Una vera e propria tendenza, una rivoluzione nel mondo tessile, il second-hand è il fenomeno che sta stravolgendo i consumi ed il mercato e, in maniera sempre più potente si conferma ‘traghettatore della cultura moda dell’usato’. Un fenomeno che si sta facendo largo sia fra le nuove generazioni, ma anche fra consumatori di medio reddito i quali, pur senza impattare in maniera importante sul portafoglio non rinunciano ad ottenere l’oggetto del desiderio. Un giro d’affari di 6 miliardi di euro, un boom che fa decollare i mercati del ‘Resale’ e dei capi di seconda mano, una rivoluzione mossa da una maggiore sensibilità ambientale tema caro anche ai grandi Brand ma anche una risposta alla crisi economica che fa vacillare in maniera significativa l’acquisto dei beni di lusso ‘brand new’.
Vintage significa opportunità
Recenti ricerche confermano che più del 56% dei consumatori ricorre all’acquisto di abiti usati o che preferisce restituire nuova vita a “quel capo” che stava nell’armadio da molto tempo, ma dal quale non ci si vuole separare, affidandosi, per esempio, anche alla riparazione sartoriale. Fenomeno in forte ascesa, tanto che molti store second-hand hanno aperto al loro interno proprio un corner dedicato alla riparazione o modifica del pezzo vintage.
Risparmio e sostenibilità, senza rinunciare allo stile: la cultura della moda è radicata nel DNA, soprattutto in quello dei consumatori italiani e delle grandi aziende del lusso, che, sempre attente ai nuovi mercati, non stanno certo a guardare; sono molti i brand che puntano a collaborazioni con le piattaforme di retail, creando modelli di business incentrati proprio sul riciclo e rivalutazione del second-hand. Basti pensare che la giovane piattaforma di resale online Vestiaire Collective – nata nel 2009- oggi vanta un valore di 40 miliardi con una stima di crescita pari al raddoppio per i prossimi tre anni e, anche i grandi store come La Rinascente, si sono affacciati alla nuova tendenza creando spazi adibiti proprio alla rivendita dell’abbigliamento vintage.
Cambiamento di rotta
Balenciaga, Gucci. McQueen, Burbery, Nike, sono solo alcune delle aziende che hanno abbracciato il fenomeno del resale, pratica che toccherà ben presto anche i nomi più altisonanti come Hemès e Chanel, ancora reticenti, ma ben consapevoli del cambiamento che sta stravolgendo le dinamiche del mercato del lusso. Non stupisce quindi che le maison abbiano colto l’occasione per reinventarsi, ed invece che rimanere inermi al cambio di marcia dei consumatori, abbiano studiato il fenomeno prendendone parte, sfruttando il momento per ampliare e fidelizzare un pubblico più vasto. Si stima, infatti, che entro il 2030 almeno il 18% del nostro guardaroba sarà composto da capi di seconda mano.
Vintage significa distinguersi
I nuovi consumatori stanno acquisendo forte sensibilità e maggiore attenzione al fenomeno moda, riscoprono la qualità di un capo lavorato con determinati criteri e si propende a puntare sulla personalità invece che adeguarsi a modelli standard dettati dall’imponente flusso del Fast fashion.
Comprare meno, ma meglio
Questa è l’opportunità che offre il vintage, esprimere la propria personalità ed originalità. Ogni capo racconta una storia caratterizzato da un’anima e da quell’autenticità che i prodotti di veloce e scarsa manifattura, non possono vantare. Per anni essere alla moda significava possedere, esibire, oggi la tendenza sta cambiando. Anche se ormai non si contano i Brand che propongono online abbigliamento a bassissimo costo, promettendo comunque uno stile sempre attento alle ultime tendenze, il fenomeno del vestire consapevole si sta espandendo in maniera sempre più sensibile, facendo segnare un’impennata nella vendita dell’usato.
Verso il futuro
Un cambio di direzione ormai chiaro ed obbligato, una direzione che offre un’opportunità a tutti coloro che prendono parte al cambiamento, dall’azienda, che ne guadagna in reputazione, al consumatore sempre più orientato ad un consumo circolare e sostenibile a vantaggio anche del pianeta, riducendo sprechi ed impatto ambientale. La moda del riuso rappresenta una vera e propria rivoluzione, molto di più che un trend di passaggio, è un movimento che sta cambiano il modo di consumare e di pensare.