Spopola sulle passerelle, sui social e, soprattutto, per le strade: è la moda gender neutral. Ma di cosa si tratta esattamente? Prima di tutto è importante sottolineare che la moda genderless, è sempre esistita. Creativi e anticonformisti hanno trovato il modo di esprimere la propria identità anche attraverso l’abbigliamento, proprio per questo motivo, non la possiamo definire una vera e propria tendenza, piuttosto un manifesto ufficiale di un fenomeno sociale più vasto e complesso.

Jean Paul Gaultier moda gender neutral- Life&People Magazine Da anni, ormai, la moda non è più confinata al concetto binario di abbigliamento maschile o femminile, ma riflette la fluidità dell’identità nella nostra società moderna. Con l’abbandono delle etichette di genere che sono diventate sempre più obsolete, la moda gender neutral (ma potremmo chiamarla anche gender fluid) rappresenta proprio questo: un cambiamento di stile e di espressione che i grandi nomi del fashion system devono seguire. Ma con quale scopo? Il fine è abbattere le barriere, permettendo a ciascuno di esprimere la propria identità senza le restrizioni imposte da un sistema binario e, aggiungiamo, vendere di più.

L’evoluzione continua della moda

Per secoli, i vestiti sono serviti a definire e differenziare i generi, rinforzando stereotipi e limitando la libertà individuale. Ma non è stato sempre così: in epoca feudale uomini e donne di classi sociali simili si vestivano in gran parte allo stesso modo. Fu con l’avvento del “libero mercato” che la separazione fra donne e uomini divenne sempre più marcata. Fino a pochi anni fa, l’idea di un uomo con indosso una gonna ci sembrava decisamente fuori luogo, come negli anni ’50 lo era una donna come Marlene Dietrich che indossava un completo maschile. Solo nel 1966, uno stilista del calibro di Yves Saint Laurent presentò il suo primo smoking da donna.

Maison Margela F24 - Life&People Magazine Oggi, invece, è una tendenza affermata sulle passerelle di tutto il mondo. Mano a mano che le persone si sentono più a loro agio nell’esplorare la propria identità, al di fuori dei canoni tradizionali, sono portate a rifiutare le rigide norme di genere, anche nelle loro scelte di abbigliamento. Oggigiorno, gli stilisti sono stati spinti a fare i conti con un pubblico che chiede, a gran voce, più inclusività e uguaglianza. E questa rivoluzione sta rimodellando il modo in cui vediamo e indossiamo i vestiti. Il risultato? Collezioni che trascendono, sì, le categorie di genere e che promuovo un approccio più libero all’autoespressione, ma con il rischio di una sempre maggiore omologazione.

Cosa significa “gender neutral”?

Il termine “gender neutral”, nello specifico, si riferisce a capi d’abbigliamento interscambiabili, creati per essere indossati da chiunque, indipendentemente dalla propria identità di genere. Quello che la moda gender neutral fa è invitare ad abbracciare un più ampio spettro di stili, incoraggiando creatività e individualità personali. Prendiamo ad esempio blazer e tailleur, un tempo considerati capi essenziali di un guardaroba gender specific: oggi, vengono reinventati, destrutturati e mescolati tra di loro per assumere una nuova connotazione stilistica, divenendo così pezzi versatili e unisex. La moda gender neutral, infatti, non è unicamente una questione di estetica, ma rappresenta un cambiamento profondo nel modo in cui concepire l’identità e l’espressione personale. “Genderless”, “gender neutral” o, il più moderno “gender fluid”, sono termini simili per lo stesso concetto: non essere costretti a distinguere tra ruoli sociali e appartenenza a un genere sessuale.

Marchi pionieri del gender neutral

Il primo stilista italiano a eliminare le differenze tra uomo e donna sulle passerelle è stato Giorgio Armani. Era la fine degli anni ’70 quando dichiarò di voler donare all’uomo la scioltezza e la morbidezza della donna e alla donna l’eleganza e il comfort dell’uomo. Parole che hanno aperto la strada a una netta inversione di tendenza che tanti altri, dopo di lui, hanno seguito. Nel 1984 Jean-Paul Gaultier presentò, per la prima volta nella storia della moda, la sua collezione “Men in skirts”, portando in passerella uomini con variopinte gonne, e aprì le porte, allora ancora ben chiuse, a un variegato popolo di forme, razze ed età: drag-queen, attrici, pop star, prima ancora che divenisse un cliché.

moda gender neutral Grace Jones - Life&People MagazineL’anno del cambiamento epocale fu il 2015 quando Alessandro Michele assunse la direzione artistica di Gucci e gli fece cambiare decisamente rotta. Oggi, il brand è riconosciuto per essere uno di quelli che punta maggiormente sulla moda gender neutral. Dal 2016 in poi, è stato un continuo susseguirsi di griffe che hanno abbracciato questa filosofia, confermando che la moda è diventata inclusiva, almeno per quanto riguarda lo stato di genere.

L’importanza del comfort e della versatilità

Uno degli aspetti più affascinanti della moda gender neutral è l’accento posto sul comfort e sulla versatilità. I capi sono progettati per adattarsi a diverse forme e silhouette, come gli amatissimi oversize, permettendo a chi li indossa di sentirsi a proprio agio, sempre e ovunque. Per non parlare delle sneakers che possono essere trovate nell’armadio di chiunque, indipendentemente dall’età, dallo stile personale o dal genere. Chi, almeno una volta, non è uscito do casa con una felpa di almeno due o tre taglie in più o una giacca e un paio di jeans boyfriend rubati dall’armadio del proprio compagno?

Anderson SS25 Menswear - Life&People Magazine

Riflessioni filosofiche 

La moda gender neutral ci invita a riflettere su questioni più ampie riguardanti l’identità e l’autenticità. Nel momento in cui le definizioni di genere diventano sempre più fluide, anche la moda diventa un mezzo attraverso il quale possiamo esplorare e affermare chi siamo, in assoluta libertà. Ma è davvero corretto racchiudere una categoria per sé stessa instabile in una terminologia così precisa? Laddove la moda unisex vedeva i corpi e su quello modellava gli outfit, la moda genderl neutral vedrebbe idealmente uno spettro di identità, espressioni, estetiche e significati. Se dovessimo definire esteticamente la neutralità, questa presuppone una miscela, monocromatica o acromatica, e una prospettiva in qualche modo minimalista. Ma la neutralità, oggi, a quanto pare, non è semplicemente abbastanza neutrale.

Il futuro della moda è gender fluid?

Sebbene in lento declino così come l’abbiamo vissuta sino ad ora, la moda gender neutral continuerà a cavalcare l’onda di una tendenza all’inclusività tout court. Abbracciare l’idea di esprimere sé stessi liberamente e decidere se un capo è gender fluid o meno sono assolutamente giusti e legittimi ma non dimentichiamo che molte persone non binarie, tuttavia, sentono il contrario: una sorta di abbondanza di genere, o almeno un’identificazione o espressione simultanea di due o tre generi diversi. . È proprio questa complessità e diversità di esperienze che la moda del futuro dovrà saper interpretare e valorizzare, offrendo un ventaglio di possibilità ancora più ampio per esprimere la propria identità.

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