Se c’è un capo che nel corso della storia è stato indossato in segno di ribellione da intellettuali ed artisti, quello è il dolcevita, maglione a collo alto che deve il suo nome al celebre film di Federico Fellini. Tuttavia, sebbene gli anni Sessanta lo abbiamo portato alla ribalta, l’origine dell’indumento tanto caro a Mastroianni va ricercata in epoca medievale. Ad indossarne una prima versione sono stati, infatti, nottetempo, i cavalieri che avevano bisogno di ridurre le irritazioni e abrasioni generate dagli anelli metallici della cotta di maglia che li copriva. In una simile circostanza fa, così, il suo ingresso in battaglia, non come arma ma quale strumento di protezione, il dolcevita.
E un’indole protettiva il maglione a collo alto l’ha conservata anche nei secoli successivi, facendo da scudo contro freddo e intemperie indosso a operai, marinai e pescatori. Ma se qualcuno pensa che il dolcevita abbia rivestito un ruolo unico di utilità e funzionalità si sbaglia.
Il collo alto in epoca elisabettiana
Già in epoca elisabettiana il capo felliniano entra a far parte nel mondo della moda divenendo sinonimo di stile ed eleganza. Gorgiera era il nome, dunque, del collo esagerato, svasato verso l’esterno ed impreziosito da ruches, pizzi e volant, che erano soliti sfoggiare tanto la regina Elisabetta I, quanto personaggi come William Shakespeare. Sempre in Inghilterra, il dolcevita conquista poi l’universo sportivo apparendo, nel 1860, indosso a giocatori di polo come parte della loro uniforme. Tassello storico, quest’ultimo, che spiegherebbe l’espressione polo neck con cui si indica una maglia a collo alto. Sarà, invece, il XX secolo a renderlo un capo rivoluzionario, emblema di ribellione da parte di chi rifiutava la moda tradizionale dell’epoca. E chi se non intellettuali e filosofi avrebbero potuto esserne promotori di questa scelta controcorrente?
Il dolcevita degli intellettuali
Pare che tra i primi ad esibire un look che copriva totalmente la gola sia stato il commediografo, attore e regista Noel Coward facendo da apripista per gli intellettuali francesi. Erano loro a sfoggiarlo con orgoglio mentre si incontravano per discutere nei café parigini; ed è stato, infatti, il filosofo Michel Foucault, a rendere iconico un outfit che valorizzasse il dolcevita. La risposta al perché scrittori, poeti ed esponenti di correnti avanguardistiche amassero così tanto la maglia a collo alto, va ricercata nella rottura che essa creava nei confronti dell’abbigliamento vittoriano. Il dolcevita, sfidando le convenzioni sociali, diventava, dunque, un segno di protesta di giovani ed intellettuali contro le restrizioni imposte dalla società conservatrice. Chiunque lo indossasse si faceva portavoce di modernità e, soprattutto, dell’idea di una moda emancipata. Il dolcevita gridava al mondo il desiderio di libertà e individualità.
Indossato dalle dive del cinema
A cavalcare l’onda portandolo al successo che ancora oggi lo circonda, è stato certamente il mondo del cinema a partire proprio dall’omonimo film “La Dolce Vita” in cui Marcello Mastroianni appare nella scena finale con camicia nera e un foulard dello stesso colore legato alla gola, producendo un effetto simile ad una maglia a collo alto. D’altronde, Mastroianni amava indossare un dolcevita sotto ad un blazer o ad un cardigan in lana, sia sul set che nella vita di tutti i giorni tanto quanto le sue colleghe dive di Hollywood.
Indumento carico di fascino e sensualità, inoltre, il dolcevita, ha reso celebri le silhouette di star come Jayne Mansfield e Marilyn Monroe, nonché Audrey Hepburn. Quest’ultima, nel film Funny Face, sfilava per le strade di Parigi con dolcevita e pantaloni attillati scuri. L’elenco di attrici e dive fan di questo capo potrebbe proseguire includendo Sophia Lauren e, senza dubbio, Juliette Greco. La cantante parigina ha fatto della maglia a collo alto una dichiarazione d’indipendenza femminile.
Un trend negli anni 2000
Dalla fine del secolo scorso e fino agli anni 2000 c’è stato, poi, chi ne ha fatto una vera uniforme. Celebrità come Steve Jobs o Andy Wahrol, hanno contribuito a conferire al dolcevita significati sempre diversi, politici e rivoluzionari. Come dimenticare i look sfoggiati da le Black Panthers ed il dolcevita arancione traforato di Prada presentato sulle passerelle Primavera Estate 2021. Così, con un nome che rimanda al film che più di tutti ha segnato la storia innovando e sconvolgendo, il maglione a collo alto continua la sua scalata, – con un gioco di parole -, a testa alta.