C’è qualcosa di deliziosamente ironico nel vedere come la maison del Double G e Sabato De Sarno abbiano concluso il loro valzer con la stessa frenesia di un’influencer alla ricerca del filtro perfetto per Instagram. L’ultimo cavaliere che avrebbe dovuto far brillare la corona di Gucci ha appena lasciato il ballo dopo soli dieci mesi, un tempo che nel mondo della moda equivale più o meno alla durata di un rossetto durante una cena di gala.

Gucci prima di Sabato Dee Sarno - Life&People Magazine

Minimalismo, mercato e metamorfosi: il caso Gucci

Ma davvero, chi può biasimare questa danza perpetua? In un’epoca in cui i trend durano quanto un reel su TikTok e la fedeltà dei consumatori è più volatile del front row durante la fashion week, Gucci si trova in un magnifico dilemma esistenziale: come si fa a reinventare un’icona senza perderne l’anima? Dopo il carnevale technicolor di Alessandro Michele (un festival di massimalismo che ha fatto sembrare un outfit di Lady Gaga quasi minimalista) la maison ha virato verso l’eleganza sussurrata di Sabato De Sarno, come chi dopo una serata di margaritas decide improvvisamente di passare al kombucha.

Alessandro Michele per Gucci - Life&People Magazine

Nostalgia canaglia in double G

Ammettiamolo: l’era Michele è stata come quella relazione tossica che sai che dovrebbe finire, ma che non riesci a dimenticare. Chi di noi non ha ancora nell’armadio almeno un pezzo di quel delirio massimalista che ci ha fatto sentire come una rockstar reincarnata in un dipinto rinascimentale?

Alessandro Michele per Gucci . Life&People MagazineMichele ha fatto con Gucci quello che Carrie Bradshaw ha fatto con i Manolo Blahnik: ha creato un’ossessione collettiva. Ha trasformato ogni sfilata in un festino psichedelico dove Harry Styles sembrava quasi sottotono, e ha convinto persino nostra nonna che indossare un cardigan da 2000 euro con serpenti ricamati fosse perfettamente normale per andare a fare la spesa.

E i numeri?

Erano più alti dei tacchi di una Louboutin. Ma ecco il colpo di scena che nessuno vuole ammettere (ma noi lo faremo, perché siamo qui per questo): quel successo è diventato una gabbia dorata per chi è venuto dopo. Come quei jeans skinny che conserviamo sperando di rientrarci un giorno, l’eredità di Michele è diventata un peso impossibile da sostenere. Chiedete a Sabato De Sarno, se non ci credete.

Gucci era Michele passerella - Life&People Magazine

L’era del sussurro che nessuno ha sentito

Parliamo dell’era Sabato De Sarno in Gucci, l’uomo che è durato meno di quanto duri una tinta capelli platinum blonde. È arrivato come il principe azzurro della minimal-wave, promettendo di trasformare la carrozza psichedelica di Michele in una Tesla di lusso: pulita, efficiente, terribilmente chic. Ma sappiamo tutti come vanno queste favole fashion, vero?

Gucci Sabato De Sarno - Life&People Magazine

Immaginate la scena: gennaio 2025, Milano Fashion Week. De Sarno presenta la sua collezione per Gucci come chi entra in un locale di Brooklyn ordinando un’acqua naturale. Tutti lì, in attesa del nuovo corso, mentre lui serviva minimalismo come se fosse il nuovo black. Le borse? Sussurrate. I look? Più puliti di una clinica svizzera. L’estetica? Pensate a una Kate Moss degli anni ’90 che incontra una principessa monegasca in un bar di Milano (quello fighissimo, ovviamente).

Gucci Sabato De Sarno creazioni - Life&People Magazine

Numbers don’t Lie (ma qualche volta fanno drama)

Mettetevi comodi perché questa è la parte dove il drama diventa più succoso di una puntata di Succession ambientata in un atelier. La partnership Gucci-De Sarno si è conclusa con numeri che fanno sembrare un hangover post-Met Gala una passeggiata al parco. Il mercato cinese? Più freddo di un’editor davanti a una collezione fast fashion. La verità è che il tempo nel fashion system è diventato più veloce di un influencer che corre a un unboxing Hermès. Sabato De Sarno e Gucci: dieci mesi? Seriously? C’è chi tiene più a lungo una skincare routine.

Gucci Sabato De Sarno sfilata P/E 2025 - Life&People Magazine

System error: la moda si è inceppata sui tacchi

Il fashion system è diventato più tossico di una relazione con un fuckboy di Tinder: pretende che i designer siano maghi, influencer, business guru e trend forecaster tutto in uno. E Gucci, sotto la direzione di Sabato De Sarno, ne è diventato il caso studio perfetto. Il ruolo del direttore creativo oggi è più precario dell’equilibrio su un paio di stiletti dopo cinque Cosmopolitan. Una volta i creativi avevano il tempo di sviluppare una visione: pensate a Karl da Chanel, praticamente un matrimonio più lungo di tutte le unioni di Hollywood messe insieme.

Gucci Sabato De Sarno futuro maison - Life&People Magazine

E se il caos fosse il piano?

Plot twist: e se vi dicessimo che stiamo tutti guardando nella direzione sbagliata? Forse la vera rivoluzione sta accadendo proprio sotto i nostri occhi. Il futuro? È più meta di una sfilata di Demna. Mentre tutti cercano il prossimo messia della moda, Gucci potrebbe aver capito che l’unica costante è il cambiamento. È come quell’influencer che continuiamo a seguire su Instagram: sappiamo che è un disastro, ma non possiamo fare a meno di vedere cosa combinerà.

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