Quando nel 1964 le chiesero se fosse sicura di lasciare a casa marito e figli, prima di partire per una lunga spedizione accompagnata da un equipaggio composto esclusivamente da uomini (circa 70), Sylvia Earle rispose:

se la metà dei pesci in mare è di sesso femminile, allora una donna a bordo ci farà comodo“.

Dopo una vita trascorsa a sondare le profondità dell’Oceano e della mentalità sessista maschile, giunta più vispa che mai alla soglia dei 90 anni, l’oceanografa più famosa degli Stati Uniti ha ancora tantissima voglia di studiare e raccontare tutte le sfumature del meraviglioso mondo acquatico, di continuare ad affascinare e sensibilizzare il suo fedelissimo pubblico.

Sylvia Earle | Life&People MagazineUn mondo colmo di bellezza e complessità tanto quanto la sua controparte emersa in superficie, quello subacqueo, abitato da centinaia di migliaia di esseri viventi e microorganismi che da diversi anni vedono fortemente minacciato il proprio ecosistema, messo in pericolo da inquinamento e pesca intensiva, dall’ignoranza e dall’incuria dell’essere umano. Nient’altro che la solita, odiosa, logica del profitto, sistematicamente denunciata da centinaia di scienziati e divulgatori che con grande fatica provano ad attirare la fugace attenzione dell’opinione pubblica verso queste tematiche.

Caschetto castano sempre in ordine,

sguardo sognante e buone maniere, vestiti eleganti preferibilmente color blu mare: caratteristiche fisiche di una donna minuta di aspetto ma dall’incommensurabile statura morale. A dieci anni dal suo progetto più celebre, il documentario Mission Blue, – tra le prime produzioni targate Netflix a fare breccia nelle coscienze degli abbonati -, Sylvia Earle è sempre sulla cresta dell’onda e non perde occasione per rilasciare interviste e organizzare nuove spedizioni. L’ultima nel 2023, la prossima forse proprio quest’anno, ogni volta con un solo obiettivo fisso in mente: far capire alle persone che la salute dell’oceano è legata a doppio filo con la nostra. Basti pensare ai batteri e alle alghe che dai fondali marini producono circa il 20% dell’ossigeno che respiriamo ogni giorno, nonché al ruolo cruciale svolto dagli oceani nel mantenimento del sempre più fragile equilibrio climatico del nostro pianeta.

Sylvia Earle | Life&People MagazineDopotutto, “sua profondità” (come viene spesso definita in America) è da sempre abituata ad andare controcorrente. Che si tratti di essere una scienziata negli anni 60′, quando ancora le domande che le venivano poste dai giornalisti vertevano prevalentemente sul suo essere donna, prima che oceanografa; oppure che occorra scolarizzare le nuove generazioni di adoratori del sushi all you can eat, fautori spesso inconsapevoli di uno sterminio non più sostenibile, per Sylvia cambia poco. La missione è sempre la stessa ed è molto complicata, colma di ostacoli e di barriere, sia coralline che umane, alcune da rompere e altre da preservare.

Nel 1970 il “Progetto Tektite”

prima spedizione formata da acquanauti di sesso femminile, nel ’79 il record per la massima profondità raggiunta da un essere umano sprovvisto di sommergibile: 381 metri sott’acqua, in una celebre camminata a largo delle Hawaii. Ben 15 titoli accademici conseguiti, 150 pubblicazioni scientifiche ed oltre 6.000 ore di immersione. Primissima donna a capo della National Oceanic and Atmospheric Administration: Sylvia Earle è una vera paladina dell’ecologia e dell’emancipazione femminile, tematiche sciaguratamente attuali ma a cui non si riesce ancora a dare la giusta importanza.

Sylvia Earle | Life&People MagazineTematiche che si intrecciano fino a diventare carne e sangue grazie a questo preziosissimo personaggio, l’emblema di un passato da prendere come esempio e di un futuro ancora possibile. Il nostro pianeta, dopotutto, è composto per la maggior parte da acqua, così come il nostro corpo. Ed è proprio dall’acqua, come la attempata dottoressa instancabilmente sottolinea ogni volta, che le forme di vita più complesse hanno avuto origine e si sono sviluppate, spostandosi solo in un secondo momento sulla terra ferma. L’acqua è la vera e sola fonte di vita della terra, indispensabile perché questa prosperi e fiorisca così come riesce ancora, seppur faticosamente, a fare oggi.

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