Chiara Boni apre la scatola dei ricordi e ci conduce nella “British Chic Extravaganza” presentando la sua Collezione Autunno Inverno 2024 2025 nell’ultima giornata della Milano Fashion Week. Una celebrazione del punk inglese ribelle, rivoluzionario, irriverente e autentico che riflette da sempre lo spirito della designer.
La dirompenza della cultura british
La stilista, tornata lo scorso settembre sulla passerella meneghina dopo anni trascorsi a New York, cita una famosa frase di Joan Collins, sex symobl del cinema britannico scomparsa ormai trentuno anni fa.
Dal punto di vista dell’attrice la grande peculiarità del popolo inglese è quello di prendersi poco sul serio. Ed è probabilmente questo il punto di partenza di Chiara Boni che, in pieno stile british, coglie l’aspetto più conturbante della cultura d’oltremanica, da sempre irriducibile fonte d’ispirazione per tutti gli artisti,
«Ho avuto un’autentica Mary Poppins e con lei sono volata a Londra che in quel momento era l’ombelico del mondo. Ci arrivai vestita da brava ragazza di buona famiglia italiana, e nel giro di una settimana ho perso completamente la testa».
Una valigia di ricordi di viaggio, fatta di pezzi inediti reinterpretati in stile italiano, un amore, quello di Chiara Boni verso il Regno Unito, sciorinato nel dettaglio: “Io che nasco immaginaria”, autobiografia pubblicata lo scorso novembre in parte utilizzata come “colonna sonora” dello show. Le musiche, composte da Thomas Costantin, supportano una voce narrante che descrive l’atmosfera della Londra degli anni Sessanta, dipanandosi poi in racconti sempre più contemporanei esaltati da un tappeto di pulsazioni elettroniche orchestato da Andrea “Andy” Fumagalli, Eyeguys, Filippo Scandroglio e Giulia Bevacqua.
Il fascino britannico è anche fuori Londra
Sarebbe riduttivo descrivere la nuova collezione rimanendo ancorati soltanto nella capitale: Londra. La visione della stilista infatti abbraccia tutte le principali influenze dell’isola. C’è ad esempio tanta Scozia, riversata nei pattern tartan che donano un mood confortevole e capace di resistere nel tempo.
Sfilano motivi sartoriali classici della moda maschile come lo spigato ed il Principe dei Galles. Non mancano poi il kilt e l’immancabile jersey, elemento cardine del brand, stampato con un motivo che richiama la flanella.
I maxi fiori presenti sugli abiti omaggiano l’ordine e la perfezione dei giardini inglesi, mentre la palette cromatica evoca i colori della campagna: dal bianco invernale al blush lavanda passando al rosa petalo e al chartruse per arrivare poi a nuance più intense come il mogano, muschio, ottanio, mirtillo e blu artico, riversate su una serie di abiti che, come suggerisce la rinomata diversità britannica, offre una grande sfaccettatura di stili.
Tra drappeggi e il tailoring
Sulla runway di Via San Luca si alternano inoltre mini dress e maxi abiti tagliati, spezzati con morbidi completi sartoriali, top bustier, pantaloni e blazer allungati. La fluidità dei capi da sera è invece impreziosita dal drappeggio e da tessuti metallici in oro e argento.
Grande attenzione verso i gioielli, forniti dalla famiglia Demaldé con una selezione di preziosi contemporanei e vintage. Le piume, innestate su alcuni cappelli ed accessori, sono invece opera di Mazzanti Piume, laboratorio fondato a Firenze nel 1935.
Il brand Bonfilio Hats contribuisce infine alla realizzazione di abiti più vicini alla haute couture come la reinterpretazione del papavero rosso (indossato come maxi groviera) e di altri pezzi come il cilindro da cavallerizza con due serrature sul lato e la veletta a trama larga dalla connotazione rock/punk.
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