Una reazione drammaticamente istintiva che, decostruendo dall’interno le inflessioni capitalistiche del quotidiano, conduce ad una riflessione profonda sulle tendenze recondite del presente. Partendo da quel seme della consapevolezza e dalla volontà di arrestare l’irrefrenabile corsa della vita quotidiana, Milan Kundera nel suo elogio alla vita lenta ha delineato la matematica dell’esistenza, riassunta in due assiomi: “il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio”. Come nel 1995 così oggi, la vita lenta diventa la reazione ad una quotidianità convulsa, riportando in auge l’estetica Bedcore.
La settimana della moda milanese, durante il quale sono state presentate le collezioni primavera-estate 2025, ha riportato al centro la riflessione su un presente complesso – che rifugge le etichette ma anche la logica -, la cui anima frammentata cerca ristoro nel comfort del passato e nella reazione alla corsa frenetica che dà ritmo alle giornate. Nella ricerca perpetua di un equilibrio nuovo, l’uomo riscopre le infinite sfumature del sogno (a cui JW Anderson ha dedicato la collezione ss25), a partire dal modo di vestire che diventa manifestazione dirompente di un’urgente controtendenza: alla sfrenata competizione capitalistica, la moda risponde con la lentezza del bedcore.
L’estetica bedcore
L’inno alla lentezza si riflette dunque, come dimostra la collezione tra sogno e realtà di Fendi, in abiti che ricordano la biancheria “da letto” e lenzuola pregiate, fino alle derive più evidenti racchiuse in capispalla che diventano accappatoi da camera e borse che assumono i connotati soft di morbidi cuscini. Di fatto l’estetica bedcore eleva il concetto di comfy-chic, svelando il lato elegante e effortless di camicie da notte, pigiami e puffer jacket in materiali deluxe, come il Tekla o la classica seta, ispirando creazioni come la Soffy Bad di Sportmax e l’abito Sweet Dreams di Vivetta.
Un’estetica nata agli inizi degli anni Duemila
Nonostante le passerelle odierne abbiano evidenziato l’urgenza di ritrovare una lentezza endemica, le radici dell’estetica bedcore sono da ricondurre all’inizio degli anni Duemila. Difatti, gli stilemi di un guardaroba che si ispira alla biancheria da letto ha origine dall’idea pionieristica di Cinzia Ruggeri che, nel 1986, ha creato l’abito letto composto da una vestaglia di piumino trapuntata abbinata a un cuscino di raso.
L’idea avanguardistica ha poi ispirato le collezioni di grandi designer, come Viktor & Rolf che hanno portato in passerella, nella stagione 2005-2006, l’abito che simulava, nelle struttura e nell’idea, un vero e proprio letto indossato dalla modella modella Lily Cole; e anche, la sfilata autunno inverno 2016 2017 disegnata da Sarah Burton per Alexander McQueen, in cui l’abito piumone in rosa antico ha sancito il trionfo dell’estetica dei sogni. Una serie di riferimenti, giudicati all’epoca di grande avanguardia, che hanno evidenziato una voglia di uscire dalle linee rigide del rigore allora imposte dalla moda, al fine di intraprendere un sentiero più spensierato e divertente.
Lo stesso bisogno che, con un fil rouge tessuto intorno alla filosofia dell’eterno ritorno, ha connesso i primi anni Duemila al 2022, l’anno in cui – dopo che gli anni della pandemia avevano fatto riscoprire il concetto di comfort-wear dando vita ad un nuovo capitolo del settore – la collezione prêt-à-porter FW2022 di Loewe ha portato in passerella la giacca puffer, una coperta gigante avvolta intorno alla parte superiore del busto da indossare come un voluminoso cappotto. Una tendenza effortless che si è poi riflessa non solo negli abiti, ma anche nei beauty look.
I beauty look bedcore
Di fatto, il bedcore rappresenta una di quelle tendenze fashion che, più di un semplice trend di stagione, intendono proporre un vero e proprio stile di vita: lento, confortevole, senza sforzo e fuori dalle logiche sfrenate del consumismo estremo. Un motivo che si riflette anche nei beauty look, come quelli proposti nella sfilata primavera-estate 2025 di Fendi, in cui le acconciature curate lasciano spazio a capelli spettinati e un make-up leggero ma ricercato si trasforma in un trucco dominato da bedroom eyes. A sottolineare la potenza sovversiva ed incredibilmente libera di un modo di vestire che si svincola dalla rigidità per farsi morbido ed accogliente, proprio come il letto.
Un’urgenza che, direttamente dagli anni Duemila, torna oggi a dominare la contemporaneità. Complice anche il profondo impatto della pandemia, che ha permesso la riscoperta della versatilità e della comodità, la moda oggi si interroga sulle criticità del quotidiano, invitando a ripensare la quotidianità alla luce di un’autenticità nuova, fatta di abiti e accessori vicini all’inesauribile mondo dei sogni.