Chi è Max Verstappen? Per molti, semplicemente il miglior pilota della sua generazione, un campione, un fuoriclasse che, a 27 anni, vanta già una carriera decennale in Formula 1. Molto più di questo: è la personificazione di una nuova era del motorsport, un pilota che ha riscritto le regole del gioco con il suo stile inconfondibile e la sua fame insaziabile di vittorie. Non si può fare a meno di notare come abbia cambiato radicalmente il panorama delle corse. Quando ha fatto il suo debutto, era solo un ragazzino, ma in pochissimo tempo ha dimostrato di essere diverso. Non solo veloce, ma anche feroce, capace di sopportare una pressione che avrebbe schiacciato molti altri.
Un’incredibile carriera in ascesa
Verstappen ha iniziato la sua carriera, come molti se non tutti, nei kart. Fin da subito ha mostrato non solo velocità, ma anche cattiveria agonistica che lo ha sempre distinto dai suoi avversari: nel primo campionato di categoria a cui partecipa, in Belgio, trionfa vincendo tutte le gare. Dopo il suo debutto in Formula 1 nel 2015, – a soli 17 anni – scala rapidamente le classifiche, conquistando il suo primo Gran Premio a Barcellona nel 2016, da quel momento in poi, la sua carriera è un susseguirsi di successi e record, vincerà tre titoli mondiali consecutivi dal 2021 al 2023.
Il primo titolo mondiale
Quello del 2021 è l’anno definitivo della consacrazione, o forse, qualcosa di ancor più prestigioso. Nella prima parte di quella stagione era ineluttabile: prima a Monaco, poi la tripletta in Francia, Stiria e Austria, e il suo primo successo negli Stati Uniti, fino all’indimenticabile trionfo a Zandvoort. Le aspettative non sono deluse: il 12 dicembre, con una gara semplicemente fuori da ogni logica per mille motivi, riesce a spuntarla nell’ultimo duello contro Hamilton, portando a casa un’altra vittoria, e con essa, il titolo di campione del mondo di Formula 1.
A 27 anni, solo Sebastian Vettel vince più titoli di lui, eguagliando il record a fine stagione. Ma il percorso non è semplice: Verstappen affronta sfide enormi, in pista e fuori, e la sua personalità controversa attira tanta ammirazione ma anche critiche.
Verstappen vs Hamilton e Vettel
A differenza di altri campioni come Sebastian Vettel o Lewis Hamilton, Verstappen si distingue per la sua introversione mediatica. Non cerca di piacere a tutti, né di costruire una narrazione affascinante intorno alla sua figura, è pragmatico e le prestazioni parlano da sole. Se Hamilton ha costruito un impero fatto di gloria e immagine, e, Vettel ha conquistato il cuore dei tifosi con la sua umiltà e determinazione, Verstappen ha un approccio diverso; è distante, a tratti imperscrutabile, ma sul circuito è implacabile.
È diventato il volto della Formula 1 contemporanea, anche se di rado lo si vede esprimersi al di fuori della sua monoposto e, questo, in un certo senso, lo rende ancora più affascinante: è come se Max avesse creato intorno a sé un’aura di leggenda, un campione che non ha bisogno di spiegare chi è, perché lo dimostra ogni volta che scende in pista.
Campionato F1 2024: le difficoltà hanno un colore preciso
Quest’anno le cose si complicano. Mentre la McLaren di Norris, il suo main contender per il titolo, trova una forma strabiliante, Verstappen si ritrova a dover gestire una macchina che, seppur competitiva, non ha il dominio di un tempo o di inizio stagione. I recenti Gran Premi hanno messo in luce la vulnerabilità di Red Bull, costringendolo a trovare strategie alternative e ad ottimizzare ogni aspetto della sua prestazione in pista.
La lotta per il titolo piloti potrebbe non essere semplice. Lando Norris dimostra di essere un avversario con la A maiuscola, veloce e competitivo anche se a tratti un pò fragile, la sfida diventa sempre più avvincente. La competizione è l’essenza della Formula 1, e, nonostante Verstappen sia ancora il numero uno nella classifica piloti, è costretto a rincorrere piuttosto che dominare. Questo aggiunge senza dubbio una narrativa intrigante del campionato che ha già visto trionfare sette piloti diversi.
Ogni GP non si sa mai come finisce
La Mercedes ha vissuto un mese straordinario sul piano delle prestazioni e ha raggiunto risultati insperati. Bene anche la Ferrari: i due piloti della Rossa alternano gare “in difesa” ad altre in cui lasciano di stucco i milioni di tifosi presenti in tutto il mondo. Tuttavia, nonostante le difficoltà, è importante non sottovalutare Verstappen: il campione in carica, é probabilmente ancora il pilota più forte.
Irriverente anche con la FIA
Durante il recente Rally del Belgio orientale, suo padre Jos ha espresso la sua opinione su alcune controversie legate al figlio, in particolare sulla condanna ai lavori di pubblica utilità inflitta a Max dopo l’episodio di Singapore. Tutto nasce nella conferenza stampa pre-Gran Premio a Marina Bay: Verstappen non ha trattenuto un “f***ed”, che gli è costato la sopracitata condanna. Le parole di Jos risuonano come un eco:
“Credo che sia la cosa più ridicola in assoluto”.
Un sentimento che trova eco tra i fan.
Cussing gate: il punto di vista dei piloti
Il campione olandese aveva persino minacciato di ritirarsi dalla Formula 1 dopo l’ultimo weekend di gara, mentre il suo ex rivale Lewis Hamilton lo aveva esortato a ribellarsi, consigliandogli di non accettare la sanzione e di rifiutarsi di svolgere i lavori socialmente utili imposti. Anche Charles Leclerc si è speso sulla vicenda affermando che la FIA dovrebbe concentrarsi su altre priorità, sottolineando come i piloti siano adulti e che la Formula 1 sia uno dei pochi sport in cui è possibile ascoltare i protagonisti durante le gare.
Max Verstappen: veloce e feroce
Max è figlio della velocità, sia il padre Jos che la madre Sophie erano piloti. Lui ha ereditato sicuramente il tratto e la passione ma ha aggiunto la cura maniacale del dettaglio, la predisposizione naturale al sorpasso e tanta ferocia agonistica. Dopo oltre dieci anni nel circus, Max ha affinato il suo talento, ma la sua fame di vittorie non si è mai placata. E’ il terzo pilota più vincente della storia e, nonostante le controversie che a volte lo vedono protagonista il suo nome resterà impresso nella storia della Formula 1, non solo come uno dei migliori piloti, ma come il campione che ha definito una generazione.