Accompagnare l’immagine fino ai limiti estremi dell’astrazione, spingere il segno verso il confine con la figurazione: le composizioni di Julie Mehretu, in mostra fino al 6 gennaio a Palazzo Grassi a Venezia, sono sensuali ed emotive, intrise di tracce e segni immaginativi che emergono alla superficie da una densità di idee complesse e stratificate. I riferimenti intercettabili in “Ensemble” sono di vasta portata: la storia dell’arte, la politica, la geografia, l’attualità e la vita privata e tutto ruota attorno ad un imponente nucleo di oltre cinquanta opere selezionate dalla pittrice di origine etiope naturalizzata statunitense insieme alla curatrice Caroline Bourgeois.

Mostra Julie Mehretu | Life&People

Sensibilità a confronto

L’esposizione riunisce 17 opere della Collezione Pinault oltre a prestiti provenienti da musei internazionali e collezionisti. A queste tele si aggiungono le opere di artisti vicini a Mehretu, personalità che l’hanno influenzata, tra i quali si annoverano Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Robin Coste Lewis, Tacita Dean, David Hammons, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin. Il visitatore può quindi assistere ad una sorta di dialogo tra sensibilità diverse mai in opposizione, e diverse forme d’arte come la pittura, la poesia, la scultura, il cinema e la musica.

Mostra Julie Mehretu | Life&PeopleIl risultato è un percorso stimolante e non cronologico che mette in evidenza soprattutto un intenso lavoro di stratificazione e di sovrapposizione in tutte le opere: strati su strati nei dipinti di Mehretu, segni astratti che si sovrappongono a fitti disegni di architetture di città, tracce di corpi umani, macchie, linee, punti, segni che sulla superficie dei quadri si accumulano e rimandano ad altre vie dell’astrattismo.

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Abbandono della propria terra

Al di là delle differenze formali, emergono preoccupazioni e linee di forza comuni tra Mehretu e i suoi “ospiti”, che fanno superare l’idea che l’artista basti a se stessa, dimostrando, al contrario, che si trova in relazione con gli altri, con le loro idee, il loro passato e persino le loro aspettative. Gli artisti selezionati per “Ensemble hanno vissuto come fondante e formativa l’esperienza di fuga o di abbandono del proprio Paese, come ad esempio l’Etiopia, l’Iran o il Pakistan: la loro partecipazione alla mostra è quindi la manifestazione della profonda attenzione di Mehretu nei confronti di molte relazioni intessute, del loro carattere determinante e del loro potere creativo senza pari.

“Fin da quando ero giovane, fare arte e amicizia con artisti, poeti, romanzieri, cineasti e attivisti è sempre stato fondamentale per me e per il mondo in cui vivo. In questa mostra abbiamo incluso il lavoro di sette artisti che sono stati importanti per me e sono miei amici intimi, eccetto David Hammons, che conosco da molto tempo e che è stato una specie di stella guida”.

Julie Mehretu

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Dall’Etiopia al mondo intero

Mehretu, nata nel 1970 ad Addis Abeba e trasferitasi da bambina negli Stati Uniti, ha studiato all’Università Cheik Anta Diop a Dakar, al Kalamazoo College in Michigan, per poi ottenere un master alla Rhode Island School of Design nel 1997. Da lì in poi ha avviato una carriera internazionale ricca di soddisfazioni, spostandosi tra Berlino e New York, fino alla mostra personale nel 2003 al Walker Art Center di Minneapolis, il primo grande riconoscimento da parte della comunità artistica internazionale.

Mostra Julie Mehretu | Life&PeopleDa allora ha partecipato a molte Biennali in tutto il mondo e ha esposto nei maggiori musei statunitensi. La sua esperienza di vita si riflette nel vocabolario visivo della sua produzione, che trae spunto da mappe, griglie urbanistiche e forme architettoniche, elementi che si combinano nella realizzazione di dipinti, disegni e stampe che sfumano la linea tra astrazione e figurazione. L’arte di Mehretu incarna il carattere interconnesso e complesso di un mondo che sembra, a volte, andare fuori controllo.

Mostra Julie Mehretu | Life&PeopleDa lei definite “mappe di non luoghi”, le opere spesso assemblano città reali e immaginarie, piazze e luoghi pubblici (edifici governativi, musei, stadi, scuole), simbolo di cambiamento sociale, come Piazza Tahrir, o la Piazza Rossa, attraverso i quali Mehretu intende riflettere su temi contemporanei: la frammentazione della vita della metropoli, la guerra, la violenza, il colonialismo, la migrazione, la protesta sociale.

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