Abiti che divengono eterni grazie a corpi che li indossano. Non corpi qualunque, ma quelli di donne iscritte nel grande libro della storia, capaci di conferire ai capi una sfumatura della loro anima e contribuendo a iscriverli nel firmamento del tempo infinito. L’abito da sposa di Jackie Kennedy, ne è dimostrazione sublime di tale sinergia; un vestito bianco, simbolo di stile che va all’asta, rappresentando ancora audacia e rivoluzione.

ricordo Jacqueline Kennedy compleanno Life&People MagazineLa scelta fatta dall’ex First Lady per il matrimonio con Aristotele Onassis portò, all’epoca, una ventata di modernità nel panorama della moda nuziale: all’abito tradizionale, lungo e sfarzoso, Jackie Kennedy preferì un completo due pezzi color avorio (in controtendenza con il sempiterno bianco), con blusa a collo alto in pizzo e gonna plissettata sopra il ginocchio, firmato Valentino. Una rivoluzione stilistica con cui Jackie, non solo propose un’alternativa più rilassata e contemporanea, ma diede prova della sua indipendenza, ispirando innumerevoli spose a ripensare le loro scelte nuziali.

L’abito da sposa di Jackie Kennedy all’asta

Il vento di evoluzione, portato da Jackie Kennedy alla moda matrimoniale, aprì le porte della modernità, dimostrando alle future spose la possibilità di andare oltre i canoni tradizionali per esplorare linee più personali consacrando l’iconico abito nella storia della moda. Una storia che oggi potrebbe arrivare nel guardaroba personale di qualsiasi collezionista: dal 16 al 26 settembre, infatti, l’abito della White Collection di Valentino, presentata nel 1968 (chiamata anche come no-colour collection), – indossato al matrimonio da Jackie Kennedy – sarà battuto all’asta (con offerte online che partiranno da 8.000 dollari), in occasione di una vendita organizzata da amici intimi di Jakie e Aristotele, che hanno gelosamente custodito abiti e oggetti personali della coppia.

L’evoluzione da “Regina di Camelot” a “Jackie O”

Il passaggio di Jackie Kennedy dal ruolo di First Lady a quello di moglie di uno degli uomini più ricchi del mondo segnò una trasformazione significativa nella percezione pubblica della sua figura. Durante il periodo alla Casa Bianca, era conosciuta come la “Regina di Camelot“, un epiteto che intendeva sottolinearne la grazia del portamento e la raffinatezza dello stile – da sempre associata alla Ginevra dei romanzi arturiani -. Un’immagine mantenuta nel tempo, anche se con freddezza d’animo percepibile, negli anni di dolore e depressione che hanno seguito l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto a Dallas nel 1963.

Jackie Kennedy Onassis abito da sposa bianco Life&People MagazineDopo essere stata “la vedova Kennedy”, Jackie assunse il soprannome di “Jackie O” a seguito del matrimonio con l’imprenditore greco Aristotele Onassis nel 1968. Se il ruolo di First Lady aveva già consolidato la sua immagine di donna discreta ed elegante, fu proprio il matrimonio con il magnate a consacrare definitivamente il suo status di icona di stile – garanzia di eleganza e di scelte anticonvenzionali -, ma anche di donna indipendente (le nozze con Onassis non furono ben viste né da parte della famiglia Kennedy né dall’opinione pubblica). La scelta di unirsi a Onassis, infatti, testimoniava la volontà di Jackie di prendere le distanze dall’immagine idealizzata della First Lady, per costruire una nuova identità più autentica.

Il secondo matrimonio

Il 20 ottobre 1968, Jackie Kennedy e Aristotele Onassis si sposano in un ambiente che esprimeva perfettamente il lusso e la riservatezza che entrambi desideravano: l’isola privata di Onassis, Skorpios, situata nel Mar Ionio, vicino a Lefkada. Questo luogo incantevole e appartato, all’epoca, offrì una cornice ideale per una cerimonia che, seppur intima, non rinunciava all’opulenza. La coppia festeggiò il matrimonio a bordo dello yacht di Onassis, il “Christina O”, una nave che ospitò anche la luna di miele di Grace Kelly. Nonostante la discrezione dell’evento, il matrimonio ebbe un’enorme risonanza mediatica, contribuendo a costruire il mito dell’abito da sposa.

Jackie Kennedy e Onassis in riva al mare Life&People Magazine

L’abito da sposa di Jackie: scelta rivoluzionaria

La scelta dell’abito da sposa, per convolare a nozze con Aristotele Onassis, si dimostrò coerente con la volontà di dare alla sua immagine pubblica un tono più autentico e spontaneo, liberandosi dell’ingombrante titolo di ex First Lady. A seguito del matrimonio, il completo Valentino portò una ventata di rivoluzione nel mondo degli abiti da sposa, inaugurando la ricerca di un design più contemporaneo, silhouette più snelle e lunghezze ridotte. Infatti il look nunziale di Jackie Kennedy, libero da elaborate decorazioni, esosi strascichi e dall’esclusività del bianco, rappresentava esempio di modernità libera, che sanciva la genesi di una moda mirata all’esaltazione dell’individualità e dell’espressione personale.

Il legame tra Jackie Kennedy e Valentino

Il rapporto tra Jackie Kennedy e Valentino Garavani è una costante della vita di entrambi. L’interesse di Jackie per le creazioni di Valentino fu stimolato dai suoi circoli sociali, dove ebbe modo di apprezzare per la prima volta l’eleganza delle sue collezioni. Colpita dall’artigianalità e dall’innovazione dello stilista, l’ex First Lady volle incontrarlo personalmente, dando vita ad una relazione che sarebbe fiorita negli anni. Un legame che si consolidò in prossimità del matrimonio con Aristotele, quando Jackie decise di attingere dalla collezione White del 1968 per il suo abito da sposa.

Jackie Kennedy Onassis abito da sposa bianco Life&People Magazine

I disegni di Valentino, caratterizzati dalla loro semplicità sofisticata e dall’eleganza raffinata

erano in sintonia con lo stile in evoluzione di Jackie, rendendoli una scelta perfetta per il grande giorno. La decisione di scegliere l’abito avorio di Valentino non voleva essere solo la manifestazione di una preferenza, ma soprattutto una dichiarazione della crescente fiducia nel suo gusto estetico. Il legame con Jackie contribuì notevolmente a consolidare la carriera di Valentino Garavani: alla fine degli anni ’60, lo stilista emergeva come una figura di spicco nel mondo della moda e riconobbe, in numerose occasione, che il “vero boom” fu da imputare al profondo legame instaurato con l’allora First Lady. Anche negli anni più dolorosi, a seguito della morte del marito, Jackie continuò ad indossare esclusivamente creazioni Valentino, apprezzandone la loro austera modernità. Una collaborazione simbiotica che resta un capitolo straordinario nella storia della moda.

L’abito da sposa regalato dopo la morte di Jackie

La leggenda che aleggia intorno all’abito da sposa di Valentino di Jackie Kennedy si dimostra ricca di aneddoti, i quali mantengono viva ancora oggi la memoria dell’indimenticabile First Lady. Nel 1994, dopo la morte di Jackie, molti suoi oggetti personali furono donati ad amici stretti e collaboratori. La famiglia Onassis decise, infatti, di regalare l’iconico abito da sposa ad una coppia che aveva servito a bordo dello yacht di Aristotele Onassis. Questo gesto non fu solo atto di generosità e riconoscenza, ma permise al vestito di restare in possesso di coloro che avevano vissuto da vicino i momenti privati della coppia.

L’abito da sposa di Jackie Kennedy tra storia e leggenda

Indossato durante uno dei matrimoni più discussi del secolo scorso, l’abito di Valentino è divenuto simbolo di uno stile anticonvenzionale, manifesto silenzioso di evoluzione. Nonostante oggi si appresti a conoscere un nuovo proprietario, l’abito resta simbolo di emancipazione, libertà, e di ideali elegantemente sovversivi, che Jackie Kennedy rappresentò.

Condividi sui social