Biella, cuore pulsante della Città Creativa Unesco, ospita una delle mostre più potenti e affascinanti che possiate visitare in questo periodo. Fino al 18 maggio 2025 è possibile immergersi nel mondo straordinario di Steve McCurry, uno dei più celebri fotografi contemporanei, attraverso 128 scatti che raccontano la sua profonda visione delle montagne, delle terre alte e dei popoli che vi abitano. L’esposizione, dal titolo Uplands & Icons, è un’occasione imperdibile per esplorare l’anima di un artista che ha fatto della fotografia un viaggio viscerale, un mezzo per scoprire e raccontare la bellezza fragile e potente del mondo.

Le montagne di Steve McCurry - Life&People Magazine

Altitudini e storie di resilienza

Le montagne sono il cuore pulsante di questo evento; è proprio in questi luoghi che McCurry, sin dai suoi esordi, ha trovato l’ambiente ideale per esprimere la sua passione per la natura selvaggia e le culture che vi sopravvivono. Le altitudini non sono solo posti geograficamente elevati, ma spazi simbolici in cui si intrecciano l’impegno e la meraviglia, la difficoltà e la sacralità. Non è un caso che, nel corso dei suoi viaggi, il fotografo abbia scelto queste terre come aree privilegiate per il suo obiettivo, che ha attraversato i confini fisici e culturali del mondo, trovando in esse il paesaggio perfetto per raccontare storie di resistenza, spiritualità e umanità.

Le montagne di Steve McCurry - Life&People Magazine

Cronista di terre difficili

Le Uplands, ovvero le terre alte, raccontano una geografia che va dal Tibet all’Afghanistan, dalla Mongolia al Nepal, dall’India al Giappone, alla Birmania e oltre. Ogni immagine che McCurry ha catturato in questi luoghi è pervasa da una tensione visiva che sfida il tempo e lo spazio. I volti che emergono dai suoi scatti sono storie, emozioni, segreti che si svelano attraverso sguardi intensi e profondi. Ogni espressione immortalata, ogni paesaggio che si staglia contro l’orizzonte, è una riflessione sulla vita, sulla sua durezza e sulla sua straordinaria bellezza.

Le montagne di Steve McCurry - Life&People MagazinePer lui, la montagna è un luogo in cui si forgiano le identità, dove il contatto con la natura è impetuoso e inevitabile. Le sue foto esplorano il legame tra uomo e ambiente, tra fatica e speranza. Per questo, si fa cronista di terre difficili, di popoli isolati e lontani, di tradizioni che resistono all’assalto del tempo e delle guerre. Le sue immagini sono la testimonianza di un mondo che non si lascia facilmente conquistare, ma che attraverso la sua lente rivela forza, grazia e resistenza.

Una missione esplorativa dell’anima

In territori lontani dalle comodità moderne, McCurry riesce a cogliere lo spirito di quei popoli, imprigionandolo in immagini che sembrano racchiudere l’intero universo di esperienze vissute. Ogni scatto è un viaggio, non solo geografico, un passaggio tra il visibile e l’invisibile, tra il concreto e l’eterno.

Icons Steve McCurry - Life&People MagazineQuesto viaggio, che lo ha portato a vivere situazioni estreme e a confrontarsi con culture e religioni diverse, è diventato una costante nella sua carriera. Il fotografo ha dichiarato più volte il suo scopo: “Trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me durante i miei viaggi”.

L’essenza della montagna

Le montagne diventano per lui una sorta di campo di battaglia, dove il contrasto tra il duro e il sublime si fa palpabile. I volti dei pastori tibetani, dei guerriglieri afgani, delle tribù africane, parlano di resilienza, ma anche di sacralità. In ogni piega della pelle e in ogni sorriso che emerge dai suoi soggetti, Steve McCurry sa catturare un’anima che non si piega e la montagna diventa simbolo di una bellezza che è al contempo fragile e incrollabile. La simbiosi tra uomo e natura diventa l’elemento che meglio rappresenta la sua ricerca: un equilibrio delicato, ma assoluto.

La ragazza afgana di Steve McCurry - Life&People Magazine

Sguardi che catturano l’essenza

La bellezza dei suoi scatti non sta solo nei colori accesi, ma nella capacità di fermare il tempo e lo spazio, di restituire l’essenza di un istante eterno. La Ragazza Afghana con gli occhi verdi, divenuta simbolo globale di sofferenza e speranza, è solo uno dei tanti esempi di come l’artista abbia saputo entrare in empatia con i suoi soggetti, rivelandone l’essenza. Il suo approccio alla fotografia è quello di un osservatore attento e rispettoso, che non vuole solo documentare, ma anche entrare in connessione con ciò che ha davanti.

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Carriera e visione di un artista straordinario

Nato a Filadelfia nel 1950, McCurry ha iniziato la sua carriera come fotoreporter freelance, ma è stato nel 1979, con il suo leggendario reportage sull’invasione sovietica dell’Afghanistan, che ha raggiunto la fama mondiale; uno spirito avventuroso che l’ha portato ad attraversare confini e terre impervie.

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Il suo percorso professionale è stato ed è un viaggio incessante alla ricerca di storie da raccontare, di volti da immortalare, di paesaggi da restituire alla memoria collettiva. Il suo lavoro, che ha attraversato più di sessanta paesi, racconta la fragilità e la forza della condizione umana. La mostra di Biella ci invita a riflettere sulla bellezza di un mondo che sembra lontano, ma che attraverso il suo obiettivo diventa universale. È un’esperienza unica e imperdibile, un invito a fermarsi, a riflettere e a cogliere l’essenza delle cose. Assolutamente da non perdere.

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