Moda e architettura condividono una tensione intrinseca verso il sublime. Entrambe sono arti che plasmano lo spazio, il corpo e la percezione. Negli ultimi decenni, il dialogo tra moda e architettura è diventato sempre più esplicito, trasformando le passerelle in veri e propri teatri di narrazione culturale. Non si tratta solo di trovare uno sfondo suggestivo per le collezioni: le Maison scelgono luoghi che raccontano una storia, che amplificano l’identità del brand e che pongono la moda in una relazione profonda con il patrimonio storico.

Chanel - Life&People Magazine

Location che diventano manifesto

Alcuni esempi recenti e passati raccontano come l’architettura possa diventare protagonista tanto quanto gli abiti. Chanel, sotto la direzione creativa di Karl Lagerfeld, ha reso il Grand Palais di Parigi il suo tempio personale. Non limitandosi a utilizzarlo come spazio neutro, Lagerfeld lo ha reinterpretato di stagione in stagione, trasformandolo in un bosco incantato, una spiaggia tropicale, una replica della Tour Eiffel. Il Grand Palais, costruito per l’Esposizione Universale del 1900, con la sua struttura in vetro e ferro, è diventato parte integrante del lessico visivo della Maison, simbolo di grandezza e innovazione senza tempo.

Chanel PAP 2019 -Life&People MAGAZINENon meno memorabile è stata la scelta di Jacquemus che, per celebrare il decimo anniversario della sua Maison, ha sfilato nella cornice onirica della Fondation Maeght, a Saint-Paul-de-Vence. Un dialogo perfetto tra arte, architettura e moda, dove le sculture e i giochi di luce della fondazione hanno esaltato l’essenzialità delle sue creazioni. Dior, sotto la guida di Maria Grazia Chiuri, ha trasformato la Piazza del Duomo a Lecce in un inno alla tradizione e all’arte popolare, scegliendo la sontuosità barocca dell’architettura leccese come cornice viva per la couture. Un omaggio alla manualità, alla storia e alla resilienza culturale del territorio italiano.

Dior cruise 2021 - life&people magazine

Simbolismo e storytelling

Quando un brand sceglie uno spazio architettonico storico per una sfilata, non sta solo cercando bellezza: sta costruendo un manifesto. La moda e l’architettura condividono infatti la capacità di raccontare idee astratte attraverso forme concrete. Presentare una collezione in un monastero sconsacrato, in una villa neoclassica o davanti a un tempio romano carica i vestiti di significati ulteriori: li collega al concetto di eternità, di memoria, di identità collettiva.

Salk Institute a San Diego LV sfilata - Life&People mAGAZINENel 2022, Louis Vuitton ha scelto la brutalità monumentale del Salk Institute a San Diego come cornice per la sua Cruise Collection. Il contrasto tra le linee essenziali di Louis Kahn e i tessuti fluttuanti della collezione ha generato un dialogo potente tra essenzialità architettonica e fluidità sartoriale, ribadendo il ruolo della Maison come avanguardia culturale.

La moda come architettura del corpo

Se l’architettura plasma lo spazio urbano, la moda plasma lo spazio personale. Gli abiti costruiscono un’architettura mobile attorno al corpo, lo esaltano o lo proteggono, ne disegnano i contorni esattamente come un edificio fa con una piazza.

art of sound Fondazione prada Venezia - life&people magazineCristóbal Balenciaga, spesso definito “l’architetto della moda”, concepiva i suoi abiti come vere e proprie strutture tridimensionali. Le sue linee pure e i volumi scolpiti sono ancora oggi una lezione magistrale su come il tessuto possa diventare spazio.

Cristóbal Balenciaga abito palloncino - life&people magazineAnche la contemporaneità esplora questa sinergia: Iris van Herpen, ad esempio, fonde scultura, biodesign e haute couture, creando abiti che sembrano sospesi tra la natura organica e l’architettura parametrica. In questo senso, le sue sfilate sono vere e proprie installazioni immersive, dove moda e architettura diventano indistinguibili.

fw 2021 Iris van Herpen - life&people magazine

Iris van Herpen museo - life&people magazine

Quando l’ambiente amplifica il messaggio

La scelta della location non è mai neutrale. Un contesto storico impone una lettura precisa della collezione: la monumentalità di un’abbazia medievale esalta la solennità di abiti rituali; la geometria di una villa razionalista dialoga perfettamente con linee minimaliste e tagli netti. Attraverso la relazione tra moda e architettura, le Maison costruiscono non solo una sfilata, ma una dichiarazione di intenti: l’abito non è più un oggetto da osservare, ma una parte viva di uno spazio, di una storia, di una cultura condivisa.

moda e architettura Balenciaga - life&people magazine

Una sinergia che continua a evolversi

Oggi più che mai, l’intersezione tra moda e architettura si fa complessa e stratificata. Non basta scegliere uno spazio scenografico: occorre rispettarne la storia, comprenderne l’anima, intrecciarla con il linguaggio contemporaneo della collezione. In questo dialogo sottile tra passato e futuro, tra pietra e tessuto, tra memoria e innovazione, si gioca una delle partite più affascinanti del fashion system contemporaneo.

Andreas Gursky, Prada I, 1996 - life&people magazineE forse è proprio in questi incontri silenziosi, ma potentissimi, che la moda ritrova la sua capacità più autentica: quella di raccontare chi siamo attraverso ciò che indossiamo e attraverso gli spazi che abitiamo.

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