L’indumento intimo è mai stato così intimo? Sicuramente non sulle passerelle degli ultimi anni, dove bralette e reggiseni sono sfoggiati con disinvoltura sotto bomber, cardigan, blazer. slip, tanga e boxer spuntano da pantaloni e gonne a vita bassa, mentre i collant fuori escono dalle gonne e sovrapposti ai cardigan. E poi ancora, calze, calzini e gambaletti a vista, abbinati a décolleté, conferiscono al look l’estetica preppy tanto cara ai giovanissimi e alle trendsetter. Ma è stato il ritorno della moda anni 2000 e del famososagging, (dall’inglese “tirar giù, abbassare”, ndr), a riportare al centro della scena un elemento in particolare: il perizoma.perizoma hailey bibier -- Life&People Magazine

L’origine del perizoma e i suoi utilizzi nella storia

Crederci o no, già nell’antichità il perizoma era elemento molto noto e conosciuto utilizzato dagli antichi Egizi, prodotto in cuoio e destinato a proteggere le parti maschili. In Grecia lo usavano gli atleti e veniva indossato nei bagni termali. Mentre nell’antica Roma era indossato indistintamente da uomini e donne sotto la tunica o la stola. In diverse culture tribali, in Africa e in Sud America, il perizoma era associato a riti di passaggio e di appartenenza alla comunità. Ma è in Giappone che il perizoma, meglio conosciuto come fundoshi, ha avuto maggior utilizzo. Prodotto con una striscia di tessuto larga per essere avvolto intorno ai fianchi, indossato da uomini e donne, aristocratici o plebei, soldati e lottatori di sumo, il fundoshi veniva utilizzato anche dai bambini come costume da bagno.

Il ritorno in auge nel XX secolo: simbolismi e sensualità

All’inizio del XX secolo, il perizoma ritorna in auge in Occidente grazie agli artisti del burlesque a New York. Negli anni ’70 lo stilista Rudi Gernreich, famoso per aver disegnato il “monokini”, crea il bikini perizoma, riscuotendo interesse e attenzione da tutto il mondo; non solo per essere un elemento di novità, ma un veicolo di libertà e di sfida alle convenzioni. In quegli anni, infatti, in California era imposto il divieto di balneazione in nudo integrale; per cui Gernreich ideò un modo per porre rimedio al problema. Negli anni ‘80 Cher rese celebre il perizoma nelle sue esibizioni iconiche, ma fu il video di If I Could Turn Back Time del 1989, a sdoganare il perizoma e renderlo elemento integrante dell’immaginario culturale mainstream.tendenze perizoma e storia - Life&People MagazineSuccessivamente negli anni ’90, il designer Tom Ford durante la sfilata Gucci Primavera-Estate 1997 fece sfilare in passerella modelli e modelle in tanga con logo GG. L’accessorio rinominato poi G-stripè diventato uno statement nel mondo della moda, un item intrinseco non soltanto di sensualità, ma anche di lusso. Così iconico da essere messo in vendita da OOTO, la boutique londinese specializzata in capi vintage ricercatissimi, a più di duemila sterline.perizoma halle berry Life&People MagazineDa allora il perizoma ha continuato a dominare l’immaginario collettivo: dalla storica apparizione dell’attrice Rose McGowan, ai VMAs del 1998, in abito nero trasparente con perizoma a vista; ad Anna Oxa, al Festival di Sanremo 1999, con un perizoma che si intravedeva sopra i pantaloni a vita bassa; ad Halle Berry, ai MTV Movie Awards del 2000, in completo rosa di perline e perizoma bianco; all’attrice Gillian Anderson, all’after party degli Oscar nel 2001, in un’elegante abito minimal nero, che sul retro non lasciava spazio all’immaginazione.

Il perizoma oggi

Negli anni 2000, il perizoma è simbolo di ribellione e provocazione, spesso esibito sopra jeans a vita bassa associato ad un’estetica audace e irriverente. Icone come Britney Spears, Christina Aguilera e Paris Hilton hanno contribuito a farne un emblema di trasgressione. Ma come è percepito oggi? Il rapporto con l’esposizione del corpo si è evoluto, soprattutto con e attraverso i social media, luogo in cui gli stili audaci sono diventati parte della normalità visiva. L’audacia di questo capo non è più percepita come trasgressiva, ma piuttosto come un richiamo nostalgico ad un’epoca. L’estetica Y2K rivisitata vuole celebrare una nuova generazione che si appropria di quei simboli per esprimere se stessa, con un’attitudine che unisce passato e presente.

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