Il World Press Photo, uno dei premi più prestigiosi e attesi al mondo nel campo del fotogiornalismo e della fotografia documentaria, ha annunciato i vincitori dell’edizione 2025. Quest’anno, il concorso celebra il 70° anniversario e si distingue per la profondità e la varietà dei temi trattati, che offrono uno spaccato delle questioni più urgenti e complesse che hanno plasmato il mondo nel 2024.
Le foto finaliste – complessivamente 42 – , selezionate tra le circa 60 mila inviate da 3.778 fotografi provenienti da 141 paesi, sono un compendio di emozioni e storie potenti, che sfidano la frenesia delle notizie quotidiane e invitano a una riflessione più profonda sui temi mondiali. Documentano tensioni politiche, crisi umanitarie, cambiamenti climatici, lotta per i diritti umani, sfide quotidiane e resilienze che emergono da contesti di grande sofferenza. Il prossimo 17 aprile, durante la conferenza stampa inaugurale ad Amsterdam, scopriremo lo scatto vincitore.
Un lungo processo di selezione
Ogni anno, le fotografie vengono selezionate da una giuria composta da esperti; il processo di valutazione, che dura diverse settimane, garantisce una rigorosa analisi delle immagini. Il concorso è suddiviso in sei aree geografiche: Africa, Asia Pacifica e Oceania, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, e Asia Occidentale, Centrale e Meridionale; per ciascuna di esse vengono premiati tre vincitori delle categorie “Singole” (fotografie singole), “Stories” (sequenze di immagini che raccontano una storia) e “Long-Term Projects” (progetti a lungo termine, che documentano un tema per un periodo prolungato).
Politica, conflitti e diritti umani
Quest’edizione ha visto emergere temi di grande attualità: dai conflitti geopolitici, come quelli in Ucraina e Palestina, ai disastri naturali causati dalla crisi climatica. Le foto documentano anche le lotte per i diritti umani e le ingiustizie sociali, come le difficoltà incontrate dalle donne eritree in fuga dal loro paese o la transizione di genere vissuta da un giovane nei Paesi Bassi.
Le immagini di sofferenza umana sono emblematiche del conflitto che sta dilaniando l’Ucraina. Tra le più toccanti, quella che ritrae una bambina di 6 anni che, dopo aver perso la sua casa, soffre di attacchi di panico in un villaggio del Donbas, o quella di un soldato ucraino ferito nei pressi di Bakhmut, scattata in un ospedale da campo allestito in una cantina vinicola sotterranea.
Cinzia Canneri: l’unica italiana finalista
Un particolare riconoscimento è andato all’italiana Cinzia Canneri, che ha vinto nella categoria “Long-Term Projects”, per la regione Africa. Da anni, la fotografa documenta le eritree in fuga dal regime del loro paese; il suo lavoro, che esplora le difficoltà e le sofferenze delle donne in esilio, è stato premiato per la sua profondità e il suo impegno nel raccontare le esperienze personali di chi lotta per un futuro migliore lontano dalla propria patria.
La serie fotografica di Canneri ha il merito di raccontare storie spesso ignorate dai media mainstream, portando alla luce una realtà cruda ma necessaria, fatta di dolore, speranza e resilienza. Le sue immagini sono una testimonianza visiva della forza e della determinazione di chi affronta il viaggio verso l’ignoto, cercando di scappare da un regime oppressivo.
Uno sguardo alla natura
Tra gli scatti forti e rappresentativi, troviamo quelli che documentano la lotta per la sopravvivenza tra uomo e natura. In Zambia, Tommy Trenchard ha ritratto un elefante che si avvicina a un gruppo di persone accanto a una base militare di Livingstone. Il pachiderma è alla ricerca di cibo, a causa della siccità prolungata e all’invasione degli spazi naturali, e simboleggia il crescente conflitto tra esseri umani e fauna selvatica. In questo caso, la fotografia diventa uno strumento di riflessione sulla responsabilità dell’uomo verso l’ambiente.
Non meno potente è la foto di Chalinee Thirasupa, che mostra un uomo spruzzare alcol su un gruppo di macachi in Thailandia per impedire loro di rubare cibo. Questi primati, un tempo attratti dai turisti, sono diventati aggressivi e in conflitto con la comunità locale. La foto evidenzia la crescente tensione tra uomo e animale, ed esplora la crisi derivante dall’interruzione del turismo durante la pandemia e il conseguente aumento della conflittualità.
La fotografia che va oltre la notizia
Il World Press Photo 2025 è una potente riflessione sulle storie invisibili e sull’urgenza di guardare oltre il ciclo frenetico delle notizie. Ogni immagine narra una parte del mondo che spesso sfugge al racconto dei media mainstream, ma che è essenziale per comprendere la realtà contemporanea. In questo contesto, la fotografia non si limita a documentare, ma è un atto di denuncia, di memoria e, soprattutto, di speranza. Il premio è un invito a non distogliere lo sguardo, ma ad affrontare la realtà, per quanto scomoda possa essere, e a non dimenticare mai che dietro a ogni scatto c’è una storia che merita di essere conosciuta e ascoltata.