L’ultima ricorrenza del periodo natalizio è alle porte e, come si sa, “l’Epifania tutte le feste porta via”. Il 6 gennaio arriva nelle nostre case, come ogni anno, la simpatica vecchietta magica. Ma vi siete mai chiesti qual è la storia e la tradizione della della Befana?
Befana: la storia e la tradizione dell’Epifania
L’Epifania è quel giorno in cui in diversi paesi del mondo si festeggia la visita dei Tre Magi al neonato Gesù. Esistono molte varianti della tradizione e nella Chiesa Ortodossa cambia anche la data: la ricorrenza si festeggia il 19 gennaio. Partiamo dall’etimologia di questa parola che deriva dal greco ἐπιϕάνεια e significa “rivelazione improvvisa”. I più appassionati e colti ricorderanno di certo il suo significato dalle lezioni di letteratura delle scuole superiori o dell’università. La parola epifania è infatti legata ai momenti in cui i personaggi dei capolavori del Romanticismo comprendevano il vero significato dietro a terminati eventi. Indimenticabile, in questo senso, la madeleine inzuppata nel thé di Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Ma al di là dei riferimenti letterari del termine, conoscete le origini più antiche della storia e della tradizione dell’Epifania?
Come accade molto spesso in questi casi, l’origine primigenia della tradizione della Befana la dobbiamo ricollegare alla storia pagana e precristiana.
Precisamente, la figura della Befana deriverebbe dalla dea celtica Perchta, la personificazione della natura invernale. Questa divinità aveva molte sfaccettature, a seconda del popolo che la venerava: per le tradizioni alpine pre-cristiane, il mito di Perchta era legato alla luminosità (il suo nome significa “La Splendente”), mentre per le popolazioni cacciatrici germaniche era la divinità che proteggeva la natura. I Romani, com’era loro abitudine, recuperarono e adattarono i miti celtici, adattandoli alla loro visione del mondo. La loro credenza era che nelle notti successive al solstizio d’inverno, delle figure femminili volassero sui campi per propiziare i frutti. Si trattava del periodo dedicato alla celebrazione della rinascita della natura e le donne misteriose erano guidate in questa impresa da Diana, dea della vegetazione.
L’associazione alla figura di una strega è stata assimilata negli anni seguenti,
in seguito alla condanna da parte del Cristianesimo verso la simbologia pagana.Per non confondersi basta prestare attenzione ad uno dei simboli principali associati all’anziana. La Befana infatti non indossa un cappello a punta, ma un fazzoletto di stoffa pesante legato sotto al mento.
La Befana porta i regali nella notte tra il 5 e il 6 gennaio.
Vola sulla sua scopa e scende dal camino, un antico simbolo di connessione tra i “due mondi”. Dona dolci ai bambini che si sono comportati bene, mentre i “cattivi” trovano nelle loro calze del carbone, come auspicio di rinascita per l’anno nuovo. L’uso di questo indumento risale ad una leggenda nata dall’incontro della tradizione cristiana e di quella pagana. La storia racconta che i Re Magi, non trovando la strada per raggiungere il nascituro, chiesero informazioni ad un’anziana che incontrarono. La donna, dopo averli salutati, si pentì di non essere andata insieme a loro per portare un dono al figlio di Maria. Per questo, iniziò ad andare di casa in casa alla ricerca di Gesù. Da quel momento, la Befana ha iniziato a girare il mondo visitando le case con tutti i bambini. Quest’ultimi mettono sull’uscio delle calze, in modo che l’anziana signora possa prenderle per scaldarsi i piedi dato che ha le “scarpe tutte rotte”. In caso non ne avesse bisogno vengono riempite di dolci.
L’uso del carbone, invece, è simbolicamente una reminiscenza del falò di fine anno, realizzato come rito propiziatorio. La Befana simboleggia infatti l’anno passato, “vecchio” come lei e la scopa serve a spazzare via quello che è avvenuto. In molte città di Italia, soprattutto nel nord-est, è ancora in uso la consuetudine di bruciare un fantoccio nella notte del 5 gennaio. La fiamma è un simbolo di speranza e forza per i giorni che verranno.
Il leggendario carbone dolce da mettere nella calza della Befana: la ricetta fatta in casa
È vero che, una volta, per i bambini più birichini e pestiferi il carbone e lo zucchero non potevano stare nella solita frase, ma oggi esiste una versione dolce e golosa di questo alimento che farà impazzire tutti, buoni e cattivi! Gli ingredienti per realizzare la ricetta del carbone fatto in casa sono:
- 300 gr di zucchero semolato
- 100 gr di acqua
- 1 albume
- 300 gr di zucchero a velo
- 10 gr di colorante alimentare nero
- 4 gocce di succo di limone
Montate l’albume con il limone e aggiungete pian piano lo zucchero a velo setacciato e parte del colorante fino ad ottenere una glassa densa e scura.Fate sciogliere a parte lo zucchero semolato, il restante colorante e l’acqua. Una volta che avete unito i due composti, trasferite il tutto in uno stampo ricoperto da carta forno. Quando si sarà raffreddato e solidificato, sarà pronto da mettere nelle calze di tutti i golosi per festeggiare la Befana con tutto il gusto della tradizione!