Stilista e artista
, Willi Smith icona dello streetwear e precursore del concetto di inclusività, è uno dei più influenti designer afroamericani degli anni ’80 che ha fatto storia inventando la street couture. Il suo stile audace e fuori dai canoni ha dato avvio ad una rivoluzione. Un esteta della strada che è riuscito nell’impresa di creare uno stile inedito e ricercato, ridefinendo e rivoluzionando lo streetwear grazie all’influenza dell’eleganza sartoriale. Un vero e proprio innovatore che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama della moda contemporanea collaborando con svariati artisti di fama internazionale.
Dai primi passi alla nascita di WilliWear
Figlio di una casalinga e di un operaio siderurgico, Willi Donnell Smith nasce il 29 dicembre 1948 a Philadelphia, Pennsylvania. Fin dalla più tenera età, il piccolo Willi aveva sempre gessetti tra le mani e trascorreva ore ed ore a disegnare vestiti sul pavimento di casa. Destino vuole che la nonna di Smith ottenne un incarico come governante presso una famiglia vicina all’entourage di Arnold Scaasi. Meglio noto come lo stilista delle First Ladies, il designer diede una chanche al talentuoso Willi che a quel tempo frequentava la Parsons School of Design di New York City.
“Amavo disegnare e disegnare abiti, e mia madre mi ha detto che sono nato per essere un artista o designer.”.
Dopo il periodo di stage, dove ha avuto modo di progettare alcuni abiti di Elizabeth Taylor, Willi si mette in proprio. La Philadelphia in cui è cresciuto il giovane Willi è una città in fermento, un centro catalizzatore dove è in atto una rivoluzione culturale e sociale. Fondato nel 1976 insieme a Laurie Mallet, WilliWear scala subito in cima alle classifiche. Non a caso, può vantare il primato di essere stata la prima azienda a creare abbigliamento da donna e da uomo sotto la stessa etichetta. Il design sportivo, inclusivo, audace e innovativo, fin da subito si pone l’obiettivo di mettere alla berlina tutte le discriminazioni di genere e di etnia. Questa connotazione politica ha chiamato alle armi un gran numero di consumatori che, sentendosi parte della milizia di questa rivoluzione culturale, volevano sostenere e indossare l’uniforme del cambiamento.
Dalla strada alle passerelle: la moda delle persone comuni
Tra i lavori più iconici di Willi Smith troviamo la collezione primavera/estate 1983 nella quale ha presentato una serie di capi ispirati alla cultura hip-hop allora emergente. Questa collezione ha rappresentato un sisma per l’industria della moda, un vero e proprio atto di ribellione. La contro cultura di Willi Smith ha scagliato le passerelle sulla strada, ha sfidato il sistema scardinando decenni di preconcetti e di costumi ormai calcificati nella memoria collettiva. Ha costretto una moda che si rivolgeva alle classi privilegiate, guardava solo a se stessa, proiettandosi verso gente comune. Il suo marchio ha avuto un ruolo chiave nella democratizzazione della moda, in quanto forniva abiti chic ed eleganti a prezzi accessibili e con tessuti naturali:
“Non disegno abiti per la Regina, ma per le persone che la salutano mentre passa.”.
Artista poliedrico e appassionato mecenate, dal 1973 fino alla sua morte nel 1987, Willi Smith ha collaborato con figure di rilievo della pop culture. Ha lavorato insieme a registi come Spike Lee, del quale condivideva gli ideali, disegnando i costumi per alcuni dei suoi film più iconici ma anche con artisti del calibro di Christo, Keith Haring, Barbara Kruger, Max Vadukul e Dianne McIntyre.
L’Eredità di Willi Smith
Willi Smith
credeva fermamente che la moda dovesse essere alla portata di tutti e che ogni individuo avesse il diritto di usarla per esprimere la propria identità. La mentalità inclusiva di questo grande designer ha dato l’opportunità di fare carriera a molti stilisti emergenti che provenivano da background difficili. Positivo all’AIDS, muore il 16 aprile 1987 a New York, all’età di 39 anni, a seguito di una polmonite contratta in India di ritorno da un viaggio alla ricerca di tessuti. Il lavoro di Willi Smith ha avuto un impatto devastante sull’industria della moda, influenzando stilisti di tutto il mondo e promuovendo valori come diversità, inclusione e innovazione. Il suo lascito continua a ispirare i sogni e gli ideali di quei pensatori liberi e ribelli che, come lui, nuotano contro corrente e celebrano la bellezza della diversità attraverso il design.