Esiste un rapporto diretto tra le grandi case di moda e le icons più rappresentative del Novecento. Due mondi che, una volta uniti, hanno dato vita ad abiti ed accessori entrati per sempre nella memoria collettiva, come dimostra per esempio la Birkin Bag, realizzata appositamente da Hermes per la nota attrice francese. Altre volte però è proprio la Diva a scrivere la storia di un pezzo, ed è proprio il caso della borsa Lady Dior, la bag preferita di Diana Spencer.
In principio era “Chouchou”
Quella che noi conosciamo come “Lady Dior” nasce infatti tempo prima, nel 1994, con il nome di “Chouchou”. È un accessorio particolarmente importante anche per il nostro Paese, in quanto rappresenta una delle ultime creazioni di Gianfranco Ferrè nella casa di moda di Parigi. Il modello si presenta compatto a scrigno quadrato, con manici ad archetto e una lavorazione in pelle cannage che, secondo quanto narra la leggenda, riprende il pattern di una poltrona francese. Ad impreziosirla una serie di dettagli in gioiello che compongono la scritta della maison in oro.
Ma diventa mito nel 1995 quando, in occasione dell’inaugurazione della retrospettiva di Paul Cézanne al Grand Palais di Parigi, la First Lady francese dell’epoca Bernadette Chirac regala una Dior Chouchou a Diana. La britannica rimane subito estasiata dalla grazia e dall’eleganza della borsa, facendola diventare in poco tempo il suo accessorio preferito. Lady D sfoggerà pochi mesi più tardi, a novembre, il nuovo modello della it-bag, sancendo definitivamente un’unione talmente dirompente da far mutare il nome in “Lady Dior“.
Un successo travolgente
Sarebbe tuttavia eccessivamente riduttivo descrivere il riscontro clamoroso della borsa accostandola esclusivamente alla folgorazione avuta da Diana. Oltre chiaramente il chiaro apporto della Principessa del Galles, vera “influencer ante litteram” in grado di smuovere il mercato soltanto grazie a un outfit, il successo della Lady Dior fu scaturito anche da un timing perfetto.
In un’epoca, quella della prima metà degli anni Novanta, dove spopolavano ben altri tipi di accessori come borse a tracolla, marsupi e zainetti, la bag amata da Lady D venne percepita come vero e proprio elemento di novità, soprattutto grazie ad un naturale charme e a una ricercatezza nelle lavorazioni senza eguali. Non per nulla, il fondatore Monsieur Christian la definì:
“Un oggetto d’arte, per il suo carattere unico“.
“L’altra” motivazione
Esiste poi anche un’indiscrezione, in realtà mai confermata. Diana infatti amava molte borse, ovviamente prodotte da altri marchi, come per esempio la “Diana” di Gucci, realizzata nel 1991. Dopo che scoprì della relazione extra coniugale tra il suo consorte Carlo e Camilla, decise di accantonare la creazione della casa toscana, in quanto le due lettere presenti, la “C” e la “G”, erano proprio le stesse dei due amanti. Anche per questo motivo dunque la britannica sposò in toto la bellezza della Lady Dior, facendola diventare la sua borsa preferita.
La storia Lady Dior continua
Con il passare del tempo la popolarità dell’accessorio non si è mai esaurita, attirando stagione dopo stagione sempre più attenzione complice anche la linea Lady Dior Art, ovvero una serie di reinterpretazioni della borsa firmate dagli artisti più importanti del movimento tra cui spiccano Manal AlDowayan, Gisela Colón, Johan Creten, Genieve Figgis, Gigisue, Antonin Hako, Zhang Huan, Leonhard Hurzlmeier e Yukimasa Ida.
Inoltre il fascino della Lady ha brillato nel nuovo shooting pubblicitario di Dior, realizzato proprio questo mese dalla fotografa Brigitte Niedermair sullo sfondo della Torre Eiffel: una campagna dal grande fascino visivo che mette in contrapposizione la bellezza del soggetto, incastonandolo perfettamente nelle architetture della struttura-simbolo parigina.
Leggi anche: I mocassini platform svettano tra le tendenze Autunno/Inverno