Una dichiarazione d’amore per il colore più profondo: il nero, protagonista (mai banale) nella sfilata Valentino Autunno Inverno 2024/2025. Si basa su un fascinoso ossimoro la collezione mostrata alla Fashion Week di Parigi. Sessantadue look in total black quelli creati da Pierpaolo Piccioli che, ancora una volta, si affida al blocco di colore per svelare molteplici punti di vista del suo racconto, offrendo anche importanti riflessioni sull’attualità. Emblematico il titolo dello show: Le noir. 
Il buio che cerca la luce
Pierpaolo Piccioli si serve di look total black per immaginare i simboli della maison, svelando le sue infinite sfumature sui tessuti. Il concept è tra i più profondi mai sviscerati dalla casa di moda romana. Attraverso il nero Piccioli esprime il punto di vista sulla contemporaneità, sfruttando un significato metaforico: lo stilista trasforma l’apparente assenza di colore in forza creativa concentrica di energia, materia e ispirazione.
«Indosso il nero come un’uniforme e ne sono consapevole – ha detto Piccioli – mi permette di concentrarmi su ciò che mi circonda e semplicemente mi piace. Dal nero cerco la luce, nel nero affino la vista. Mi sono accostato al nero come ad una tela, un punto di partenza su cui costruire strati e strutture, silhouette che potessero muoversi in cerca delle luci intorno, per assorbirle e rifletterle. È più una composizione frutto di diverse individualità, una architettura corale che custodisce la luce come il segreto più prezioso. Solo quando si è al buio si cerca la luce».
Il cromatismo resta quindi al centro dell’universo Valentino, come dimostra anche la vivace collezione Pink PP presentata per l’Autunno Inverno 2022-2023 e la recente Le Ciel 20.24, svelata in occasione dell’ultima fashion week dedicata alle collezioni uomo.
Trasparenze ed abiti scultorei
La forza del nero è esaltata in passerella da un oculato studio delle forme e dall’utilizzo di materiali differenti. Svettano più di tutte le trasparenze, riversate non solo nelle gonne, ma anche in abiti lunghi vedo-non-vedo e nelle camicie. Presenti anche dress arricchiti con elementi strutturati e tridimensionali, come le maxi rose (leitmotiv della maison) cucite nelle maniche.
Sfilano capi con tagli cut-out, giacche e gonne in pelle, scollature a V, gonne a ruota e tanti altri elementi distintivi tipici della griffe come volant, ricami, pizzo, plissè e coccardi; tutti ricontestualizzati in una versione black rigorosa quanto raffinata. Bello anche il collegamento con il beauty look, caratterizzato da labbra lucide e lipstick laccate di nero.
Torna poi la grande artigianalità, espressa tramite la nuova tecnica Altorilievo (già presentata lo scorso autunno), usata soprattutto nel tulle: gli abiti assumono così forme scultoree grazie all’innesto di crepe, velluti e chiffon. Nelle proposte da sera invece paillettes, piume, pizzo e volant tempestano gli abiti, portando sulla runway proprio quella luce ricercata dal Direttore Creativo.
La prospettiva si ribalta
Non mancano combinazioni destinate a fare scuola: pensiamo al top direttamente attaccato alla gonna a ruota, al completo con camicia senza bottoni abbinato sopra ad un bustier o al minidress composto come una giacca al contrario.
Il Montgomery 3D e il cappotto stretto creato partendo dalla base di una felpa confermano infine il genio di Piccioli: usare il nero come il bianco, scardinando le abitudini, ribaltando le prospettive e ri-scrivendo una nuova pagina della Maison.
Leggi anche: “Esprit de Schiap”: il significato del prêt-à-porter nella sfilata Schiaparelli
