Una scuderia davvero protagonista, una di quelle già entrate abbondantemente nella storia, stiamo parlando della moto Ducati, e le sue origini. Azienda fondata nel 1926 è diventata – tra momenti di gloria, cadute e risalite – uno dei punti di riferimento principali del mondo delle due ruote. Il percorso della casa motociclistica, orgoglio del nostro Paese è esempio di resistenza, genio, innovazione e un pizzico di follia.
Origini della moto Ducati: una genesi diversa
Come spesso accade con i grandi colossi dei motori, anche la Ducati nacque con intenzioni completamente diverse rispetto a quelle che conosciamo tutt’oggi. Alle origini infatti l’azienda era specializzata nella costruzione di nuove tecnologie utili per le nuove comunicazioni radio. L’anno da segnalare nel calendario è il 1926, quando l’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati, con la collaborazione dei figli Bruno, Marcello e Adriano fonda la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati dopo una scoperta rivoluzionaria del primogenito, ovvero un condensatore (chiamato Manens) in grado di collegare due Paesi distanti tra loro come Italia e Stati Uniti con una potenza di gran lunga maggiore rispetto alla scoperta di Guglielmo Marconi.
Poco più di dieci anni dopo la Ducati risplende più che mai, complice una floridissima produzione di apparecchiature radiofoniche e domestiche che le consentono di diventare in proiezione uno dei poli più importanti di tutta Europa, con un orientamento chiaro verso gli Stati Uniti e l’Australia. Ma uno spettro, terrificante, stava per abbattersi sulla casa bolognese: la Seconda Guerra Mondiale, avvenimento che cambierà, per sempre, la storia della rossa.
Il cambio dei piani
Lo scoppio della guerra impone una rimodulazione totale dell’azienda che converte tutta la sua produzione da civile a militare. Ma nel colpo di coda del conflitto, ovvero nel 1944, un bombardamento da parte dei tedeschi distrugge completamente lo stabilimento di Borgo Panigale, vanificando anni e anni di durissimo lavoro. L’azienda però, seppur distrutta, aveva giocato d’anticipo, lavorando in totale segreto in scantinati, rifugi e magazzini improvvisati per progettare nuovi prodotti da immettere nel mercato appena possibile. Da qui, come per miracolo, nascerà “Cucciolo”, motore monocilindrico adatto per le bicilette presentato nel 1946 alla fiera di Milano, talmente leggero ed economico da ottenere un riscontro di pubblico a dir poco clamoroso.
Da successo a successo, la Ducati brillerà ancora per tecnologia in tutti gli anni a seguire, diventando competitor della Vespa e della Lambretta grazie al lancio del Cruiser, presentato sempre al salone di Milano nel 1952 con un motore a quattro tempi. La mente di tutto è sempre una, l’ingegnere Fabio Taglioni, ovvero colui che alla fine degli anni Cinquanta brevetta un sistema di distribuzione desmodromico che permette alle moto da corsa di viaggiare ad altissimo regime senza alcuna perdita di energia o di efficienza. Questa straordinaria invenzione porterà la scuderia al top delle competizioni motoristiche. Tra le vittorie più significative impossibile non citare quella di Paul Smart nel 1972 alla 200 miglia di Imola in sella alla 750, oltre che il filotto di successi dal 1981 al 1984 con la Ducati 600, ultima creazione dell’ingegnere prima del suo pensionamento.
Una storia di vittorie (non ancora finita)
I successi sportivi proseguiranno anche in tutti gli anni Novanta, portando la Ducati ad essere la scuderia più influente e soprattutto vincente nella SuperBike. Tutto il decennio tuttavia è contrassegnato dal lancio della M 900, da tutti conosciuto come il Monster, un vero e proprio capolavoro del motociclismo che vanta oltre 400.000 esemplari e una quantità innumerevoli di versioni.
Ma quello spirito fortemente intuitivo, quella forza di arrivare prima degli altri porterà la Ducati a cogliere un’altra idea geniale agli inizi del nuovo millennio: proprio l’azienda italiana infatti sarà la prima nel mondo a vendere una propria moto online, la MH 900, modello apprezzatissimo che precederà la Multi strada, la Sport Classic e la Desmosedici RR, prima costruzione derivata direttamente dal prototipo della MotoGP. E proprio nella MotoGP la scuderia sta raggiungendo in questa stagione risultati semplicemente eccezionali, non solo per l’attuale leadership del Campione del Mondo in carica Pecco Bagnaia, ma per la presenza in top 5 di Martin, Bezzecchi e Zarco, tutti in gara con motori Ducati: una storia quindi, tutt’altro che terminata.
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