Immagina di ascoltare il crepitio di una radio, onde invisibili che attraversano spazi e tempi lontani. Ora, pensa al rombo di una moto che sfreccia attraverso il paesaggio, sfidando le convenzioni e abbracciando la libertà. Sembrano due universi lontani, eppure, esiste un filo rosso invisibile che li unisce. Filo che attraversa sogni e ambizioni di tre fratelli: Adriano, Bruno e Marcello Ducati. La loro storia inizia da un’intuizione: 1924, Bologna era un crocevia accademico e una vibrante città di cultura.
Il 15 gennaio, Adriano collegò la sua casa di Bologna con gli Stati Uniti
usando una radio che aveva costruito da solo. Questo straordinario risultato gli valse la Croce di Cavaliere della Corona d’Italia a soli ventun anni. I giornali scientifici dell’epoca elogiarono la sua invenzione perché utilizzava solo 90 watts di potenza, molto meno dei 2000 watts usati da Guglielmo Marconi per ottenere lo stesso risultato, rendendo la tecnologia più accessibile. Impresa che abbatté le barriere del tempo e dello spazio. Ecco il primo filo di un intreccio: la comunicazione. Non era solo una questione di tecnologia, ma di visione. L’idea di portare l’Italia nel futuro, di collegare mondi diversi attraverso l’innovazione. Sotto, quindi, l’onda lunga delle scoperte di Marconi, nasce la “Società Scientifica Radio Brevetti Ducati”.
Dalle onde radio alle strade d’Italia: il Cucciolo
Durante la seconda guerra mondiale lo stabilimento Ducati venne bombardato e distrutto. Dalle macerie, nasce il Cucciolo, un piccolo motore di circa 50cc che poteva essere montato su una bicicletta. Semplice, ma geniale, è la risposta per un’Italia che aveva bisogno di rimettersi in moto, letteralmente. Qui si svela il secondo filo: l’avventura. Non più solo la radio che connette mondi lontani, ma la strada che li percorre. La Ducati Cucciolo non è solo un motore attaccato ad una bicicletta: è la promessa di nuove possibilità, la libertà di muoversi, di spingersi oltre le limitazioni del passato.
Ducati diventa sinonimo di avventura: un’Italia che si rialza e riparte
Oltre il presente: l’Innovazione come destino anni ’60 e ’70: boom economico, rivoluzione culturale, Beat Generation. Ducati dopo le radio ha prodotto anche rasoi, fotocamere e calcolatrici. Dal Giappone arrivano le maxi moto che conquistano il mercato. Non più solo piccoli motori per biciclette, ma vere e proprie moto, simboli di velocità e potenza. Ducati in risposta produce una delle icone più riconoscibili di quegli anni: lo Scrambler. Una moto che incarna perfettamente lo spirito libero e ribelle di quegli anni. Linee semplici ma una grande versatilità del mezzo e l’essenza di una café racer, rendono lo Scrambler non solo un mezzo di trasporto, ma un vero stile di vita. Una icona capace di attrarre motociclisti da ogni parte del mondo.
Un altro salto temporale, sempre di una trentina d’anni circa. Anni ’90: Ducati non è più una società scientifica, ora si fa chiamare “Ducati Meccanica” e consolida la sua fama globale con un altro capolavoro: il Ducati Monster. Disegnato per chi cerca prestazioni estreme senza rinunciare allo stile, il Monster diventa punto di riferimento per il design motociclistico mondiale. Madre delle naked, nude in italiano, moto senza le carene che mostrano a tutti la loro meccanica. Anche in questo caso il Monster non è solo una moto, ma una dichiarazione di identità. Ducati continua così a spingersi oltre, a innovare e a creare motociclette che non solo dominano le strade, ma ridefiniscono il concetto stesso di motociclismo.
Ultimo salto: i giorni nostri
A conferma del suo spirito innovativo, Ducati ha presentato il Diavel V4, premiato come “Best of the Best” nella categoria Product Design ai Red Dot Awards 2024. Che sia la Diavel la prossima icona del brand? Racchiude in se potenza, estetica e innovazione. Un’unica opera d’arte su due ruote: questa in breve le origini di Ducati. Ed è affascinante pensare a come tre fratelli abbiano dato vita ad un’azienda che, all’inizio del secolo, creava radio, rasoi e calcolatrici, il progresso per la vita quotidiana. Oggi, a cento anni di distanza, quella stessa azienda conquista i campionati del mondo di Motomondiale, dota le moto di alette aerodinamiche e inventa abbassatori per partenze fulminanti. In questa straordinaria evoluzione, il filo rosso che attraversa la storia è un intreccio di comunicazione, avventura ed innovazione, l’eccellenza del Made in Italy.