Nel panorama contemporaneo della moda, l’innovazione creativa, da sempre intrecciata alla tradizione sartoriale, abbraccia un nuovo fenomeno: l’introduzione di tecnologia e tessuti intelligenti nei processi di produzione e consumo. La moda, infatti, attraverso il suo continuo dialogo con l’evoluzione culturale della società, fa spazio a materiali futuristici che arricchiscono l’esperienza di consumo e utilizzo, offrendo nuove funzionalità di performance, rispondendo a stimoli ambientali, e connettendosi agli altri dispositivi digitali della quotidianità. Così, abiti e accessori si impongono quale veicolo di una trasformazione in cui l’uomo, indossando tecnologia, ridefinisce il proprio rapporto con ciò che lo circonda ed esprime ritrovati valori di connessione e rispetto del macrocosmo che lo ospita.
Abbandonati, anche per una sola collezione, processi produttivi, materiali e fibre altamente inquinanti, i brand di lusso hanno molte alternative tra cui scegliere: dal canto delle materie prime, fibre create da bucce d’arancia e dal caffè, pelle in foglie di ananas; dal canto del consumo, blockchain e realtà virtuale per la creazione di immagini e spazi simulati.
Moda e innovazione: i tessuti parlano la lingua del futuro
La necessità, da parte dell’industria della moda, di inglobare all’interno delle sue catene di valore i tessuti intelligenti nasce dal legame indissolubile tra la moda e la società, dal quale si configura una realtà in cui ogni aspetto della connessione che l’uomo ha con sé e gli altri è pervaso dalla tecnologia. Alla pretesa dei consumatori di ritrovare nell’artefatto modaiolo quelle stesse modalità di interazione proprie dei prodotti tecnologici, si affianca la continua ricerca da parte del sistema moda di nuovi panorami su cui apporre la forza creativa e l’eccellenza qualitativa al cuore della loro identità. Estetica, comfort e qualità oggi non bastano; performance, funzionalità e personalizzazione diventano attributi essenziali dei pezzi del guardaroba quotidiano.
La creazione di questa nuova estetica tecnologica rappresenta, dunque, la risposta dei grandi marchi nei confronti di un pubblico affamato di novità e, al contempo, diventa il palcoscenico su cui i brand di lusso competono per il titolo di pionieri e precursori di trasformazioni culturali. Gli abiti non costituiscono più semplici pezzi del vestiario, ma oggetti esperienziali che alimentano un desiderio sempre più sofisticato di connessione e avanguardia.
L’illusione dell’innovazione: sostenibilità e obsolescenza programmata
L’incanto della tecnologia e dei tessuti intelligenti cela dietro di sé un rischio quasi inevitabile: il valore del prodotto modaiolo regredisce a quello di effimero gadget, destinato a una rapida obsolescenza della sua capacità di rispondere alle necessità che il consumatore in esso ripone. Se la moda si fonda sull’arte della creazione e sulla promessa di durabilità, l’introduzione di materiali della dimensione tecnologica, per definizione in continua estensione verso il nuovo, finisce per porsi in antitesi con il principio di immortalità dell’abito. La moda tecnologica, in questo contesto, appare come lusso utile ma non essenziale, un oggetto da possedere in ragione del valore della novità, destinato a perire con l’avvento della successiva innovazione.
Lusso e avanguardia: un connubio tra sartoria e tecnologia
Dalle passerelle alle capsule collection in edizione limitata, i marchi di lusso hanno dato prova del loro impegno nel coniugare tradizione e innovazione al fine di produrre moda d’avanguardia. Nella sua collezione Cruise 2020, “Canvas of the future“, Louis Vuitton unisce l’estetica classica al design futuristico, introducendo una nuova versione della sua iconica borsa che interagisce con il cliente e con l’ambiente circostante, attraverso l’impiego di tessuto intelligente e schermi OLED flessibili integrati che permettono di visualizzare immagini digitali e video. Ralph Lauren, invece, muove i suoi passi sul campo della moda funzionale e performante con la sua PoloTech, creando completi sportivi in grado di vegliare i parametri vitali. Il tessuto, dotato di sensori biometrici integrati, cede ai pantaloni e alle t-shirt la capacità di rilevare dati come battito cardiaco, la respirazione e livelli di stress.
Anche Loewe si è introdotto nel nucleo di questo fenomeno, in particolare facendo uso della tecnologia di stampa 3D, portando nella collezione Primavera/Estate 2023 felpe, t-shirt e pantaloni “pixellati”. Un approccio alla sartorialità innovativo e visionario atto a concepire capi dall’estetica futurista riconoscibile dei videogiochi.