La novantaseiesima notte degli Academy Awards è andata in archivio, decretando il successo di “Oppenheimer”, film di Christopher Nolan che, malgrado il largo successo, ha mancato l’appuntamento con la storia: l’opera del regista britannico si è infatti aggiudicato sette Oscar, centrando quasi tutti i riconoscimenti principali eccetto quello per “Miglior attrice”, aggiudicatosi da Emma Stone per “Povere Creature!”, pellicola che si è aggiudicata anche l’importante premio per la “
Miglior sceneggiatura“. Il cerchio delle opere capaci di conquistare la cosiddetta “Big Five” (Miglior film, Miglior attore, Miglior Attrice, Miglior Regia e Miglior sceneggiatura) rimane ristretto a soli tre lungometraggi. Una “maledizione” che dura ormai da più di trent’anni.
“Accadde una notte” di Frank Capra (1934)
Il primo film capace di ottenere i principali riconoscimenti è “Accadde una notte” del grande Frank Capra: titolo importantissimo per la storia del cinema, in quanto segna l’inizio della cosiddetta “screwball comedy”, filone della commedia americana e britannica contrassegnata da una sceneggiatura meno scontata, da elementi di satira e da personaggi sopra le righe; una variazione importante rispetto alla classica commedia romantica del tempo ideata da uno dei geni più grandi della settima arte. Per Capra gli Oscar del 1935 si rivelarono una vera occasione di riscatto. L’anno precedente infatti aveva erroneamente pensato di aver vinto la statuetta per il “Miglior film”, consegnata invece a Fran Lyod; una grande umiliazione cancellata solo nell’edizione successiva.
Il premio miglior attore andò a Clark Gabke, mentre quello per miglior attrice fu consegnato da Claudette Colbert, trionfatrice a sorpresa. Quell’anno tutti davano per scontata la vittoria di Bette Davis che aveva stregato gli spettatori grazie alla grande interpretazione in “Schiavo d’amore”. Il suo successo era talmente certo che nessuna delle altre contendenti partecipò alla serata celebrativa, in quanto convinte di non vincere. Per questo motivo Colbert fu chiamata all’improvviso durante la serata e scortata dalla Polizia fino a Los Angeles per ritirare la statuetta.
“Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Miloš Forman (1975)
Un capolavoro che, quarantuno anni dopo “Accadde una notte”, riesce ad ottenere i cinque premi principali. Il film si rivela fondamentale per la biografia di Jack Nicholson che, dopo averlo mancato per due anni consecutivi con “L’ultima corrvée” e “Chinatown”, si aggiudica finalmente l‘Oscar per la magistrale interpretazione di Randie McMurphy in “Qualuno volò sul nido del cuculo”. A passare alla storia è il discorso del divo che, durante i ringraziamenti, cita espressamente il suo primo agente, il quale gli disse di non avere la stoffa per fare l’attore. Louise Fletcher, miglior attrice, ringraziò invece i suoi genitori sordi servendosi del linguaggio dei segni.
“Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme (1993)
Una cinquina complicatissima quella conquistata da “Il silenzio degli innocenti”, ultimo film a riuscire ad accaparrarsi tutti i premi più prestigiosi. Per capire la portata dell’impresa basta citare le pellicole competitors dell’opera di Jonathan Demme, ovvero “La bella e la bestia” Disney, “JFK“ di Oliver Stone, “Bugsy“ di Warren Beatty e “Il principe delle maree“ di Barbra Streisand.
Nonostante l’inquietante ruolo di Anthony Hopkins sia entrato nella storia, in principio addetti ai lavori e insider erano convinti del successo di un altro attore: Nick Nolte, apprezzatissimo per l’interpretazione dell’aspirante suicida Tom Wingo ne “Il principe delle maree”.
Quali film hanno ricevuto più riconoscimenti di “Oppenheimer”?
In novantasei edizioni sono solo tre i film che sono riusciti ad ottenere più di dieci Premi Oscar. Il più celebre tra tutti è “Titanic”: il grande kolossal firmato da James Cameron si è aggiudicato al tempo undici riconoscimenti, a cui mancano (incredibile ma vero) quello per il miglior attore e per la miglior attrice. Leonardo Di Caprio non fu neanche nominato, mentre Kate Winslet dovette cedere il passo ad Helen Hunt.
Condivide lo stesso primato di Titanic “Ben-Hur”, altro kolossal diretto stavolta da William Wyler che divenne grande protagonista della Notte degli Oscar 1960. Il caso più recente è invece quello riguardante a “Il signore degli Anelli”: il ritorno del re”, ultimo atto della trilogia a tema epico girata da Peter Jackson, considerata oggi come pietra miliare del genere fantasy. Il film trionfò in tutte le categorie in cui era nominato, mancando il record solo per l’assenza legata agli attori.
Oltre i tre film da record, sono otto le pellicole ad aver registrato un numero più alto di riconoscimenti rispetto ad “Oppeneheimer”: si tratta di “West side story” (10 Oscar), “Il paziente inglese” (9 Oscar), “Gigi” (9 Oscar), “L’ultimo imperatore” (9 Oscar), “Via col vento” (9 Oscar), “Cabaret” (8 Oscar), “Amadeus” “Ghandi (8 Oscar)”, “The Millionaire” (8 Oscar”). Dati importanti che certificano il grande impatto della pellicola di Nolan, un successo di critica e pubblico con pochi precedenti nella storia recente.
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