Conversazione intima con Giambattista Valli in occasione del lancio della sua collezione: “Giambattista Valli love H&M” .
Che cosa desidero da questa collezione?
“Che sia la più inclusiva possibile, che raggiunga il maggior numero di ragazzi al mondo, che abbatta muri e barriere, anche stilistiche, e soprattutto che regali il sogno”…
E’ un fiume in piena Giambattista Valli, durante la presentazione della sua nuova collezione capsule per H&M
In vendita dallo scorso Novembre nei migliori e più rappresentativi negozi H&M del mondo, la limited edition ha polverizzato in pochissimo tempo ogni precedente record, diventando uno dei cobranding di maggior successo dell’azienda di fast fashion.
Un risultato annunciato già da quella affollatissima presentazione sulla terrazza romana, Lanterna Fuksas. Una vista mozzafiato sulla cupola di San Carlo in Via del Corso, proprio sopra il più importante store H&M della Capitale.
“Roma è così, sempre e comunque ti incanta anche se in questo momento i problemi della città sono tanti ed evidenti”, racconta Valli. “Giamba”, per il mondo della moda e per gli amici…Soprattutto amiche, che lo seguono con una fedeltà commovente e che non lo cambierebbero con nessun altro stilista al mondo.
Sono loro, le ragazze del più internazionale jet set, le inossidabili Valli Girls.
Bianca Brandolini d’Adda e la nuova generazione di Casa Fendi. Ma anche Kendall Jenner e Chiara Ferragni, ad accompagnare e sostenere la crescita di un designer allevato alla scuola romana della bellezza e della couture di Roberto Capucci.
“A Roma, dove sono nato, devo tutto. La mia storia parte da qui, da una città che ti impressiona e ti strega con la sua bellezza. Girando per le strade del centro dicevo ai miei collaboratori: “Guardate qui ci sono palazzi altissimi di soli due piani”.
Forse anche da queste visioni è nato il mio amore per i volumi importanti, per la maestosità dei capi che devono essere speciali nel momento in cui una donna li sceglie e li indossa.
“Capucci poi è stato il grande maestro che tutti dovrebbero avere per capire che la moda è qualcosa che va al di là della moda. Una vera arte applicata al tessuto, al dettaglio, al ricamo, alla sensibilità estetica di chi la fa ma anche di chi la guarda. Una cultura della couture”.
Roma nel cuore, insieme a Parigi dove lo stilista vive da 22 anni. La Città dei Lumi che ha adottato lui e anche Marie Antoniette, la vedova del re di Francia Luigi XVI ghigliottinata in Place de la Concorde nel 1793.
Entrambi con la passione per la moda e per i giardini, Versailles prima di tutto. Un trionfo della natura che, per Valli, si fa stampa su tessuto, sboccia nei colori pieni, si trasforma in capi che sprigionano meraviglia.
E che prendono i colori di albe, tramonti magistrali e solenni, come solo la natura sa essere, e a volte la moda, la grande, alta moda.
Quella che il designer romano continua a riconoscere nell’atelier di Emanuel Ungaro.
Lui è il suo primo assistente fino al 2005, anno di lancio del suo marchio omonimo.
Sei anni più tardi, nel 2011, il debutto della sua Maison Couture radicata in quella eleganza senza tempo capace però di intercettare il gusto di una giovane e esigente clientela. “Ho sempre lavorato sul senso di una eleganza che fosse timeless”, racconta Valli.
Lavorare sulla bellezza è una straordinaria opportunità. Specialmente quando poi si sente anche l’esigenza di tramandarla di madre in figlia.
Questo vale sempre. E’ un back ground che ti porti dietro sia nelle collezioni couture sia quando, come in questo caso, hai la speciale possibilità di condividere questo patrimonio con una platea enorme.
Con il solo annuncio della collaborazione Giambattista Valli – H&M abbiamo raggiunto 650 milioni di persone sui social, una cifra shock, non volevo crederci.
Io ho colto una opportunità unica. Far arrivare al maggior numero di persone possibili, la mia ricerca, la mia estetica, i miei valori. E’ stato un processo inclusivo che mi ha portato a fare le cose seguendo il mio protocollo. Tenendo sotto controllo i prezzi senza che questo potesse incidere troppo sulla qualità e sul risultato finale.
I ricami, per esempio, non sono fatti di cristalli Swarovsky ma di plastica trasparente, la migliore, il tulle è di poliestere e non di seta.
Ma per il resto il dna di Giambattista Valli è integro e molto riconoscibile.
Proprio come il suo talento. Pronto di volta in volta a trasformare in abito quello che c’è di più meraviglioso nella natura ma anche nell’arte, tra Caravaggio e Peggy Guggenheim.
“Amo tutto quello che rende eccezionale una giornata normale, adoro regalare un sorriso e una sorpresa e, a volte, un abito o un accessorio possono servire allo scopo”.
Il clash di mondi apparentemente in contrasto può dare vita a qualcosa di speciale e di inatteso. Quindi, anche l’arte contemporanea alla fine può dialogare con quella classica e trovare un suo equilibrio in una collezione di haute couture.
“Io amo il Caravaggio e amo l’Italia ma questo non mi impedisce di abbracciare con il mio lavoro altri Paesi e culture di tutto il mondo”.