L’asimmetria avvolta in un fascio di luce. Brilla la collezione Fendi Autunno Inverno 2023 2024 presentata alla Milano Fashion Week. Un allestimento dal grande impatto estetico quello ideato dal Direttore Creativo Kim Jones che – coadiuvato da un meticoloso lavoro di light design – è riuscito a creare l’atmosfera perfetta per offrire una rilettura della tradizione sartoriale attraverso un filtro fresco e a tinte glamour. In una scenografia luminosa la collezione disegnata da Kim Jones gioca su tagli obliqui e silhouette pulite.
La forza della luce in passerella
Tutto il set, dalla caratura minimale, si fonda su una grande fonte geometrica di luce che ricorda in qualche modo la forma del rosone di una cattedrale, i cui raggi si propagano illuminando la passerella e gli abiti, giocando in particolar modo con una palette colori studiata in ogni minimo dettaglio. Si parte dall’oscurità, dunque dalla pelle nera e grigia, fino a trovare appunto la luce, prima con il bianco candido, poi con l’utilizzo del magenta, del fucsia e del rosso acceso, colori sciorinati in capi lunghi, fluttuanti, arricchiti da lunghi strascichi sulla schiena che, con l’effetto cromatico, sfilano impreziositi dall’arcobaleno riflesso sul catwalk.
Una ispirazione, quella di Jones, partita osservando la designer di gioielli Delfina Delettrez Fendi, come spiegato dal Direttore Creativo stesso in fase di presentazione:
«Il primo giorno in cui Delfina è entrata al lavoro, era vestita di blu e marrone e ho pensato che stesse benissimo. Sono partito da lì – ha spiegato Jones – La collezione è decostruita, ma lussuosa. C’è un piccolo accenno al punk e alla mia ammirazione per il fai-da-te, ma si sposta verso qualcosa di chic».
La ricerca d’archivio
Per mettere in atto la sua visione, il visionario designer britannico ha rispolverato gli archivi della Maison Fendi, pescando dai motivi grafici dalla collezione Autunno-Inverno 1996 e dall’altra degli schizzi realizzati da Karl Lagerfield (1981) destinati alla maglieria multiuso. Il risultato è un capolavoro di complessità celata: nella rilettura di Jones infatti la maglieria appare tagliata e, in alcuni casi, anche deformate. Le maglie sono indossate in modo libero, volutamente sbottonate e con un’attitudine punk. Il draping attorcigliato accompagna invece gli abiti in raso impreziositi anche da sciarpe dal taglio morbido.
Particolarmente apprezzati anche i pantaloni diritti, in alcuni casi sovrapposti da teli di pieghe altre volte allargati con l’ausilio di due pannelli, intuizione questa figlia della tecnica di Lagerfield, il cui spirito è riconducibile anche nella selezione di alcune sfumature più cupe e dall’idea di creare movimento con un telo di chiffon sulle spalle applicato agli abiti in tubino in maglia. Tutto sembra un revival del cosiddetto classico moderno, espresso in capi incentrati sulla comodità ma che non rinunciano a una spiccata raffinatezza.
La nuova borsa Fendi
Ma se le forme dei capi sfoggiati sulla runway appaiono come rivisitazioni del passato, lo stesso non si può dire certamente per gli accessori, tutti rivolti alla contemporaneità. Per l’occasione infatti Silvia Venturini Fendi ha lanciato una nuova borsa, chiamata Multi, progettata tenendo conto di uno dei punti di forza dell’intera casa di moda, la dualità:
«Quello che credo sia molto bello in una borsa credo sia il movimento. E penso che la dualità sia una cifra di Fendi, cioè l’idea che qualcosa appaia semplice e in realtà è molto complessa»,
ha commentato non a caso la stessa Silvia Venturini Fendi.
Un approccio che appare simile anche nei gioielli, curati da Delfina Delettrez, la quale ha dichiarato di aver voluto esplorare la purezza dell’iconico logo doppia F andando a toccare – esattamente come negli abiti – l’essenza più pura dello spirito della maison romana: anche questa volta, la missione è compiuta.
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