Ricorre oggi l’anniversario di una delle attrici più famose del teatro e del cinema italiano. La biografia di Mariangela Melato (1941-2013) viene dunque ricordata oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa. Il mondo della cultura lo fa con affetto, soprattutto il Teatro Nazionale di Genova, che le ha intitolato la propria scuola di recitazione. La donna, infatti, nell’ultima parte della sua vita collaborò assiduamente con questa struttura, contribuendone all’espansione e al successo. Al suo interno sono attualmente in corso diverse iniziative per onorare la sua memoria. Oltre all’esposizione delle foto dei costumi di scena e dei cartelloni che l’hanno vista protagonista, sarà possibile godere di un piccolo tributo alla prima dello spettacolo “Così è (se vi pare)”.

mariangela melato biografia | Life&People Magazine

Allo stesso modo anche il Piccolo di Milano, che le ha dedicato l’omonimo Studio in via Rivoli, le riserverà un omaggio sui propri canali online; non mancheranno di fare lo stesso anche le emittenti televisive. Oggi su Rai Storia le verrà dedicato il documentario “Mariangela!”. Per ricordarne l’eredità ripercorriamo la vita e gli snodi artistici più importanti di questa magistrale interprete.

La biografia di Mariangela Melato

Di origine umile, manifestò fin da subito un’inclinazione artistica frequentando un corso di pittura presso l’Accademia di Brera. Le competenze acquisite in questo percorso la spinsero a trovare impiego come vetrinista e creatrice di manifesti. Grazie a questo lavoro riuscì a seguire il suo sogno, diventando allieva di Esperia Sperani presso l’Accademia dei Filodrammatici; in questo ambiente acquisì le competenze necessarie e, una volta diplomata, cominciò a collaborare con nomi dal calibro di Dario Fo, Luca Ronconi e Luchino Visconti. A contraddistinguerla fu la voce, utilizzata come strumento per tenere in pugno lo spettatore, e la sua versatilità nel ricoprire ogni tipo di ruolo. L’attrice infatti non volle sottrarsi alle contaminazioni artistiche e per questo utilizzò al massimo le proprie potenzialità sia sul palco che di fronte alla cinepresa.

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Il successo cinematografico

Il primo banco di prova sul grande schermo fu una pellicola horror di Pupi Avati, “Thomas e gli indemoniati”. Ben presto però la donna arrivò al successo con “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri, la cui performance le fruttò un Nastro d’Argento. Da questo momento in poi la sua bravura, – unita a una bellezza fuori dai canoni -, la portò ad essere scritturata per molte commedie: alcune di queste sono ancora dei veri e propri cult. Ne è l’esempio “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmüller, dove interpreta una ricca e spocchiosa milanese che si innamora del rude capitano della barca su cui è ospite. Dagli anni Settanta in poi  la sua carriera cinematografica decollò definitivamente e ne sono la dimostrazione i numerosi premi vinti da questo periodo in poi. In tutto infatti si possono contare due Globi d’oro, un Ciak d’oro, cinque David di Donatello e cinque Nastri d’Argento.

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Il rapporto con Renzo Arbore

In occasione di una di queste ultime premiazioni conobbe Renzo Arbore, con cui instaurò una relazione che, con oltre un decennio di pausa, durò tutta la vita. L’uomo ricorda ancora teneramente il loro sentimento, nato su una canzone improvvisata da Lucio Battisti. Nelle interviste racconta l’amata con affetto e stima, definendola una persona di una bontà estrema e con solidi valori. I due si separarono negli anni Ottanta: Arbore si innamorò poi di Mara Venier, mentre Mariangela ebbe probabilmente un flirt con Giorgio Gaber. La seconda fase del loro legame ebbe poi di nuovo inizio nel 2007 e durò fino alla sua morte. A stroncarla nel  2013 fu un tumore al pancreas, iniziato alcuni anni prima. Nemmeno questo male però le impedì, fino a dove possibile, di continuare a dedicarsi alla sua più grande passione e missione: la messinscena. Mariangela Melato “scrisse” l’ultima pagina della propria biografia, avvalendosi infatti dei principi per cui era conosciuta: integrità, onestà e rispetto sia verso il pubblico che verso i collaboratori.

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