Durante l’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia dove il film Babygirl è stato presentato in anteprima, l’acclamata attrice australiana Nicole Kidman ci aveva già avvisati: il nuovo attesissimo film della regista olandese Halina Reijn prodotto da A24, in uscita nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 30 gennaio, porta sul grande schermo una storia audace e profondamente evocativa, scavando negli abissi del desiderio femminile e svelandone tutte le sfumature, il film va oltre la semplice rappresentazione dell’erotismo, sfidando anche gli stereotipi e le convenzioni di genere legate a questo tema.
L’universo femminile al centro della narrazione
Negli ultimi mesi, sono molti i film ad avere protagoniste femminili (ispirate a figure reali o fittizie) che hanno portato sullo schermo storie straordinarie e cariche di significato: da Maria, pellicola biografica con Angelina Jolie nei panni della celebre cantante lirica Maria Callas, ad Anora di Sean Baker che narra il tentativo di rivalsa di una giovane spogliarellista di New York; da Parthenope con cui Paolo Sorrentino ha trasformato l’affascinante e misteriosa protagonista in una metafora per esplorare Napoli, la giovinezza del desiderio amoroso, a personaggi più complessi ed emblematici come le star della commedia body horror The Substance, l’horror Nosferatu ed il musical Emilia Pérez.
Queste figure potenti, libere e passionali, ma spesso anche fragili – proprio come Romy, la protagonista di Babygirl – dimostrano come il racconto femminile stia conquistando nuove sfaccettature e acquisendo centralità sul grande schermo, spesso attraverso lo sguardo senza filtri di registe donne come nel caso di Coralie Fargeat e la stessa Halina Reijn. Film come questi offrono una visione più inclusiva e realistica dell’universo femminile, dell’eros e del potere, troppo spesso ridotto ad elemento secondario ed accessorio nelle narrazioni tradizionali.
Il ruolo di Nicole Kidman nel film Babygirl
La pellicola si inserisce in questo panorama come un’opera dirompente e necessaria, che rompe gli schemi tradizionali per riflettere su temi come l’identità, la natura umana e la sessualità. Attraverso la protagonista Romy, interpretata da Nicole Kidman, il film racconta la storia di una donna – CEO di una importante azienda, moglie e madre – che sfida le convenzioni esplorando i propri desideri più intimi in un percorso che intreccia potere e vulnerabilità.
Kidman interpreta qui un personaggio complesso, forte ma fragile, che intraprende un viaggio fatto di sogni, paure e conflitti interiori: quello di Romy non è solo un viaggio alla scoperta di sé, ma un modo per riflettere su temi universali come il rapporto con il proprio corpo, con la sessualità e con le aspettative sociali. Insoddisfatta del suo matrimonio ed in particolar modo di come vive la sessualità, Romy decide di lasciarsi andare alle sue fantasie e concedersi inizialmente un flirt, ed in seguito una vera e propria relazione intima e audace con il giovane collega Samuel, interpretato dall’affascinante Harris Dickinson.
Desiderio e tabù del piacere femminile
La regista Halina Reijn affronta il desiderio femminile in Babygirl con un linguaggio visivo potente e innovativo, mettendo per una volta la figura femminile in una posizione di potere in una relazione sessuale extra-coniugale. Versione matura e contemporanea del celebre Cinquanta Sfumature di Grigio, il film narra in modo talvolta anche ironico la rivendicazione del diritto di voler esaudire il proprio piacere, non più come prerogativa soltanto del mondo maschile ma dell’essere umano in generale.
Il piacere, l’orgasmo e le fantasie erotiche sono narrate rompendo i tabù e, soprattutto, come un’esperienza consapevole ed autentica della protagonista, non come oggetto di voyeurismo o rappresentazioni passive. Attraverso inquadrature intime e dialoghi intensi, senza scadere troppo nel volgare, la regista riesce a catturare l’essenza del desiderio e la necessità di autodeterminazione della protagonista femminile di questa storia.