossato proprio come venticinque anni fa. Ma anche i look della primavera estate 2022 di  Miu Miu e Blumarine hanno infiammato internet con microgonne adolescenziali, abbinate a camicie tagliate che rivelano l’ombelico.

Jeans a vita bassa, top corti, mini borse dai colori vivaci e minigonne a quadri; pantaloni cargo, giacche lucide, micro t-shirt e bandane; scarpe con plateau, stampe di loghi firmati e di farfalle. Pezzi che hanno portato gli anni 2000 a essere considerati i tempi più iconici ma anche kitch nel mondo della moda; resi cool grazie alle celebrità della cultura pop come Britney Spears, Lindsay Lohan, Cameron Diaz, Beyoncé e Nicole Richie che erano le trendsetter della moda di allora; ma anche Carrie Bradshaw, Bratz Dolls e film come The Matrix e Mean Girls. A sostenere socialmente questa estetica sono celebrità nostalgiche come Bella Hadid attraverso il suo street style, Ariana Grande, Olivia Rodrigo.

Ma anche Rihanna che, rispolverando un outfit incluso di piumino rosa shocking della collezione Chanel autunno inverno 1997/1998 ha reso pubblica la sua gravidanza. Tutti sappiamo che la moda è ciclica e un capo, conservato a lungo, alla fine tornerà. Generalmente questi cicli della moda possono richiedere parecchi decenni prima di tornare in voga ma in meno di 20 anni, la moda Y2K ha raggiunto il mainstream e sta rapidamente emergendo come una delle tendenze più potenti del 2022.

Ma cosa ha causato questo revival degli abiti in stile anni 20?

Il ritorno dell’estetica Y2K è debitamente attribuita alla rinascita della tendenza su TikTok attraverso i video haul. Haul è un termine inglese che significa letteralmente raggio. Quel raggio che viene utilizzato per tirare o trasportare una cosa da una parte ad un’altra. Un video Haul è un video nel quale i ragazzi espongono i recenti acquisti, quasi sempre second hand e li mostrano con entusiasmo su Tik Tok; ora il social network più popolare tra le giovani generazioni. I video taggati “#Y2KAesthetic” e “#Y2Kfashion” hanno un totale di 405 milioni di visualizzazioni e sono sempre in aumento.

Chi compra second hand?

Potevamo immaginarlo dagli ideali sempre più green o dalla passione per i revival: la Gen Z è la generazione dei resellers che più alimenta il second hand e il vintage facendo grande uso del thrifting, cioè la pratica di fare compere nei mercatini dell’usato ma anche ricercando online abiti stile anni 20. ll second hand rappresenta l’opportunità di esprimere la propria individualità: un’esigenza sentita dalla maggior parte degli acquirenti della nuova generazione nata nell’era digitale. E poi c’è il fascino nel trovare vestiti che tutti gli altri non indossano.

C’è qualcosa di particolarmente catartico nel vedere tendenze precedentemente riservate a una minoranza esclusivamente “perfetta” come le pop star, abbracciate in modi unici, inclusivi e diversi; con la voglia di sperimentare, di mixare ma anche di essere sostenibili. Possiamo ringraziare questa tendenza e la gen Z per molte cose, come il ritorno di stampe funky e la minigonna, ma soprattutto per la promozione della moda sostenibile.

In che modo la Gen Z sta stravolgendo il fashion system?

Questa è la prima vera generazione effettivamente cresciuta senza esperienza prima dell’avvento del digitale; elemento fondamentale per comprendere il loro approccio a tutto quello che li circonda. I giovani d’oggi sono la prima generazione ad impegnarsi nei fatti, non solo nelle parole, per un mondo migliore. Vengono riconosciuti come i principali esecutori di azioni finalizzate ad un miglioramento globale. E, in quest’ottica pretendono dai brand lo stesso atteggiamento. Grazie a loro la sostenibilità è la nuova regola e al fashion system non resta quindi che stare al loro passo. Case di moda storiche hanno intuito il cambio di rotta rappresentato dalla Generazione Z, prendendone ispirazione nei contenuti e nelle modalità e dando loro voce. Virgil Abloh è stato uno dei primi con la sua linea Off-White, la firma più amata dai suddetti cool kids.

Ed ecco che alcune vecchie estetiche rivisitate come gli abiti stile Y2Z, moda anni 20,

entrano nell’universo fashion passando dallo sguardo di chi non li ha vissuti. Una tendenza generata su una piattaforma in gran parte basata sugli adolescenti che vogliono far sentire la loro voce in modo sperimentale e unico, del tutto diverso dalle generazioni precedenti. La generazione Z ha spostato i parametri su chi detta le tendenze e che cosa si qualifica come moda: un sistema più inclusivo, l’urgenza di una produzione sostenibile e più in generale il desiderio di autenticità. Per la moda una nuova direzione è ormai inderogabile.

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