Se si cerca l’infinito, basta chiudere gli occhi. Così in una delle poetiche pagine Milan Kundera sanciva, per l’ennesima volta, la straordinaria banalità dell’esistenza umana, un via vai di destini e casuali coincidenze, le quali trasformano l’impalpabile desiderio di infinito nella volontà di radicarsi profondamente nell’hic et nunc. Un istante che consacra, eternamente, L’insostenibile leggerezza dell’essere, quell’ossimoro che è una vita, che diventa membrana per un dialogo tra astratto e concreto, tra ideale e reale. E proprio assecondando l’ammaliante paradosso di dare tridimensionalità alla leggerezza insostenibile ha preso vita la sfilata di Alberta Ferretti primavera estate 2025.
Nel primo giro di valzer della Milano Fashion Week, durante la quale le maison porteranno in passerella la propria visione della moda donna Spring Summer 2025, Alberta Ferretti ha scelto di lasciarsi ispirare dalla forza centripeta dell’ossimoro, sfruttando come pretesto il romanzo del maestro cecoslovacco per costruire una collezione di abiti leggeri, eterei, ma calati nella concretezza della realtà. Un’ispirazione filosofica messa al servizio di una sfilata che racconta di donne vere che non indossano “costumi, ma vestiti pensati per essere vissuti qui e ora”.
Sfilata Alberta Ferretti Primavera Estate 2025: la leggerezza come modo di essere, non solo di vestire
L’atmosfera senza tempo del chiostro del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, costruito tra 1600 e 1700 per il convento dei monaci olivetani, fa da sfondo alla collezione che ha concretizzato “l’insostenibile leggerezza della moda”, come rivelato dalla stessa stilista, in abiti impalpabili che, tra trasparenze, tagli laser e plissettature, restituiscono una volubilità immediata, simbolo di una femminilità pudica ma dirompente (incarnata dal catwalk morbido delle modelle).
Toni neutri e sempiterno nero nella collezione: i capi icona
L’inclinazione sognante e l’artificio dello stile che costituiscono l’anima delle creazioni di Alberta Ferretti sfumano per lasciare il posto al desiderio concreto di una realtà fatta di abiti che si adattano al quotidiano. Pertanto, agli esercizi di stile si sostituisce la grande sapienza delle lavorazioni manuali, esaltate anche dalle nuances cromatiche che colorano la nuova collezione: le monocromie si elevano ad espressione massima di eterea raffinatezza grazie alle trasparenze e crêpon di seta, mentre la danza della leggerezza continua sui toni neutri, per esplorare vibranti energie con l’arancio e il rosso amarena. Inoltre Alberta Ferretti non rinuncia alla sfida di combinare il sempiterno nero con la pretesa di volumi eterei sublimando la sintesi con abiti che, giocando con le lunghezze, scivolano leggeri sulla silhouette.
Nella sfilata firmata Alberta Ferretti, il rigore dei blazer strutturati cede il posto a bluse leggere con volant e dettagli forati che votano la propria anima al gioco del movimento; camice ampie e morbide accarezzano la figura e abiti e gonne a palloncino (protagoniste anche della collezione SS25 di Alaïa presentata a New York) giocano con la simmetria dei volumi. Una collezione che, seppur restando fedele agli stilemi della maison, celebra il suo heritage, investito da un’ondata di leggerezza ed leva il concetto di femminilità come sintesi degli opposti; una donna reale che non rinuncia all’insostenibile leggerezza della moda.