<<You look like Clara Bow>>. È così che inizia l’ultima traccia del nuovo album di Taylor Swift, The Tortured Poets Department. Un titolo e un nome, Clara Bow, che ha immediatamente catturato l’attenzione dei fan della supertstar americana, suscitando curiosità su questa figura leggendaria di Hollywood a cui la canzone è dedicata. Ma chi era davvero Clara Bow? Domanda che trova una risposta in quella capacità che la musica ha di raccontare storie, talvolta dimenticate,  che meritano, invece, di essere narrate. Una di queste ha per protagonista colei che, negli anni ’20, ha dettato i canoni di una vera It Girl.  Clara Bow è stata una delle attrici più celebri dell’epoca, una vera e propria icona del cinema muto.

Un rapido successo ed una rapida caduta

Capelli rossi, labbra a cuore disegnate con rossetto scuro, sopracciglia sottili e uno sguardo ammaliatore, la facevano sembrare uno di quei personaggi femminili che si incontrano fra le pagine di un racconto di F. Scott Fitzgerald. Un’immagine, quella della Bow, che è rimasta impressa nella cultura popolare al punto tale da ispirare figure come quelle di Betty Boop e Lina Lamont di Singin’ in the Rain.

clara bow | Life&People MagazineEppure, dietro quel volto pieno di entusiasmo si nascondeva una dura lotta contro i demoni della fama. Fu, infatti, proprio la sua carriera, la stessa che l’aveva portata rapidamente al successo, a farla piombare, altrettanto velocemente, in disgrazia.

Schiacciata dalla sua stessa carriera

Ben 46 film muti ed 11 sonori in soli sei anni, la videro recitare sul Grande Schermo, in ruoli di ragazze ribelli e provocanti: crocerossine, segretarie, ereditiere. Ma la sua ascesa fulminea nel firmamento hollywoodiano non durò a lungo. La transizione al cinema sonoro segnò l’inizio del suo declino, culminato con il suo ritiro dalle scene a soli 28 anni.

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(Photo by Eugene Robert Richee/John Kobal Foundation/Getty Images)

Per quanto affascinate e glamour, dunque, la storia di Clara Bow, rappresenta il prototipo della tragedia moderna in cui un’industria capace di dar vita a veri e propri idoli riesce anche a distruggere questi ultimi in breve tempo. Una storia che si ripete, ieri come oggi, tramandandosi, ormai, da decenni. A ricordarcelo, è Taylor Swift facendo rivivere il ricordo di una donna che ne è stata testimone attraverso la musica.

Il Cinema: la via di fuga dall’infanzia triste

La Bow visse relazioni amorose turbolente, come quelle con il regista Victor Fleming e l’attore Gary Cooper, e venne presa di mira da scandali, gossip e dicerie che finirono per logorarla. Un destino segnato sin dalla nascita della it girl, avvenuta nel 1905 in una stanza squallida di Prospect Heights, a Brooklyn. Clara era l’unica sopravvissuta dei tre figli di Sarah e Robert Bow.

clara bow | Life&People MagazineUna madre, affetta da schizofrenia ed epilessia, ed un padre, spesso violento e disoccupato, le resero, poi, l’infanzia un inferno. Ed è proprio pensando a quei momenti che Clara riusciva a piangere a comando nelle sue scene più intense sui set, come raccontava ai registi che la dirigevano. La recitazione le aveva offerto, così, l’unica via di fuga quando all’età di 16 anni vinse un concorso nazionale che le aprì le porte di Hollywood.

Gli scandali e il ricovero in seguito ad un esaurimento nervoso

Tuttavia, una triste sorte tornò a perseguitarla: molteplici scandali, culminati con il tradimento della sua segretaria e amica intima, Daisy De Voe, che rese pubblici i dettagli più privati della sua vita in cambio di denaro, le diedero il colpo di grazia. Dopo il matrimonio con l’attore Rex Bell e il ritiro dalle scene, Clara si trasferì in un ranch nel deserto del Nevada, dove visse lontana dai riflettori.

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(Photo by Eugene Robert Richee/Getty Images)

Tuttavia, i fantasmi della sua fama passata non la lasciarono mai. Le voci sulla sua presunta tossicodipendenza e alcolismo la portarono a lottare con problemi di salute mentale, fino al ricovero in un istituto psichiatrico, nel 1949. Dopo le dimissioni, decise di isolarsi dal mondo, trasferendosi in un bungalow dove morì per un infarto nel 1965, a soli 60 anni.

Storia di un’attrice e delle sue fragilità

La canzone che porta il suo nome, recentemente pubblicata dalla Swift, parla proprio del rapporto conflittuale di una diva con la fama e cita un’altra icona della musica, Stevie Nicks. Inoltre, video di Fortnight, primo singolo estratto dall’album, vede la cantautrice statunitense truccata come la diva del cinema muto, con sopracciglia sottili e labbra scure, in una stanza d’ospedale che richiama gli ultimi anni di vita della Bow . Un messaggio che la musica ha il dovere di trasmettere alle generazioni future ricordando che dietro una leggenda si nasconde spesso una storia di fragilità. Perché a portare il peso dell’essere una diva è pur sempre un essere umano.

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