Il 9 febbraio del 1945, esattamente 77 anni fa, nasceva Mia Farrow. Buon compleanno ad un’artista e attrice che ha scritto una pagina importantissima della storia del cinema mondiale, con decine di pellicole girate nel corso di una carriera straordinaria.

Mia Farrow: la celebrazione di uno dei tagli corti più iconici di Hollywood

Il capello corto di Mia Farrow è da tempo il suo marchio di fabbrica ed è copiato da molte altre star nel corso degli anni. Ancora oggi, questo look sbarazzino e senza fronzoli ispira migliaia di ragazze in tutto il mondo, che prendono così ispirazione da un look rivoluzionario per i tempi che furono. Gli anni ’60 non sono certo i 2000: un’epoca in cui alle donne veniva chiesto di essere femminili per forza, adattandosi a canoni costruiti sui gusti maschili. Tutte dovevano portare la gonna e i capelli lunghi. Ma la scelta di Mia Farrow fu proprio da questo punto di vista particolarmente d’impatto. Un pixie con frangetta che davvero pochissime, ai tempi, avevano il coraggio di sfoggiare come lei.

Al di là del taglio di capelli, oggi celebriamo Mia Farrow per la sua carriera invidiabile.

Nata a Los Angeles (vero nome: María de Lourdes Villiers Farrow) l’attrice muove i primi passi nel mondo dello showbitz nel 1947, girando un piccolo cortometraggio in compagnia della madre, Maureen O’ Sullivan. Un breve film davvero curioso (intitolato Duck and Cover) che dava consigli alla popolazione su come difendersi nel caso di un’esplosione nucleare. Oggi ci sembra assurdo, ma ai tempi della Guerra Fredda era, per molti, una minaccia concreta.

buon compleanno Mia Farrow Life&People Magazine

Il primo vero impegno da attrice di rilievo per Mia Farrow arriva però all’inizio degli anni ’60, fra il 1964 e il 1966, con la sua partecipazione al serial Peyton Place. Nella serie la Farrow interpretava il ruolo di Allison Mac Kenzie, una ragazza che si innamorerà presto del fratello di un suo compagno di classe, Rodney Harrington. Un innamoramento, questo profondamente ostacolato dalla madre, Constance, che farà di tutto per dividerli.

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Giovanissima, a soli 19 anni, l’attrice vinse il suo primo importante premio.

Grazie a Cannoni a Batasi di John Guillermin, Mia Farrow si porta a casa un Golden Globe come miglior attrice, e ottenne un ruolo da protagonista assoluta nel 1968, grazie a Rosemary’s Baby. Proprio questa, da molti, è considerata come la pellicola della consacrazione assoluta. Nel film, il primo di Roman Polanski negli Stati Uniti, Mia Farrow interpreta il ruolo di Rosemary Woodhouse, che insieme al marito Guy si trasferisce in un appartamento newyorkese con una storia carica di misteri e violenze. E infatti ai due neo sposini ne succederanno di cotte e di crude.

Il genere thriller e horror sarà per lei una vera benedizione.

Gran parte della sua carriera, la Farrow la dedica a pellicole inquietanti, cupe, misteriose, con assassini da smascherare e inganni da sventare. Spiccano, da questo punto di vista, le sue interpretazioni in opere cinematografiche come Terrore cieco, Assassinio sul Nilo, Crimini e misfatti e Ombre e nebbia. Grazie al suo lavoro, ad oggi, l’attrice ha collezionato ruoli in oltre 50 film, ottenendo un totale di 7 candidature ai Golden Globe, 3 al Premio BAFTA e vincendo un premio per migliore attrice al Festival di San Sebastian (nel 1972, grazie a Detective privato…anche troppo).

Al di là dell’attività attoriale tout court, Mia Farrow è anche un’apprezzata e fervente attivista.

Dal 2000, l’attrice è ambasciatrice di buona volontà dell’UNICEF, il ramo dell’ONU che si occupa fin dalla Seconda Guerra Mondiale di aiutare i bambini in difficoltà in tutto il mondo. L’attrice si è particolarmente impegnata negli ultimi anni per lottare a favore dei diritti umani nell’Africa subsahariana.

Mia Farrow, come si dice, si è sporcata le mani per la causa

Fino ad oggi ha compiuto svariati viaggi nel Darfur (una delle province più “problematiche” del Sudan) nel pieno di un conflitto armato che ha sconvolto il Paese per anni. Qui l’attrice ha aiutato le popolazioni locali e scattato foto apparse nel luglio del 2006 sul magazine People. Ma non solo… Il suo impegno civile si è manifestato anche a favore di Paesi come il Ruanda, nazione alla quale ha dedicato nel 2009 uno sciopero della fame in solidarietà a chi aveva combattuto contro il genocidio contro il popolo Tutsi. Un esempio da seguire, dunque, e non soltanto in materia di stile. Auguri, ancora una volta, ad una donna che con il suo coraggio è stata in grado di ricordare ad Hollywood le sofferenze dei più poveri e sfortunati al mondo. E non è certo cosa da poco.

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