Duecentomila dollari. Questo è il prezzo di uno dei costumi più iconici della storia del cinema; sì, stiamo proprio parlando dell’incredibile abito bianco indossato da John Travolta nel ruolo di Tony Manero in occasione del film “La febbre del sabato sera”, pronto ad essere battuto all’asta in California, all’interno di una vendita dal nome esemplificativo: “Hollywood: Classic & Contemporary”.
Un semplice vestito in poliestere
Non tutti sanno che il successo della pellicola diretta da John Badham venne prodotta con una dose massiccia di scetticismo. Il tema del film, un bellissimo omaggio alla Disco Music, non convinceva tantissimo il mondo di Hollywood, come testimonia anche il basso budget impiegato per la sua realizzazione. I documenti parlano infatti di un investimento di 3,5 milioni, aspetto che ha costretto chi di dovere a puntare non solo su attori completamente sconosciuti, tra cui proprio John Travolta, ma anche a un contenimento importante per oggetti e abiti di scena.
Il colpo di genio arrivò per merito di Patrizia Von Brandenstein, costume designer della pellicola, la quale ebbe la grande intuizione di puntare sull’autenticità, cercando il capo in compagnia del regista e dello stesso Travolta proprio a Brooklyn, esattamente lo stesso quartiere del Tony Manero del film, trovando proprio nel distretto vicino Manhattan il mitico abito bianco, il cui tessuto di poliestere garantiva massima resa e sostenibilità sul versante economico.
Da nero a… bianco!
Una volta individuato il capo, Von Brandenstein decise di acquistarne quattro modelli, due destinati a Travolta e altri due per la sua controfigura. In realtà però nei piani iniziali la tonalità non doveva essere il bianco, bensì il nero, considerato summa dell’eleganza. Sarà la stessa costumista poi a spiegare il motivo del cambio di colore, sostenendo come gli eroi nell’iconografia storica, da Lancilotto Da Tom Mix, erano soliti in realtà indossare vestiti in bianco nelle competizioni più importanti proprio per esprimere a pieno il concetto di purezza e devozione.
L’abito bianco, utilizzato nella scena madre del film, rappresenta dunque anche la maturità del personaggio, da sempre considerato la pecora nera della famiglia, motivato a lasciarsi dietro la negatività del passato affrontando il futuro con una nuova consapevolezza.
L’abito bianco di John Travolta: gli effetti de “La febbre del sabato sera”
Difficile riassumere in poche parole l’impatto mastodontico che ha avuto un capolavoro come “La febbre del sabato sera” nella pop culture. Come poche altre pellicole uscite in precedenza infatti il film ha avuto la capacità di unire l’entertainment più puro all’azione, tenendo il focus sulle tematiche giovanili e sociali tipiche del tempo. In molti si sono riconosciuti in Tony, ragazzo insoddisfatto, sfruttato e senza prospettive che vive in periferia aspettando il weekend peer trasformarsi Re della discoteca Odissey 21 e lasciare le problematiche della vita fuori dalla pista.
E questa necessità impellente di riconoscersi in qualcosa è stata senza alcun dubbio la chiave del successo del prodotto audiovisivo, soprattutto considerato il contesto in cui è uscito. In quel periodo infatti i film di Hollywood erano impregnati di fantascienza e di storie completamente scollegate alla realtà, pensiamo a “Guerre stellari” o ad “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (entrambi del 1977). “La febbre del sabato sera” era invece incredibilmente vero, offriva una spaccato di società estremamente realistico, con problematiche attuali e vicine ai giovani, fattore che ha spinto Tony Manero, – dunque John Travolta -, ad essere considerato un vero e proprio personaggio simbolico, specchio di una società alla ricerca di un appiglio che stava mutando culturalmente. Il valore dell’abito bianco che verrà battuto all’asta a partire da 200.000 dollari si porterà dunque per sempre un valore inestimabile e storico, esattamente come un’opera d’arte figurativa.
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