Negli ultimi anni, un fenomeno inedito si è inserito all’interno del discorso modaiolo, cancellando e poi ridisegnando i confini dell’estetica tradizionale. L’assunto di bellezza classica, quella che ha dominato le passerelle e le copertine sin dagli albori dell’epoca contemporanea, diviene oggetto di un attacco rivoluzionario, di cui i movimenti di inclusività e body positivity sono inesorabili fautori. La moda è costretta ad abbandonare il suo storico silenzio nei confronti dei corpi dall’armonia non consueta i quali, finalmente, trovano spazio per esprimersi. Quella che era una dittatura di standard escludenti viene sovvertita dal rumore della celebrazione della diversità, nella forma di modelli di lingerie inclusivi, in cui tutte le fisionomie hanno pari dignità. 

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I social media riscrivono le regole della bellezza

La bellezza oligarchica fonda le sue radici nel discorso dei media tradizionali, i quali hanno per decenni creato e diffuso immagini, dai film di Hollywood alle copertine delle riviste di moda, atte a erigere nelle menti del pubblico invalicabili confini di bellezza, che esiliavano una moltitudine di fisicità. Un assortimento di forme, età ed etnie limitato a un unico modello dominante, a cui il sistema moda non ha mancato di aderire senza proferire parola antitetica alcuna. È solo quando, afferrato il microfono grazie all’architettura dei media decentralizzati, il pubblico ha articolato inedite aspettative e valori, che le regole sono cambiate. 

Savage x Fenty - Life&People MagazineEd ecco modelle come Ashley Graham calcare le passerelle dei più grandi marchi, divenendo l’incarnazione della rivoluzione dell’inclusività ed il potente strumento comunicativo con cui l’industria afferma la sua prossimità a questa trasformazione culturale. Mentre una lunga fila di brand si incammina verso questo nuovo spazio, marchi come Savage X Fenty emergono con lo scopo stesso di sovvertire le regole del gioco, e giganti come Victoria’s Secret, al vertice della tradizionale narrazione di bellezza, non reggono sotto il peso del giudizio di un pubblico che si dà voce. 

Modelli lingerie inclusivi disabilità - Life&People Magazine

Inclusività non significa solo taglie più grandi

Ma perché il cammino verso l’inclusività arrivi davvero al pieno della sua realizzazione, esso non può fermarsi all’aggiunta di taglie più grandi. Ridisegnare i confini della bellezza tradizionale richiede di andare oltre, di includere nella celebrazione del corpo anche quelli che, in ragione di caratteristiche non convenzionali, sono sempre stati esclusi dall’attenzione mediatica. Disabilità, cicatrici, asimmetrie: la vera inclusività deve porre le personali e inesplorate necessità dei corpi al centro del concepimento del design stesso. Questo implica uno sforzo maggiore da parte di brand e media, un cambio di prospettiva radicale, una rivoluzione deputata a riscrivere l’intero processo creativo. Troppo spesso, le soluzioni adottate si rivelano superficiali: capi di lingerie che, nonostante l’aggiunta di qualche centimetro alla taglia standard, continuano a non vestire bene, ignorando le complessità e le esigenze delle fisionomie più variegate.

Modella lingerie inclusiva - Life&People Magazine

Lingerie inclusiva e percezione di sé

La lingerie ha un potere unico: primo pezzo di tessuto apposto al corpo nudo, vulnerabile, esso modella le forme esteriori con la stessa forza con cui trasforma la percezione di sé. Quando pizzica, stringe, non cade bene, diventa ragione di un profondo senso di insoddisfazione e insicurezza. Ancor prima di aver indossato abiti in grado di modificare il messaggio che rivolgiamo al prossimo, un intimo dissonante con l’armonia del corpo sedimenta valutazioni negative auto-riferite: “Non sono come dovrei essere”. Quando si adatta al corpo come una seconda pelle, ecco che la lingerie infonde un senso di sicurezza, un cambiamento radicale e positivo nella percezione della propria configurazione. Solo se l’intimo veste bene, il corpo che lo indossa si sente accolto e celebrato per come è. 

Lingerie inclusiva - Life&People MagazineNon si tratta di un semplice prodotto di consumo, né tanto meno di una moda passeggera da cavalcare; la creazione di modelli di lingerie inclusivi rappresenta un nuovo modo con cui i brand accompagnano le persone a trovare se stessi nel mondo. Un cambiamento che va oltre l’estetica temporanea: una promessa rivolta al “per sempre”, in cui ogni corpo è valorizzato, ogni diversità accolta.

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