La grandezza di un regista non si misura nel peso professionale del suo cognome, ma nelle emozioni che è in grado di trasmettere lungo il percorso. Inquadrature, dialoghi, ispirazioni o semplicemente storie in grado di arrivare a tutti. Capolavori, film da Oscar o pellicole minori: il lavoro di un grande regista è costellato da sparuti momenti celebrativi che si contrappongono a quelli che restano in qualche maniera in disparte, facendosi portavoce di messaggi silenziosi, ma con una valenza capace di sconfinare e bucare il grande schermo. Martin Scorsese, lui che adesso porta un cognome pesante, è la celebrazione della settima arte, di un tipo di cinema che ha fatto la storia e che lascia un segno indelebile nella cinematografia. La sua visione, abbinata alla sua complessità e all’immagine spesso utopica della realtà, regalano ad ogni sua pellicola un aspetto coinvolgente.

Laureato in film communications alla New York University, Martin Scorsese

vanta oltre sessant’anni di attività e un’influenza predominante a Hollywood. Acclamato dalla critica, pluripremiato, attraverso i suoi film, ha gettato le basi tecniche di una cinematografia all’avanguardia che non si ferma mai, che trae ispirazione per reinventarsi e rinnovarsi. L’attore, regista, sceneggiatore, scrittore e produttore ha ricevuto numerosi riconoscimenti, detenendo anche il maggior numero di candidature da parte dell’Academy. Insignito di un Oscar, quattro Golden Globes, il David di Donatello, il Critics Choice Award, il National Board e i premi al festival di Cannes e di Venezia. Dal primo capolavoro, Taxi Driver, passando per Toro scatenato, Quei bravi ragazzi, L’età dell’innocenza, Mean Streets, L’ultima tentazione di Cristo, Casinò, Shutter Island e Hugo, impossibile citare tutti i suoi film rendendogli dovuta giustizia, poiché ciascuno ha regalato qualche tratto distintivo.

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino gli renderà omaggio

Il regista sarà protagonista di una serata di gala in suo onore nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e riceverà il Premio Stella della Mole alla carriera, incontrerà il pubblico del Cinema Massimo in occasione di una masterclass e gli sarà dedicato un omaggio attraverso una retrospettiva.

martin scorsese regista - Life&People MagazinTanti gli argomenti che hanno fatto la storia delle sue opere cinematografiche: dai temi legati all’identità italo-americana alle questioni connesse alla religione cattolica ma anche il nichilismo ed un focus sul crimine che ha segnato la storia americana. Sono molteplici le collaborazioni artistiche importanti che il cineasta ha intrapreso nel corso della sua carriera, il cui sodalizio con Leonardo Di Caprio è sicuramente quello più celebre. Basti pensare a pellicole come Gangs of New York, The Aviator, The Wolf of Wall Street e soprattutto The Departed – Il bene e il male con il quale ottiene la tanto ambita statuetta: l’Oscar.

L’ultimo titolo da citare è il thriller “Killers of the Flower Moon”

dove oltre a Di Caprio troviamo Robert De Niro. Il film, tratto dall’omonimo best seller di David Grann, racconta una vicenda realmente accaduta negli anni venti, rimasta alla storia con il nome “regno del terrore”, quando decine di membri Osage furono assassinati in circostanze misteriose dopo la scoperta del petrolio nelle loro terre. Una storia americana di crimini a sfondo razzista che esplora il passato e il presente della nazione. Ed è proprio questo il cinema di Martin Scorsese, il racconto della realtà, la ricerca attraverso una macchina da presa, ed infine la scoperta della verità, quella che si intravede solo attraverso la lente della sua cinepresa, con occhi attenti e curiosi.

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