Lo abbiamo incontrato al Blue Note, il tempio milanese del jazz che Nick dirige artisticamente dal 2003. Nick The Nightfly, il tuo accento inconfondibile ci ricorda le tue origini non italiane Sono nato a Glasgow, sono scozzese e sono arrivato in Italia seguendo il mio istinto. Ero a Londra, lavoravo come autore per alcune case discografiche, ma nello stesso tempo lavoravo come sommelier, perché a me piace il vino. Mi piace sapere come si crea, volevo diventare enologo. Di solito i primi vini che si gustano in Inghilterra sono francesi, non italiani…
Quando è iniziata la tua avventura italiana?
Sono arrivato a Milano negli anni ’80. Mi sono trasferito a Brescia, dove ho vissuto per circa cinque anni. Insegnavo inglese nelle scuole, ed era un’esperienza molto bella, molto formativa, insegnare ai ragazzi le canzoni di James Taylor, Cat Stevens, Simon & Garfunkel. Poi sono entrato in contatto con l’ambiente dei musicisti, fra l’altro alcuni sono ancora amici oggi, come Alfredo Golino, uno dei più importanti batteristi in Italia. Ho lavorato con Pino Daniele, Ramazzotti, la Pausini, Raf. Come corista ho cantato anche con Battiato, con Alice, sono andato in tournée con Celentano a Mosca. E’ stata un’esperienza importante, Adriano è un grande personaggio.
Nick: da 30 anni la voce storica di Montecarlo Nights, com’è nato il programma?
Nel gruppo dei coristi in cui cantavo c’era una ragazza americana che era fidanzata con il proprietario di Radio Montecarlo in Italia. Eravamo amici e lei mi aveva invitato a cantare un jingle per un programma nuovo su RMC. Quando mi presentai per il provino, incontrai Silvio Santoro che disse: ‘che bella voce che ha questo ragazzo’ e da lì è nato il mio ingresso nel mondo della radio.
Come festeggerai questi 30 anni di carriera?
A fine novembre uscirà una compilation che è dedicata a 30 anni di storia del mio programma e si chiamerà ‘Montecarlo Nights Story’, sono 3 CD e 3 vinili. Una raccolta degli artisti più importanti di questo percorso che è entrato nel cuore di migliaia di persone. In questa compilation ho inserito anche delle foto importanti degli artisti che ho incontrato durante tutti questi anni. Quest’anno è un anno molto importante…Non posso lamentarmi, ho incontrato i miei idoli, ho fatto tante interviste importanti.
Dal 2003 sei anche il direttore artistico del Bue Note: l’esperienza radiofonica ti ha aiutato?
Sono direttore artistico del Blue Note a Milano dal 2003 e trasmetto in diretta il mio programma una volta alla settimana. Un percorso importante perché ho abbinato al programma radiofonico la direzione artistica di un locale molto importante in cui si suona musica dal vivo. C’è un team di persone che lavorano con me. Dagli Stati Uniti e dall’Italia selezioniamo artisti che possano piacere al pubblico, anche emergenti che pensiamo possano in futuro avere popolarità.
Ascolti musica ogni giorno, ma qual è la musica che preferisci?
Ho la fortuna di lavorare con la musica e con Radio Montecarlo ho avuto un grande successo e molta popolarità. Ho sempre suonato musica diversa, non faccio distinzione di genere ma di qualità. E’ bello conoscere tanti generi musicali, la sera è il momento giusto per proporre la musica perché le persone hanno più tempo per ascoltare, sono più rilassate e più propense ad ascoltare cose nuove. Il riconoscimento più bello è incontrare le persone per strada che mi ringraziano per aver fatto conoscere loro nuovi artisti. Radio Montecarlo mi ha dato la possibilità di far conoscere tanti artisti talentuosi e diversi che poi sono diventati anche famosi.
Come selezioni la musica che proponi durante Montecarlo Nights?
Il nostro programma è molto conosciuto in tutto il mondo. Le case discografiche mandano le novità alle filiali italiane, ma spesso la musica nuova ci arriva anche attraverso le segnalazioni di amici. Di recente mi ha colpito molto un giovane artista inglese che si chiama Jacob Collear, è un multistrumentista che ha poi vinto due Grammy Awards.
Cosa ne pensi Nick della musica che i ragazzi ascoltano oggi?
Ogni epoca ha la propria musica, che rispecchia il tempo in cui si vive, altrimenti si finisce per essere sempre nostalgici. Non c’è da denigrare quello che i ragazzi ascoltano oggi, è la musica del loro tempo, è un’espressione della loro vita. Io penso che la musica che piace sia quella che ti dà delle emozioni piacevoli. La musica è un’arte meravigliosa, se ti avvicini e la conosci ti rimane per tutta la vita. Quando sei giù di morale se ascolti la musica ti può aiutare, ti può fare compagnia, dare conforto ed energia.
Nick nel tuo futuro cosa c’è?
C’è tanta musica! Voglio continuare a vivere di musica e a suonare dal vivo. Amo veramente stare sul palco più di ogni altra cosa. Ho così un contatto diretto con il pubblico. Vedo quando le persone gioiscono per la musica, soprattutto nella musica jazz in cui c’è molta libertà. Mi piacerebbe anche aiutare soprattutto i giovani a formarsi, a trovare una strada per dare loro più opportunità nel mondo della musica. Come Blue Note proviamo ad inserire ogni tanto i più giovani e, quando posso, organizzo dei piccoli festival all’aperto di musica jazz, pop, soul e inserisco sempre ragazzi giovani a suonare. Grazie ai miei trent’anni in radio e al mio lavoro con la musica, sono diventato me stesso. Sto vivendo quello che ho sognato, una grande fortuna perché la mia passione è anche il mio lavoro.
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