Nella storia delle moda e tra i più grandi creatori del XX secolo c’è sicuramente Yves Saint Laurent, un mito in grado di creare uno stile unico, simbolo di un’eleganza raffinata ed innovativa. Ebbe per primo l’intuizione di trasferire i capi iconici del guardaroba maschile a quello femminile. Il blazer, il tailleur pantaloni, lo smoking, il trench e la sahariana divengono, grazie a lui, elementi del look del gentil sesso.
Non c’è stilista che non abbia guardato alla sua estetica.
La passione per l’arte di Laurent fece si che omaggiasse dei maestri della pittura del Novecento. Picasso, Warhol, Mondrian, (celebre fu infatti un’intera collezione a lui dedicata con gli iconici abiti), Van Gogh, per citarne alcuni.
Il suo eccezionale lavoro è impossibile non riconoscerlo, e il suo inimitabile stile ha dato vita a un impero nella moda. I suoi progetti hanno spezzato le convenzioni sociali del suo tempo: soprattutto quelle legate alle donne, dedicò infatti tutta la sua carriera alla progettazione di pezzi che enfatizzavano e davano potere al gentil sesso. Ma traspose nella moda anche la narrativa dei viaggi: Russia, India, Africa, Marocco e Spagna furono le contaminazioni con la sua arte.
Yves Saint Laurent, il pupillo di Christian Dior
Yves Henri Donat Mathieu-Saint-Laurent nasce il 1 agosto del 1936 ad Oran, in Algeria francese. Fin da bambino è appassionato di moda e inizia a disegnare giovanissimo i vestiti per le sorelle e per la mamma. All’età di 18 anni si trasferisce a Parigi, proprio per fare lo stilista, dove ottiene da subito un enorme successo. Comincia infatti a lavorare per Dior, grazie all’editore di Vogue Francia, che lo presenta al celebre couturier. Alla morte di Dior, nel 1957, a soli 21 anni Yves diviene il direttore creativo della maison Dior. Un incarico di grande prestigio affidato ad uno stilista giovanissimo, a 24 anni, però, deve lasciare la celebre casa di moda poichè riceve la chiamata alle armi. Saluta momentaneamente Parigi per andare a combattere con l’esercito francese la guerra d’indipendenza algerina. Yves, però, è troppo fragile per affrontare la vita militare, dopo meno di un mese viene ricoverato in ospedale per una sorta di esaurimento nervoso provocato dalla guerra.
La maison Dior, dopo una collaborazione di tre anni, lo licenzia ingiustamente.
Laurent, già provato mentalmente e fisicamente, viene sottoposto in ospedale a forti cure psichiatriche con farmaci e sedativi. Lo stilista ritenne poi, questo periodo in ospedale, l’origine dei suoi problemi mentali e di dipendenza da droghe.
Pierre Bergè il compagno di Yves Saint Laurent
Uscito dall’ospedale, per Yves non sarà facile ricominciare, proprio questi eventi traumatici daranno il via all’idea di mettersi in proprio e di creare la propria griffe. Dopo aver vinto la causa legale con Dior, apre finalmente la sua omonima etichetta.
La persona a cui Yves deve il suo enorme successo fu sicuramente Pierre Bergè, industriale francese, suo compagno di vita e co-fondatore della Yves Saint Laurent. Gli anni sessanta e settanta furono il periodo di massimo splendore del marchio, grazie alle celebri intuizioni dello stilista.
Lo stile: dai balletti russi, alla pop-art, ai quadri di Mondrian fino allo smoking da donna.
Yves è stato un innovatore e precursore dei tempi. Con lui la donna ha potuto ambire ad una nuova immagine: moderna e grintosa. E’ l’artefice dello chic moderno e riscrisse la storia della couture. Sono innumerevoli gli stilisti, che dopo di lui, hanno guardato alla sua arte, ma sopratutto al suo modo di fare moda.
Laurent fu l’unico stilista vivente nella storia ad avere una mostra dedicata presso il Metropolitan Museum di New York. Ama la cultura, l’arte, l’eleganza e le sue creazioni sono intrise di tutto ciò; i suoi abiti sono ispirati ai Balletti Russi, alla pop-art, ai quadri di Mondrian.
Come si può dimenticare il famoso abito in jersey blu, giallo, rosso e bianco creato nel 1965?
Anche Picasso e Proust influenzarono la sua narrazione stilistica. Nel 1966 lancia il suo capo icona: lo smoking da donna, ispirato a Marlene Dietrich. Con il tuxedo, il couturier consegna definitivamente il potere al gentil sesso. Poi arrivano le sahariane, i blazer, e i trenchcoat. Fu il primo stilista ad avere l’intuizione che l’alta moda doveva ispirarsi alla strada e non rifugiarsi in un mondo chiuso. L’abito a trapezio è una sua invenzione: venne mostrato per la prima volta nella collezione del 1958 di Dior.
Le collezioni d’arte, la fondazione ed i musei dedicati allo stilista
Yves fu un grande estimatore e collezionista di opere d’arte. Insieme al suo compagno Pierre Bergé raccolse una collezione di circa 730 opere d’arte. Dipinti di inestimabile valore di Picasso, Van Gogh, Mondrian, Matisse. Ma anche sculture, reperti archeologici ed oggetti di arredamento.
Alla morte dello stilista, Bergé decise di mettere all’asta la collezione nel 2009: al grande genio della moda a Parigi è dedicato un museo, aperto nel 2017.
L’edificio nasce nella sede che ospitò gli uffici della maison, e in seguito la Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent.
Al secondo piano del museo, in Avenue Marceau, si trova lo studio di Yves Saint Laurent: oggi il punto conclusivo del percorso museale. Fin da quando Yves Saint Laurent e Pierre Bergé giunsero a Marrakech, identificarono la città come loro seconda patria.
Comprarono una dimora e furono sempre affascinati da questa terra; il museo marocchino, dedicato allo stilista, ospita una collezione permanente di 5000 capi e 15000 accessori d’alta moda, disegnati da Yves Saint Laurent.
Dalla quotazione in borsa alla direzione creativa di Anthony Vaccarello
Nel 1989 il gruppo YSL viene quotato in borsa, per poi essere venduto nel 1993 alla casa farmaceutica Sanofi. Gucci nel 1999 acquista l’etichetta. Tom Ford inizialmente si occupava della collezione prêt-à-porter, Yves Saint-Laurent dell’alta moda.
Dopo la morte di Yves avvenuta nel 2008, altri stilisti hanno cercato di continuare il suo lavoro. Dal 2017 il direttore creativo Anthony Vaccarello porta in alto il nome del brand, le sue collezioni sono un sofisticato tributo a Parigi, l’atelier e il savoir-faire concepiti con una prospettiva contemporanea. Sin dalla sua nomina, ha affermato la sua visione nitida, ha spinto il marchio in avanti con determinazione, ha sviluppato una visione globale, che sta portando la maison nel futuro rispettando il suo dna. La sua volontà è quella di creare uno stile dinamico e al passo con i tempi.
Frasi celebri di Yves Saint Laurent
Tante sono le frasi celebri di Yves Saint Laurent, che denotano come questa figura rimanga un mito ancora ai giorni nostri:
- “Io non sono un sarto, ma un artigiano, un fabbricante di felicità.”
- “Per essere bella, è sufficiente che una donna abbia un pullover nero, una gonna nera e al suo braccio un uomo che l’ama.”
- “Quando ci si sente bene in un vestito, può succedere di tutto. Un bel vestito è un passaporto per la felicità.”
- “Chanel ha liberato la donna, io le ha dato il potere.”
- “Senza l’eleganza del cuore non c’è eleganza.”
Leggi anche – Coco Chanel:una vita speciale