Ci sono luoghi che sembrano non appartenere alla realtà; spazi dotati di un’anima, che si espandono oltre i confini fisici svelando un ipnotizzante pulsione di vita. Luoghi come l’Hotel Excelsior del Lido di Venezia si elevano dal banale concetto di spazio per farsi tempo, testimonianza quasi secolare della storia di quell’arte capace di sospendere, al buio, l’incredulità. Uno spettacolo di raffinato design, quello dell’Hotel Excelsior che, dal 1932, ha legato la propria essenza alla Mostra Interazionale d’arte cinematografica, diventandone cuore pulsante.
La storia dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia
Con le sue ormai iconiche cupole e torrette, espressione manifesta dell’incontro tra lo stile veneziano a quello moresco, l’Hotel Excelsior rappresenta un vero e proprio trionfo di quell’architettura eclettica, che ha contraddistinto i primi anni del Novecento. Proprio in questo periodo storico il Lido di Venezia, un porto di mare, un luogo di scambio e perpetua contaminazione, rappresentava una delle mete predilette dall‘alta borghesia per la villeggiatura estiva; non è dunque una casualità che per elevare l’offerta lussuosa del luogo sia nata, dalla mente visionaria dell’architetto Giovanni Sardi, una sontuosa struttura capace di combinare, in modo inedito, lo sfarzo barocco alle ispirazioni esotiche.
Un anno prima della nascita della Mostra internazionale d’arte cinematografica, il 21 luglio 1908, l’Hotel Excelsior venne inaugurato con un sontuoso party a cui parteciparono oltre 3000 invitati. I più alti rappresentanti dell’élite veneziana non calcarono l’ingresso del palazzo, illuminando il sentiero di un futuro roseo. Infatti la festa di inaugurazione fu il dolce preludio di un futuro che avrebbe consacrato l’Hotel pensato da Sardi nella storia, diventando – a partire dal 6 agosto 1909 – tempio sacro, custode eterno della fabbrica dei sogni.
Cinema e jet set
La storia dell’Hotel Excelsior e del suo legame con la Mostra del Cinema ha inizio la sera del 6 agosto 1932, quando le mura della struttura ospitarono la proiezione di Dr. Jekyll di Rouben Mamoulian alla presenza di alcuni attori del tempo come Greta Garbo, Joan Crawford, Boris Karloff e Clarke Gable. Per la prima volta, i divi presenti al Lido soggiornano in quelle stesse stanze dell’Excelsior che, ancora oggi, restano testimoni silenziose della storia del cinema, di feste sfarzose ed eterni divi. La presenza dei primi rappresentanti del divismo cinematografico sono l’inizio di una legame che vede nell’Hotel, oggi più di ieri cuore pulsante del jet set mondiale: i divi di ieri Errol Flynn, Hedy Lamarr, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, lasciano il posto a quelli di oggi, Zendaya, Timothée Chalamet, Harry Styles, Cate Blanchett, quella nuova generazione di attori che da qualche anno sono presenze fisse al Lido.
Così, scrutando perennemente il mare del Lido mentre l’aria salmastra ne accarezza gli arabeschi, l’Hotel Excelsior ha costruito la sua fama e ha nutrito la sua anima diventando un prolungamento del cinema stesso nel mondo reale. Leggendarie le sue suite, come la Kerastase, i corridoi in cui il tempo pare fermarsi che conducono negli ambienti in cui pulsa il cuore dell’hotel, dal Blue Bar all’Adriatico Terrace. Un rapporto simbiotico, quasi viscerale, quello con il cinema che ha fatto sì che ormai da diversi anni l’Excelsior sia anche la casa dell’Italian Pavillion: luogo di incontri e scambi professionali che mettono al centro il cinema italiano grazie a panel, conferenze stampa e presentazioni che hanno l’obiettivo di valorizzare le produzioni del nostro Paese.
Un set cinematografico ideale
In oltre 100 anni l’Hotel Excelsior, nonostante alcuni necessari interventi di manutenzione e restauro, è rimasto pressoché identico a se stesso enfatizzando quel senso di astrazione e magia che l’ha reso così unico e indissolubilmente legato al mondo del cinema. Sarà anche per questo che l’hotel è diventato set perfetto per evocare l’idea di un mondo sospeso tra realtà e sogno. Guardando la Sala degli Stucchi, ambiente in stile Luigi XVI con ariosi affacci sul mare, è impossibile non ripensare a Robert De Niro e Elizabeth McGovern in C’era una volta in America. Inoltre, cullati della magia del cinema, se si chiudono gli occhi non è difficile immaginare una brezza che fa fluttuare i drappi delle finestre, mentre risuonano le note della musica soave firmata dal maestro Ennio Morricone.
Del resto la magia della Settima Arte è proprio questa, creare ponti tra realtà e immaginazione, facendo vivere infinite vite ideali e luoghi sporcati dalla concretezza del reale. L’Excelsior però è diverso. Situato su una lingua di terra che porta con sé le contraddizioni del mare e della terraferma – del resto il capoluogo veneto è “la città metà fiaba e metà trappola” come la descrisse Mann in La morte a Venezia –, l’Hotel è un luogo dall’identità duplice: reale e al contempo astratto, con i suoi ghirigori e le sue capannine private sulla spiaggia. Un posto che esiste per se stesso, ma che diventa grande e si eleva grazie al Festival del Cinema.