Come astri che brillano di una luce misteriosa e irrersistibile, alcune identità nascono e restano immobili nel firmamento nonostante lo scorrere del tempo. Personalità comunicate con dirompenza, odiate, amate, discusse, uniche nel proprio essere.

Dotate di un carattere volitivo e sopra la mediocrità che spesso disprezzano. Questi artisti hanno fatto del proprio aspetto un canovaccio su cui tessere i segni di quel grande essere, unico, e per questo anche tormentato.

Tra le donne più singolari dello scorso secolo, impossibile non ricordare Luisa Amman, passata alla storia come la Marchesa Casati

Carismatica, connotata da un “fascino terribile”, fece del proprio aspetto estetico spettrale e non particolarmente bello un punto di forza. Esprimendo così con gesto, parola, abito e trucco il suo mondo interiore, costellandolo di meraviglia.

Fisico longilineo, asciutto, sguardo allucinato che ricordava le fameliche Giuditta di Klimt. Capelli arancioni, occhi verdi ingranditi dalla belladonna e dal khol nero come la notte più buia, si scontravano col suo pallore cadaverico.

Marchesa Luisa Casati Life&People Magazine LifeandPeople.it

ritratto Marchesa Casati con levriero.

Prima del matrimonio con il conte Camillo Casati la sua esistenza fu ricca ma priva di entusiasmo.

Successivamente, all’interno dei suoi esclusivi e mondani salotti, una gran quantità di serpenti erano liberi di strisciare tra i pregiati mobili antichi.

Amante dell’arte, ebbe una scimmia, e quando una sua amica le chiese come facesse a possedere un animale “tanto immondo”, la marchesa tolse dei lillà da un vaso e li sistemò all’interno della gabbia d’oro dell’animale ottenendo così una pittura cinese vivente.

Se la Baker passeggiava sugli Champs-Élysées col suo ghepardo, la marchesa Casati lo faceva per le vie del centro di Roma.

Nella disinvolta camminata usava sfoggiare orientaleggianti abiti di flanella bianca alternandoli a completi maschili. Abbinati poi a sandali bassi e immensi cappelli in stile cow-boy; al proprio seguito un domestico nero verniciato d’oro.

Per le sue feste riservate a un pubblico selezionato e dandy, giunse ad affittare l’intera piazza San Marco a Venezia, blindandola di gendarmi.

Abito Lampadario Moschino Life&People Magazine

abito lampadario Moschino 2016

Ieratica, aggressiva, dirompente, la marchesa a un ricevimento apparve vestita come una fontana con indosso un abito-scultura costituito da un’infinità di perle che rappresentavano i rivoli d’acqua.

Amante dei travestimenti, una volta volle personificare San Sebastiano e indossò un’armatura trafitta da frecce. Ogni freccia aveva una piccola stella luminosa che avrebbe dovuto accendersi al suo ingresso nel salone da ballo suscitando scalpore. Tuttavia, quando vestita e pronta per il colpo di scena, accendendo la luce avvenne un terribile imprevisto.

Un corto circuito le procurò un tremendo choc impedendole di partecipare alla festa.

La marchesa desiderata dal “vate” D’Annunzio e fu amica e confidente di Jean Cocteau. André Germain rilevò come l’amore della donna verso l’eccesso le avesse deturpato il viso bellissimo, sfigurandola esteticamente e lasciando brillare gli occhi da lupa fiammeggiante all’interno di un volto-cornice da incubo.

Il futurista Filippo Tommaso Marinetti la descrisse: «Occhi lenti di giaguaro che digerisce al sole la gabbia d’acciaio divorata». Il suo collega Giacomo Balla la ritrasse nel 1918 in Fluidità di forze rigide della Marchesa Casati.

Marisa Berenson anni 70 Life&People Magazine LifeandPeople.it

Marisa Berenson ritratta da Cecil Beaton

Ritratta anche da Boldini, fotografata da Man Ray e Cecil Beaton, la marchesa fu un’icona per artisti e amanti della moda. Tuttora è un’immagine rappresentativa di stile e di unicità. In tanti fanno risalire a lei l’impronta della prima dark lady della moda italiana.

Enigma e triste epilogo esistenziale la accomunarono alla contessa di Castiglione. Il destino infatti cambiò rotta e la donna finì in disgrazia.

Costretta a vendere il suo fiabesco Palais Rose, chateaux alle porte di Parigi, che lei soprannominò Palais du Rêve, insieme a tutto il suo prezioso artistico contenuto accumulato nel tempo.

Tra gli acquirenti presenti all’asta, Coco Chanel.

Perduti i fiabeschi palazzi e i rari gioielli, lo scrigno più prezioso fu colmato dalla stessa esistenza della donna e giunge a noi intatto e splendente. da “Il Macabro e il Grottesco nella Moda e nel Costume”.

Marchesa Luisa Casati Met Gala 2019

Met Gala, la cantante Katy Perry in “Chandelier Dress”

L’industria Pop ha cercato di riproporre alcuni tra gli innumerevoli iconici look della marchesa. Negli anni ’70 la modella Marisa Berenson posò nei suoi panni, in uno straordinario servizio fotografico a cura di Cecil Beaton.

Lo stesso avvenne in tempi assai più recenti attraverso le immagini di Paolo Roversi che immortalò Tilda Swinton in pose struggenti e drammatiche, dedicate ancora una volta a Luisa.

Nel 2019 poi, ai Met Gala, la cantante Katy Perry  ha indossato un “Chandelier Dress”. Un abito lampadario già riproposto da Moschino nel 2016, e prima di lui rivisitato – sotto forma di copricapo – da John Galliano per Givenchy nel 1996.

In ultimo persino il Festival di Sanremo ha conosciuto e fatto conoscere la “quasi-replica” di un costume straordinariamente eccentrico e innovativo indossato dalla marchesa Luisa.

Achille Lauro costume Marchesa Casati Life&People Magazine LifeandPeople.it

Festival di Sanremo 2020: Achille Lauro.

Lo ha vestito Achille Lauro durante una delle sue esibizioni sul palco.

A distanza di un secolo quindi, la nostra Marchesa Luisa Casati conferma la sua presenza in scena

“Regina della Notte” come il nome di un suo celebre costume, incontrastata e feroce.

Del resto, così disse di se stessa: «Io voglio essere un’opera d’arte vivente».

 

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