Appuntamento con la storia: andrà in scena oggi 21 giugno fino al 25 giugno, il Festival di Glastonbury, la rassegna di musica dal vivo più importante a livello europeo in scena ogni anno nell’omonima cittadina del Regno Unito e giunta alla sua quarantesima edizione. Un evento che sarà contrassegnato da una lineup di altissimo profilo tra cui spiccano in qualità di headliners gli Artic Monkeys, Guns N’ Roses ed Elton John, quest’ultimo alle prese con l’ultimo concerto della sua carriera. Per prepararci al meglio a uno dei weekend musicali emozionalmente più toccanti, torniamo indietro nel tempo scoprendone le origini e le ragioni del successo.
1970: l’anno Zero
Glastonbury
ha un background antichissimo. Molti anni prima della sua fondazione infatti, nel piccolo Paese situato al sud del Regno Unito non lontanissimo dalla Capitale Londra, il compositore Rutland Boughton organizzò tra il 1914 e il 1926 un ciclo di concerti, lezioni e rappresentazioni in una scuola estiva, denominando la kermesse Glastonbury Festival: l’evento trovò l’attenzione di un pubblico bohèmien, attratto dalla proposta artistica.
Eppure, il primo concerto organizzato alla Worthy Farm, area immensa di Pilton (località a 10 km da Glastonbury), fu organizzato nel 1970 da Michael Ealvis che, a settembre, propose il Pilotn Pop, Blues & Folk Festival. L’anno successivo invece la rassegna fu spostata nel mese di giugno, in corrispondenza del solstizio d’estate, catturando un certo interesse a livello nazionale. Sarà proprio questo il preludio del Glasto che conosciamo oggi. Già da allora infatti fu costruito per l’occasione una versione rudimentale dell’iconico Pyramid Stage, un tipo di palcoscenico progettato da Bill Harkin che si distingueva per la sua forma piramidale, divenuto poi uno dei simboli del Festival. Ad alternarsi sul palco dei veri e propri miti, come i Traffic, Fairport Conventione David Bowie. Un luogo così ampio e un tipo di convivialità così libera trovò parecchio riscontro tra gli hippie, i quali popolarono Pilton sia nel nel 1977 che 1978 con una sorta di manifestazioni spontanee di cui però non sono rimaste delle testimonianze fotografiche. Il Glastonbury, così come lo conosciamo, comincia a prendere forma seriamente soltanto negli anni Ottanta.
Il Festival diventa a cadenza annuale
La rassegna musicale cresce in modo considerevole già nella prima metà degli Ottanta, periodo in cui si inizia a pensare al Festival come un evento sempre più grande, motivo per cui si decide di allestire addirittura un’intera area rivolta ai più piccoli, con un supporto continuo ad associazioni benefiche come Children’s World, Oxfam, WaterAid e Greenpeace, alcune di queste presenti ancora oggi in qualità come volontarie. L’offerta diventa sempre più allettante, con un cast sempre più variegato e un pubblico sempre più numeroso, tanto da non entrare più nella Worthy Farm. Per questo motivo l’organizzazione acquista la Cockmill Farm, un’altra area di oltre quattromila metri quadrati.
Con il propagarsi della rave culture, Glastonbury diventa dunque uno dei principali punti di riferimento della sottocultura europea, passando in poco tempo dal 100.000 a 250.000 spettatori, tanto da attrarre anche il forte interesse dei media. Nel 1994, non a caso, l’emittente Channel 4 trasmette per la prima volta l’evento in diretta, trovando poi un enorme contributo da parte della rete nazionale BBC (tutt’oggi proprietaria dei diritti televisivi). Nello stesso anno i The Levellers, celeberrimo gruppo rock, segnano il record di presenze suonando davanti a una marea sterminata di persone, record mai più infranto da nessun altro. L’edizione successiva sarà invece caratterizzata da un’altra importantissima novità. Insieme al Pyramid Stage allestito anche il dance stage, un palco interamente dedicato alla musica dance proprio per venire incontro alle esigenze del pubblico, rimasto ammaliato dalla performance degli Orbital del 94, ponendo dunque il Festival in una nuova dimensione. Nel 1997, in una delle annate più clamorose della storia, la BBC e il quotidiano Guardian diventano sponsor della kermesse, mentre gli headliner Radiohead fanno impazzire il mondo intero con un live set rimasto negli annali.
Nuovi palchi, stesso entusiasmo
Andando avanti con gli anni, si aggiungeranno nuovi stage, tra cui si contano anche il Glade ed il Left Field, inseriti nel 2000, anno del ritorno sulla piazza della leggenda David Bowie. Ma etichettare il Glastonbury soltanto come un Festival musicale sarebbe oltremodo riduttivo. La rassegna è infatti una sorta di orgia sociale, dove si riuniscono migliaia e migliaia di persone provenienti da ogni angolo del mondo per passare dei giorni in segno della condivisione, passando le giornate tra l’area palchi e il camping, uno dei luoghi più controversi e discussi, complice l’utilizzo di svariate sostanze allucinogene non concesse dalla legge.
La portata della cinque giorni è talmente dirompente da accogliere saltuariamente dei personaggi esterni al mondo musicale o dell’intrattenimento. In passato ha fatto non a caso capolino nella Valle di Avalon anche il Dalai Lama che, in un discorso toccante alla folla, ha rimarcato l’importanza di un “Festival dedicato alle persone“, criticando la presenza di politici che a volte gravitano sul palco per cercare di accalappiare qualche voto in più.
L’edizione 2023: l’addio di Elton John
In quest’ultima edizione, la quarantesima, Glasto sarà chiusa dall’ultimo live di sempre del cantautore britannico Elton John, il quale allestirà uno show completamente diverso rispetto a quello proposto nel suo lunghissimo tour d’addio che, impreziosito dall’esecuzione dei brani assenti dal suo repertorio da anni e dalla presenza di tantissimi ospiti, pronti ad accompagnare The Rocket Man on stage per l’ultima volta.
È prevista inoltre la presenza di tantissimi altri artisti, tra cui si contano gli headliner Artic Monkeys e Guns N’ Roses, oltre che i maggior esponenti della musica mondiale come Central Cee, Lana Del Rey, Chvrches, Alt-J, Blondie, Christine and the Queens, Fatboy Slim, Fred Again, Hot Chip, Lewis Capaldi, Lil Nas X, Lizzo, Måneskin, Shygirl, Slowthai, Sparks e Thundercat. Tutto è pronto per l’ennesima festa.
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