La marginalità di un elemento, la cui aura sa diffondersi – con la dovuta cautela – fino a influenzare e plasmare la realtà circostante. Un’influenza crescente che sposta lo sguardo indagatore che, accortosi del potenziale espressivo che resta privilegio di quelle lande fino ad ora inesplorate, si innamora del brivido di libertà, della promessa di un futuro senza definizione e senza confine. La vertigine di cambiare i codici, ampliandone a dismisura lo spettro delle possibilità, è ciò che caratterizza l’evoluzione moda uomo: un percorso fatto di rigorosa monotonia ma che, grazie alla perturbazione del cambiamento, ha saputo fare spazio a un nuovo concetto di bellezza maschile, intriso di quella contemporanea ossessione che è la libertà.
È patrimonio inconsapevole della quotidianità di molti, la straniante sensazione – esprima sempre più di frequente negli ultimi tempi – di guardare alla moda maschile con maggiore interesse, rispetto a quella prêt-à-porter femminile. Di fatto, anche nei distratti pomeriggi di vagabondaggio inerziale per i grandi magazzini (il termine “centro commerciale” risuona oggi così démodé) è capitato di lasciarsi cullare al pensiero – in un’oscillazione tra domanda e affermazione – relativo all’appeal generato dalla moda maschile, in rapporto a una femminile che gode di una posizione di predominio nella conversazione, ma la cui potenzialità espressiva non sembra lontanamente paragonabile. Pertanto, alla languida riflessione si sostituisce perentorio, l’interrogativo causale che spinge a interrogarsi sull’evoluzione della moda uomo che negli ultimi tempi, complice l’incursione dell’estetica genderless, ha spalancato le porte alla sperimentazione, ampliandone notevolmente il carattere virtuoso.
Evoluzione moda uomo: dal rigore alla libertà
Da sempre relegato all’ombra della moda donna – che oggi è alle prese con una profonda crisi di identità, espressa anche nelle collezioni della primavera-estate 2025 -, nell’ultimo decennio l’abbigliamento maschile ha subìto un percorso di emancipazione, abbandonando il comfort di settore ininfluente per guadagnarsi un posto di privilegio non solo nelle passerelle di alta moda, ma soprattutto nel dibattito contemporaneo. Un percorso di ascesa iniziato dagli atelier delle grandi maison e giunto a consacrazione quest’anno, con la scelta del tema della mostra al Costume Institute di New York – e del Met Gala 2025 – che, a distanza di ventidue anni, ha scelto di ridonare centralità alla celebrazione della moda maschile con Superfine: Tailoring Black Style.
La moda maschile protagonista del Met Gala
A partire dalla scelta del tema del prossimo Met Gala che, dopo Men in Skirts del 2003 intende riscoprire l’estetica del dandysmo delle comunità afroamericane – in un arguto incontro dialettico tra storia, emancipazione e attualità -, l’inedita centralità della moda è divenuta non solo realtà concreta, ma soprattutto un’espressione di un fenomeno degno di un’analisi, che ne sottolinei le cause ultime. Di fatto guardando alle recenti collezioni portate in passerella è possibile esperire l’interessante spettacolo della contraddizione: se la donna è costretta ad affrontare le sfide dell’emancipazione nel mondo esterno, profondamente maschilista, mentre trova conforto nella posizione privilegiata in passerella, l’esatto opposto accade all’uomo: egli gode di un vantaggio nella quotidiana lotta alla sopravvivenza, ma resta totalmente escluso dal discorso oggettivante mirato all’indagine della bellezza maschile – totalmente estranea, fino a poco tempo fa, all’idea di sexyness -.
Nel percorso di emancipazione della moda uomo, un contributo notevole è stato quello derivante dall’affermazione dello stile genderless. Infatti i movimenti sociali che costellano la contemporaneità – e donano dignità al dibattito sull’identità di genere e sui diritti Lgbtq+ – hanno abbattuto la rigidità dei codici, dando la possibilità a un settore creativo e libero come la moda, di ampliare notevolmente i propri orizzonti espressivi attraverso l’arte della decostruzione e della ridefinizione. Un concetto che ha trovato massima espressione nelle collezioni delle grandi maison.
Il contributo della moda genderless
Invero è che, nell’ultimo decennio, le passerelle si sono fatte custodi della rivoluzione silenziosa della moda uomo: se le linee rigorose tipiche dell’estetica maschile convenzionale hanno iniziato a contaminare il guardaroba femminile, alcuni elementi tipici della moda donna hanno fatto il loro ingresso nelle collezioni uomo, ridefinendo (e rifondando) l’idea stessa di sensualità maschile. Affianco ai rigidi smoking e suits di Ralph Lauren e Tommy Hilfiger che rappresentano il baluardo di un gusto tradizionale, si avvicendano le istanze innovatrici di brand come Balenciaga e di Act N 1 che, giocando con l’abbattimento dei canoni tradizionali, riscrivono le regole della moda uomo contemporanea.
I nuovi codici della moda uomo contemporanea
Pertanto, le collezioni uomo si arricchiscono di rigidi corsetti – depositari di un’idea nuova di sensualità maschile – come quelli portati in passerella nella primavera-estate 2023 di Act N 1; mentre il rigore dei completi fa spazio a una costruzione più morbida e casual che permette di ampliare le potenzialità del layering grazie all’aggiunta di gilet e foulard, come visto nella collezione SS25 di Giorgio Armani, presentata nella cornice di New York, in occasione del nuovo building della maison in Madison Avenue. Inoltre, in virtù della volontà di esplorare questa nuova idea di sexyness – in cui è l’uomo a subire l’oggettivazione attraverso il gaze (sguardo) -, si scoprono non le braccia ma anche le cosce e i fianchi, come lo stilista in erba Patricio Campillo che ha trasformato questa zona spesso ignorata in una nuova zona erogena con giacche cropped e pantaloni a vita bassa.
Attraverso l’analisi dell’evoluzione della moda maschile è possibile,
dunque, ritrovare le tracce delle istanze di cambiamento che caratterizzano la società contemporanea. Mediante il ribaltamento delle convenzioni sociali e l’oggettivazione dello sguardo, infatti, l’uomo si trova libero di esprimere non tanto il proprio rigore – tipico di un’idea machista -, bensì la propria vena più sensuale. Pertanto in questo momento storico l’estetica dell’uomo rappresenta un terreno sconfinato su cui sperimentare, suscitando inevitabilmente un interessa maggiore da parte di chi ne esperisce quotidianamente l’esperienza. Non è tanto, dunque, la moda femminile a divenire stantia e monotona, ma quella maschile ad essere ad oggi veicolo di una grande libertà espressiva, che quindi ne amplia infinitamente gli orizzonti di interesse.