L’anniversario più triste. Oggi, 22 dicembre, è il giorno di compleanno e del ricordo di Piero Angela, luminare della divulgazione scientifica scomparso lo scorso 13 agosto. Un giornalista di spessore, di alto profilo, ammirata dalla popolazione intera, di qualsiasi fascia d’età. Nel giorno in cui Angela avrebbe compiuto novantaquattro anni, ripercorriamo storia e biografia.
I primi anni
Piero Angela
nasce a Torino il 22 dicembre 1928. Il papà, Carlo Angela, fu un medico antifascista insignito della medaglia dei Giusti tra le Nazioni. In più occasioni il divulgatore raccontò come la sua razionalità sia stata un insegnamento molto importante proprio di suo padre. La sua educazione è “alla piemontese”, dunque rigida e con principi severi, tra cui quello di stare sempre un passo indietro, senza mai ostentare nulla di sé.
Il giovane Carlo in più occasioni ha inoltre parlato del suo complicato rapporto con la scuola (frequentò i Licei Classici), rivelando di essere stato un pessimo studente e di ricordare con piacere soltanto un insegnante, Don Carlo Unghetti, forse il primo a impiantargli il seme della conoscenza scientifica. Non per nulla per il suo percorso universitario scelse il Politecnico di Torino, salvo però poi interrompere gli studi a causa del suo ingresso in RAI.
Il lavoro di giornalista in RAI e la folgorazione
Una volta terminato il liceo Piero Angela divenne un musicista professionista jazz con lo pseudonimo di Peter Angel, cimentandosi dal 1948 con svariate jam session nei club torinesi ed esibendosi insieme al batterista Franco Mondini e al suo gruppo. Proprio il Jazz sarà l’elemento che gli consentirà di approdare in RAI. La TV Nazionale assume Angela come collaboratore per un programma radiofonico incentrato sulla storia del jazz, un incarico che lo spingerà a dedicarsi completamente al giornalismo, prima come cronista del giornale radio, poi come corrispondente estero per il telegiornale da Parigi (dove sua moglie Margherita partorisce i figli Christine e Alberto) e infine come inviato di guerra nello Yemen, in Israele, Iraq e Vietnam.
Soltanto nel 1968 la Radio Televisione Italiana richiama Piero indietro, affidandogli la conduzione del telegiornale delle 13:30. Sarà proprio in questo periodo che il giornalista svolge il suo primo grande lavoro nella sezione “cultura”, realizzando una serie interamente incentrata sul programma NASA dell’Apollo intitolata “Il futuro nello spazio”. Fu la miccia che fece esplodere in Angela la voglia di dedicarsi a capofitto nella divulgazione, rapito dal desiderio di poter spiegare a un pubblico non ferrato argomenti non semplici.
Il successo di “Quark” e “Super Quark”
Tutti i programmi ottennero un successo davvero strepitoso di critica e pubblico, con gli spettatori letteralmente rapiti non solo dall’estrema semplicità con cui venivano sciorinati argomenti poco accessibili, ma anche per il modo di fare del conduttore televisivo. Sempre gentile, affabile e scientificamente curioso. Piero, captando l’interesse del pubblico, capì che era arrivato il momento di iniziare un nuova fase della divulgazione televisiva, progettando la messa in onda di “Quark”, uno dei suoi programmi più importanti il cui titolo fu preso in prestito dalla fisica. L’obiettivo del programma era semplice: riuscire a fare esattamente ciò che i suoi Professori non erano riusciti a fare nella sua esperienza al liceo: fare innamorare le persone della scienza. Attraverso documentari chiarissimi, animazioni e interviste degli esperti, “Quark” entrò in televisione creando ex novo un filone mai battuto in precedenza. I numeri furono a dir poco sconcertanti.
Basti pensare che la prima puntata dello show fu vista da nove milioni di telespettatori, generando nel tempo diversi spin-off, uno più guardato dell’altro, prima di chiudere i battenti otto anni più tardi, nel 1989. Nel 1995, a causa anche della sempre crescente proposta concorrenziale di Mediaset, il Direttore di rete chiamò a suo rapporto Piero Angela proponendogli una sfida affascinante e inedita: ideare un “Quark” esteso, dunque di ampio respiro, in grado di poter fronteggiare la prima serata accompagnando gli spettatori fino al TG della notte. Da questa intuizione nasce “Super Quark”, il programma che portò l’ Infotainment scientifico in prime time, riuscendo nell’impossibile intento di incuriosire l’Italia a colpi di cultura e di conoscenza tenendo incollata allo schermo milioni di telespettatori per 120 minuti a puntata.
Il ricordo di Piero Angela: gli anni zero e la nuova era in coppa con il figlio Alberto
Dopo un ventennio contrassegnato dal trionfo di “Quark”, gli anni zero saranno caratterizzati, proprio fino a poco prima della sua scomparsa, da una nuova era in tandem con il figlio Alberto, trovando un enorme consenso con “Ulisse – il piacere della scoperta”. Alberto, già autore di “Superquark”, era comparso nel 1993 a fianco del padre ne “La terra dei dinosauri” e, esattamente come il padre, entrerà anche lui nel mito, facendosi spazio con garbo, intelligenza, educazione, sapienza. Valori trasmessi da padre in figlio. Lo spirito di Piero alberga anche in Alberto, facendoci sentire meno soli.
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