Non tutti sanno che parlare di moda ed haute couture non è la stessa cosa. La realizzazione di un capo d’alta moda richiede dalle 100 alle 150 ore fino a raggiungere le 700 se si tratta di un abito da sera. Definirli vestiti sarebbe inappropriato e riduttivo; piuttosto sono assimilabili a vere e proprie opere d’arte. Creazioni disegnate e prodotte artigianalmente su misura: tali potremmo definire i pezzi haute couture. Espressione, quest’ultima, coniata ufficialmente nel 1945 in Francia ma la cui storia ha inizio molti anni prima in un altro paese. Sebbene, infatti, sia abitudine pensare che l’alta moda sia nata nella Ville Limiere, le cose sono andate in maniera differente.

Charles Frédérick Worth: il primo couturier della storia

Pur non negando che già dal diciassettesimo secolo la corte di Luigi XIV° era ammirata da ogni parte d’Europa per l’eleganza delle dame che la popolavano, è stata l’Inghilterra ad aver dato i natali al primo stilista couturier. Il suo nome è Charles Frédérick Worth, nome a cui si deve l’introduzione, nell’800, della figura dell’artigiano che disegna e crea personalmente collezioni presentandole con sfilate già una stagione prima.

 | Life&People MagazineE’ il 1858 quando apre a Parigi il suo atelier, in Rue de la Paix, introducendo la figura delle mannequins. Padre indiscusso dell’haute couture, Worth divenne punto di riferimento per stilisti che, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 iniziarono a creare abiti unici e su misura per le proprie facoltose clienti.

Rigidi canoni da rispettare sono richiesti alle maison d’alta moda

Ben presto si rese necessario tutelare l’alta moda definendo precisi canoni che consentissero di distinguerla dal prêt-à-porter, ovvero da quei capi realizzati in serie e secondo taglie standard. La data di nascita ufficiale dell’haute couture è il 23 gennaio 1945. Giorno in cui la Chambre Syndicale de la Couture, fondata nel 1911, riconoscerà l’espressione che ancora oggi identifica maison e stilisti che hanno fatto dell’unicità e della personalizzazione le proprie carte vincenti.

| Life&People MagazineE non era semplice entrar a far parte dell’esclusiva ‘famiglia’ di case d’alta moda. Fra i requisiti richiesti dal Ministero francese dell’Industria e dalla Fédération française de la couture vi erano l’obbligo di realizzare abiti su misura per ogni singola cliente e il possesso di un laboratorio a Parigi con non meno di venti dipendenti a tempo pieno. Inoltre, gli abiti dovevano essere ricamati a mano da sarte il cui operato era attentamente controllato.

Oggi le regole da rispettare sono meno ferree

Dunque, appariva, come un vero e proprio Olimpo quello dell’haute couture ai cui pochi eletti era richiesto, inoltre, di presentare due volte l’anno, a gennaio e a luglio, nella capitale francese, una collezione di almeno 50 abiti originali.

haute couture | Life&People MagazineRegole molto ferree smussatesi nel corso degli anni: oggi, infatti, le creazioni da portare in passerella sono ridotte a 25. E se ad essere insignite del titolo di Alta Moda, nell’attuale millennio, sono maison come Dior, Chanel, Givenchy, Jean-Paul Gaultier, Valentino, Giorgio Armani Privé, Giambattista Valli e Schiaparelli,

Chi a cavallo tra ‘800 e ‘900 poteva godere di tale privilegio?

Tra i numerosi nomi, di cui molti finiti nell’oblio, è doveroso citare quello di Paul Poiret, grande innovatore che, influenzato dall’arte orientale e dai Ballets Russes, avviò una vera rivoluzione liberando le donne dai ‘sacrificanti’ corsetti. A lui va il merito di aver ripensato la silhouette femminile rendendola fluida e morbida nei movimenti grazie a capi che sfidavano le convenzioni del tempo.

haute couture | Life&People MagazineAccanto al suo nome appaiono quelli delle sœurs Callot, Jeanne Paquin, Madeleine Vionnet, Louise Chéruit, Jenny Sacerdote, Paul Rodier, Agnès Drecoll, Jacques Heim e molti altri. Sebbene le loro storie, meritevoli d’esser raccontate, giacciano oggi nell’ombra, rivivono nell’operato di maison e stilisti contemporanei.

Stilisti che continuano ad ispirare la moda contemporanea

Impossibile non rendersi conto, ad esempio, di quanto Maggy Rouff, nata Marguerite Besançon di Wagner, couturier di origine belga e tedesca, attiva tra il 1929 e il 1979, abbia ispirato molte creazioni di Prada: stesso gioco di asimmetrie e raffinato minimalismo. La figura di Madame Grès, virtuosa del drappeggio e protagonista dell’alta moda nel ‘900, è stata, invece, rievocata in una mostra dedicatale di recente presso la Fondazione Azzedine Alaïa.

 Life&People MagazineTra innovazione, lusso e maestria artigianale, l’haute couture continua, così, a guardare al glorioso passato facendo rivivere i dimenticati pionieri dell’alta moda nella creatività contemporanea di chi ora siede all’ambita ‘tavola’ dell’alta moda.

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