Pedro Almodóvar arriva a Venezia con The Room Next Door, la prima opera del regista spagnolo girata interamente in inglese. Il celeberrimo autore iberico sognava da tempo di realizzare il suo primo film anglofono e, dopo essersi esercitato con due cortometraggi “The Human Voice” e “Strange Way of Life”, si presenta al giudizio del pubblico e della giuria con La stanza accanto. Protagoniste le bravissime Tilda Swinton e Julianne Moore che compongono l’apice di un cast stellare per raccontare una storia femminile con la consueta grazia violenta del mostro sacro del cinema spagnolo che con quest’opera punta al Leone d’Oro.
Trama
Julianne Moore interpreta Ingrid, una scrittrice specializzata in autofiction (autobiografia romanzata ndr) mentre Tilda Swinton è Martha, una ex reporter di guerra a cui è stata diagnosticata una malattia terminale. Le due donne sono amiche fin dagli esordi, quando scrivevano per la stessa rivista e condividevano ogni esperienza, specie il rapporto conflittuale tra Martha e la figlia di cui Ingrid è stata testimone.Le ritroviamo dopo anni in cui la vita le ha inevitabilmente allontanate, a convivere in una bucolica casa del New England nel tentativo di rendere vivibile la circostanza estrema della morte incombente. La lirica almodovariana si manifesta, dando corpo ed emozioni e una storia di sentimenti e risentimenti, sulla fine della vita, sulla crudeltà della guerra e sui diversi modi di guardare e di raccontare la realtà. Le tematiche del dolore e del perdono, ma anche del primato dell’amicizia e del piacere, così care al regista manchego, emergono rafforzate dalla consueta potenza della messa in scena e dalle monumentali interpretazioni della Swift e della Moore.
Il cast
Se Tilda Swinton e Julianne Moore, ‘portano da sole tutto il peso del film’, – come lo stesso Almodóvar ha dichiarato – John Turturro, Alessandro Nivola e Juan Diego Botto sono ottimi comprimari in un cast degno della prima opera hollywoodiana del regista di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Completano il reparto: Victoria Luengo, Esther McGregor, Melina Matthews, Alex Hogh Andersen, Raúl Arévalo e Alvise Rigo.
Il regista
Pedro Almodóvar, nato il 25 settembre 1949 a Calzada de Calatrava, in Castilla-La Mancha (Spagna), è uno dei registi e sceneggiatori più influenti del cinema contemporaneo. Cresciuto in un piccolo villaggio de La Mancha, Almodóvar si trasferisce a Madrid negli anni ’70, dove inizia la sua carriera artistica nel pieno della Movida Madrileña, un periodo di fervore culturale e sociale di un Paese appena uscito dalla lunga dittatura di Franco.Negli anni ’80, Almodóvar emerge come figura chiave del cinema spagnolo con i primi film provocatori e stilisticamente unici. Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980) e L’indiscreto fascino del peccato (1983) sono alcuni dei suoi lavori di esordio che esplorano temi come sessualità, identità e ribellione con un tocco già riconoscibile, ironico e provocatorio.
Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988)
arriva il successo internazionale con la nomination all’Oscar come miglior film straniero. Nel corso degli anni, la cifra stilistica di Almodóvar si arricchisce e genera opere complesse e commoventi come Tutto su mia madre (1999), che gli vale l’Oscar per il miglior film straniero, e Parla con lei (2002) per cui l’Academy gli conferisce la statuetta per la migliore sceneggiatura originale. L’uso audace del colore, la complessità dei personaggi e l’esplorazione delle dinamiche familiari e delle emozioni umane fanno di Almodóvar un punto di riferimento nel panorama cinematografico globale. Pedro è capace di fondere innovazione e profondità emotiva, sfidando costantemente le convenzioni sociali e cinematografiche. Il Lido lo ha già premiato con il Leone d’Oro alla carriera nel 2019 e, secondo molti osservatori, “The Room Next Door” potrebbe valergli il massimo riconoscimento in questa 81esima Mostra d’arte Cinematografica.