La centralità del corpo umano rappresenta un elemento essenziale nel concetto stesso di moda: da sempre, stilisti e designer si sono dedicati a celebrare la bellezza e unicità della figura umana, valorizzandone i tratti distintivi e mettendo in risalto i punti di forza con le loro creazioni. Da fonte di ispirazione, negli anni il corpo umano si è poi trasformato in un “mezzo” quasi inanimato con cui esporre i capi d’abbigliamento delle collezioni e mostrarne le caratteristiche, la funzionalità e l’estetica, andando a conformarsi sempre di più ai canoni di bellezza imposti dalla società e perdendo proprio il valore aggiunto dell’unicità.

body positivity moda - Life&People MagazineSe per anni la moda, nella maggior parte dei casi, ha dettato canoni estetici estremi, irrealistici e spesso anche pericolosi – basti pensare alla tendenza heroin chic degli anni 90 o alla diffusione dell’Ozempic assunto con lo scopo di perdere peso – l’approccio del fashion system sta sicuramente cambiando negli ultimi anni grazie al movimento body positive.

Cosa significa Body Positivity nella moda?

La visione contemporanea e body positive della moda ha portato il settore ad una maggiore inclusione delle fisicità che non rispecchiano i canoni di bellezza tradizionali, proponendo capi che hanno l’obiettivo di far sentire chi li indossa bene con se stesso, ma anche ampliando la produzione di abbigliamento ad una scala taglie più inclusiva, ponendo maggiore attenzione ai casting delle sfilate e introducendo in generale una rappresentazione più realistica ed eterogenea dei corpi.

body positivity moda - Life&People MagazineLa filosofia body positive pone infatti al centro l’inclusione e il rispetto della diversità, ma anche l’accettazione del proprio corpo e di sé: numerosi brand del settore hanno scelto di integrare questo approccio e farne una vera e propria mission. Non solo i marchi di abbigliamento, ma anche diverse Maison di alta moda hanno tentato di scardinare quei luoghi comuni e stereotipi legati ai corpi di modelli e modelle in passerella, dicendo addio (o almeno provandoci) a quell’ideale di bellezza irraggiungibile imposto dal settore negli ultimi decenni.

Ma la moda può essere considerata davvero inclusiva?

Ad oggi il dibattito culturale è ancora aperto, e se da un lato si sono fatti evidenti passi avanti nei confronti di una maggiore inclusione e apertura a nuovi canoni estetici più universali, dall’altro lato sembra ci sia ancora tanta strada da fare per poter considerare il settore moda realmente body positive. Una maggiore rappresentazione nei media, sulle passerelle e sulle copertine, l’aumento del numero di brand plus-size o l’aggiunta di taglie extra alla propria size chart, community che aprono la conversazione su accettazione e self-love, sono sicuramente messaggi di grande potenza e valore.

body positivity moda - Life&People MagazineSpesso però si fatica a distinguere se un brand abbraccia autenticamente la causa body positive o se questa è utilizzata come mera strategia di marketing per monetizzare e raccogliere maggiori consensi. Il body positive non dovrebbe riguardare solo l’inclusione fine a se stessa, ma proporsi di rappresentare allo stesso modo modelli plus-size, corpi differenti e minoranze etniche, con lo stesso empowerment riservato fino ad oggi ai cosiddetti “corpi conformi”.

Il futuro del movimento body positive

Se lo sforzo inclusivo è più evidente nelle collezioni presentate durante il biennio post-Covid dai brand di alta moda, le ultime Fashion Week (in partic0lare la SS25) sembrano aver fatto un passo indietro: la mancanza di diversità riguardava infatti corpi, età, minoranze, mentre la bellezza uniforme ed omologata ha fatto il suo ritorno in passerella. Se il fashion system negli ultimi tempi sembra aver abbassato le luci dei riflettori sulla causa body positive, sono i brand emergenti ed alcune eccezioni – come la modella curvy Paloma Elsesser, alcune modelle over50 da Sunnei, la cantante BigMama da Marco Rambaldi e il recente caso di Alex Consani, la top model transgender eletta modella dell’anno ai British Fashion Awards 2024 – a dare speranza in un futuro più inclusivo in modo coerente, costante e senza passi indietro, dentro e fuori dalle passerelle.

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