Con la chiusura in casa forzata dettata dalla pandemia si è verificato un proliferarsi di canali e metodi d’intrattenimento alternativi a quelli canonici. Durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria non a caso la piattaforma Twitch, incentrata su show in diretta di vario da genere (dal game play al semplice just chatting), ha registrato un boom d’utenza impressionante, arrivando solo nel 2021 a oltre 18,5 miliardi di ore viste. Nello stesso periodo un altro fenomeno, in continua espansione ancora oggi, ha subito un accelerata, ovvero quello dei podcast oramai uno degli strumenti di comunicazione più efficaci, utilizzato non a caso in diversi rami, incluso quello del fashion. Scopriamo quali sono i migliori podcast dedicati alla moda, con un occhio di riguardo verso quella sostenibile, da conoscere e ascoltare.
Il motivo della scelta
Il principale aspetto che ha convinto l’industria del fashion a buttarsi a capofitto nel mondo del podcast è identico a quello verificatosi negli altri campi. Il tipo di comunicazione, se ben fatta, consente di creare attorno al progetto un vero e proprio senso di appartenenza e di community. I protagonisti delle trasmissioni durante le puntate instaurano un rapporto d’intimità con l’ascoltatore, sciorinando competenza ma anche quanta più empatia possibile a livello umano. L’aspetto più importante da tenere in considerazione è infatti quello di coinvolgere quanto più possibile gli spettatori, facendoli entrare in “casa propria” azzerando, per quanto possibile, ogni tipo di distanza.
Proprio per questo motivo alcune maison hanno scelto come tematica principale il “Behind the scene”, parlando del compito delle principali figure professionali delle varie aziende; in questo filone si sono messi ad esempio Hermès (“The Faubourg of dreams”) e Margiela (“The memory of… John Galliano). Più ampio lo spettro di case come Gucci e Balmain che hanno invece optato per un’argomentazione più ampia, incentrata sulla storia e sul significato del proprio brand nel mondo.
L’esperimento di Gucci sulla moda sostenibile
Alcune aziende hanno poi preferito sfruttare la potenza del medium per affrontare temi delicati e attuali, come quello della moda sostenibile e dell’inclusione: è quello che ha fatto (per citare una maison di rilievo) Gucci, mandando in onda una serie di podcast facenti parte del progetto Chime Change sulla piattaforma Equilibrium con lo scopo di coinvolgere e ispirare i giovani sull’attivismo, intavolando discussioni sugli argomenti più importanti del momento. In una direzione simile si è mossa anche Mulberry che, recentemente, ha lanciato “Made to last”, serie di puntate condotte da Susie Lau in cui ci si focalizza sull’uso della pelle, bandita dalla maison già da diverso tempo, e a tutte le soluzioni alternative che possono portare a una sostituzione adeguata del materiale.
Importante citare anche l’esempio di Clare Press, una delle prime sustainability Editor. La giornalista in tempi non sospetti, ovvero nel 2017, ha pubblicato per la prima volta “The Wardrobe Crisis”, podcast interamente dedicato al tema della sostenibilità nel fashion. Si tratta di un contenuto divulgativo, in cui si pone l’accento sull’impatto della moda sul pianeta, ma anche propositivo, in quanto vengono coinvolte personalità di esperienza in grado di fornire delle soluzioni per ridurre l’impatto ambientale.
Podcast sulla moda sostenibile: due esempi italiani
Anche in Italia il tema della moda sostenibile è affrontato su più fronti attraverso i principali mezzi di comunicazione, podcast inclusi. In tal senso è opportuno citare due esempi importanti, come quello della giornalista Silvia Cambi, intitolato “Solo moda sostenibile“, in cui si discute di stile non risparmiando delle riflessioni più accurate riguardo alle materie tecniche legate alla sostenibilità e dando voce proprio ai brand che si muovono in questa direzione. La giornalista è anche la co-sceneggiatrice de “Stracci”, documentario a tema rilasciato su Prime Video. In ultimo da segnalare “Intrecci Etici”, condotto da Sara Zampollo su produzione di Luma Video ispirato al documentario di Lucia Mauri e Lorenzo Malavolta, dal titolo omonimo, in cui si rileva come si sta muovendo il nostro Paese in ottica sostenibilità, chiamando a rapporto proprio gli attori principali che stanno danno vita a questa piccola, grande, rivoluzione.
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