Una telecamera si avvicina lentamente ad un sontuoso portone intarsiato, sembrerebbe quello di un arcaico tempio; una solenne musica in sottofondo contribuisce a conferire a questo luogo un’atmosfera austera e misteriosa. In realtà, quelle porte appartengono all’Antico Collegio di Sant’Ildefonso, situato a Città del Messico, e a condurci al suo interno è l’ultimo dei docufilm, curati da Dior, che mirano a celebrare l’artigianalità delle persone coinvolte nella produzione di ogni collezione della maison francese. “Metamorphosis” è il titolo del documentario, presentato in anteprima all’Hôtel Marignan di Parigi, che mostra il dietro le quinte della collezione Cruise 2024. Teatro della sfilata è proprio il San Ildefonso, fra le cui mura si aggira la telecamera dell’opera video che omaggia una terra ricca di cultura e tradizioni.

documentario Dior METAMORPHOSIS | Life&People Magazine

La scelta della location

Una struttura, scelta non per caso dalla direttrice creativa, Maria Grazia Chiuri. È qui, infatti che Frida Kahlo ha studiato ed incontra per la prima volta Diego Rivera. L’artista, celebre per i suoi murales, sta dipingendo, in quel periodo, La Creazione, immensa opera situata all’interno dell’anfiteatro del collegio. La giovane pittrice ne resta folgorata.

documentario Dior METAMORPHOSIS | Life&People MagazineDunque, è questo luogo a veder nascere uno dei più grandi e tormentati amori della storia dell’arte. E la Chiuri non poteva che farne teatro della presentazione della collezione Cruise, tributo a Frida Kahlo e, quindi, cornice della prima parte di “Metamorphosis”. Il documentario, si apre, con una panoramica di quei luoghi che videro nascere la liaison amorosa fra i due artisti fino ad inquadrare proprio il murales che ne fu galeotto.

L’abito tradizionale messicano: tehuana

Quello fra Dior e il Messico è un legame che risale a ben molto tempo prima, però. È, infatti, il 1947 quando lo stilista e fondatore della maison decide di intitolare a Frida un abito della sua collezione, evento che segna l’inizio dell’influenza che la cultura del paese sudamericano tutt’oggi esercita sul brand francese. A distanza di oltre settant’anni, Maria Crazia Chiuri omaggia ancora la pittrice messicana e lo fa nell’incipit di “Metamorphosis”.

documentario Dior METAMORPHOSIS | Life&People MagazineIl documentario si sofferma, nella parte iniziale, sul ruolo che l’artista e icona femminista ha nel mondo della moda. A partire dall’uso che essa fa degli abiti tehuana, tipici della sua terra, per nascondere l’asimmetria delle proprie gambe. Il costume tradizionale messicano permette, infatti, a Frida, di celare la difformità degli arti inferiori e di sentirsi sensuale e sicura di sé.

Il racconto delle artigiane del Messico

A guidare lo spettatore in questo viaggio multisensoriale, oltre alla voce della Chiuri, è quella della curatrice Circe Henestrosa, studiosa della Kahlo e della cultura messicana. A lei è affidato il compito di riunire i numerosi artigiani dello stato meridionale di Oaxaca, protagonisti della seconda parte del docufilm di Dior. Così, abili ricamatrici, tessitrici e argentiere prestano il loro volto alla maison per celebrare le tradizioni tessili del Messico accogliendo le telecamere nei propri laboratori.

documentario Dior METAMORPHOSIS | Life&People MagazineE ci si imbatte nelle parole e nel racconto di Narcy Areli Morales che supervisiona la progettazione e produzione di una tecnica di ricamo nota come pepenado fruncido, tramutata in ornamento per giacche e gonne Dior. Interessante anche il focus sul lavoro di Elina Chauvet, artista ormai celebre per l’installazione femminista Zapatos Rojos, la moltitudine di scarpette rosse divenute il simbolo internazionale del femminicidio.

Valorizzare le tradizioni tessili messicane

E sebbene, tra gli artigiani messicani coinvolti da Dior e presenti in “Metamorphosis” vi siano anche uomini come Hilán Cruz Cruz, co-fondatore del laboratorio Taller Textil Yolcentle e tessitore Nahua, o Pedro Meza, che ha creato per Dior un gaban, una tunica quadrata, il documentario strizza l’occhio al mondo femminile. L’obiettivo di Dior, con la sua opera filmica, è conferire al settore tessile una valenza artistica, tale che possa legittimarlo ad essere tramandato.

documentario Dior METAMORPHOSIS | Life&People MagazineTrattandosi di un mestiere creato e svolto prevalentemente da donne, in Messico, viene considerato privo di valenza culturale. Ed è, dunque, con la mission di superare tale retaggio, che la Chiuri sceglie di presentare queste donne come lottatrici. Ciò per cui si battono e che difendono con orgoglio è un prezioso tesoro: il patrimonio culturale che le loro madri e nonne hanno tramandato in secoli di storia.

Condividi sui social