E’ la moda ad influenzare la musica al Festival di Sanremo o è quest’ultima a farla ancora da padrona? Quel che è certo è che l’una influenza l’altra in un rapporto oramai divenuto simbiotico nel tempo. Una nuova consapevolezza dunque dove tendenze stilistiche e musica pop insieme, corrono l’una accanto all’altra, come facce di una unica medaglia: la cultura popolare. Ed il Festival di Sanremo ne è un chiaro esempio, un indicatore della moda e delle tendenze musicali del momento.
Le regole del Festival: i cantanti e le censure
Era il 1963 quando un giovanissimo Tony Renis vinse il suo primo Festival e lo fece indossando all’epoca, la giacca di Francesco Orlandi, anche lui vincitore di una kermesse, quella legata alla moda maschile. Ma se nel lontano 1951, i cantanti in gara, dovevano attenersi a regole e canoni estetici ben precisi, dettati da un “vivere” diverso e lontano dal nostro, oggi i partecipanti sono chiamati a mettersi in gioco non solo con le proprie canzoni ma anche e soprattutto con il loro outfit e con il loro stile.
Stile, peraltro, mai improvvisato ma frutto di un attenta osservazione di quel che sono i dettami della moda del momento. Il famoso palco dell’Ariston, oggi, non è più solo un trampolino di lancio per cantanti e musicisti emergenti ma una vera e propria passerella per nuovi brand e maison d’alta moda. Col susseguirsi degli anni, molto è cambiato in ambito musicale così come molto è cambiato in quelle che sono le ultime tendenze “modaiole”.
I look “irriverenti” e divertenti dell’Ariston:
Dapprima l’abito vestiva l’artista, facendone un’icona di eleganza per quella che era considerata la serata di gala via etere per eccellenza. Oggi il look è “comunicazione” tanto quanto lo è il testo di una canzone in gara, e di look se ne sono visti al Festival di Sanremo: dagli outfit irriverenti a quelli pionieristici e polemici. Come dimenticare il finto “pancione” di Loredana Bertè che lasciò stupefatti i telespettatori dell’epoca e che ancora oggi fa parlare, nonostante di acqua sotto i ponti, ne sia passata abbondantemente.
Il perizoma a vista di Anna Oxa, dapprima criticato, è ancora oggi fonte di ispirazione per moltissimi adolescenti e non che si rivedono in quell’outfit irriverente e “scandaloso”. Ed ancora, gli abiti striminziti della Salerno e di Jo Squillo, portatori sul palco del festival, di un messaggio emblematico: “oltre le gambe c’è di più”. Indimenticabile anche l’iconica Patty Pravo che in versione “geisha” stupì ed incantò , cantando “Per una Bambola”. Ma se negli anni, sono state le donne a regalare emozioni in fatto di moda, anche gli uomini, ultimamente, si stanno dando da fare.
L’outfit pionieristico di Achille Lauro
Achille Lauro ne è un esempio lampante con i suoi look, a dir poco, esuberanti, con i suoi quadri ispirati a quattro personaggi iconici quali San Francesco, David Bowie, la marchesa Luisa Casati Stampa e la regina Elisabetta I Tudor, ha letteralmente catturato i riflettori dell’Ariston. Ma cosa spinge, oggi, l’artista, a servirsi del proprio look, più che ad indossarlo, durante un’esibizione canora?
Probabilmente la risposta sta nel potere della comunicazione, perchè oggi non si “comunica” solo con l’ausilio delle parole ma anche e soprattutto attraverso il proprio outfit, capace di trasformarsi in una vera e propria cassa di risonanza che enfatizza, ancor più, un testo musicale. Artisti e stilisti insieme, hanno imparato ad “osare”, al fine di abbattere muri e certezze sociali, perchè arrivasse il loro messaggio. L’immagine non è inversamente proporzionale al talento e molti sono gli artisti che hanno raggiunto l’agognato successo grazie anche ad un look eccentrico e stravagante: l’uno però non può e non deve escludere l’altro. Le due prerogative devono andare a braccetto, l’uno accanto all’altra, ed un cantante, oggi, non può negare l’importanza del look così come l’importanza che riveste il talento.