Arte, moda ed emancipazione femminile sono tre parole chiave unite da un solo nome: Chloé. La storica maison francese, particolarmente sensibile al tema del women’s enpowerment sin dalle sue origini, ha, infatti, recentemente confermato il suo impegno a favore della causa con un ambizioso progetto. Il suo titolo è “Chloé Art” e a volerlo fortemente è stata il nuovo direttore creativo della casa di moda, Chemena Kamali. Un’iniziativa che mira a promuovere il talento femminile attraverso l’opera di eccezionali artiste di fama di internazionale come la pittrice danese Mie Olise Kjærgaard.
La visionaria fondatrice di Chloé aveva immaginato donne emancipate negli anni ’50
Sarà lei ad inaugurare la prima edizione di Chloé Art con un’esposizione di opere allestita nel flagship store della maison a Parigi. Grandi tele faranno, così, da scenografia alla prima collezione prêt-à-porter realizzata dalla Kamali rievocando i valori che ha lasciato in eredità al marchio francese la sua fondatrice. Era, infatti, il 1952 quando la pionieristica e visionaria Gaby Aghion, nata ad Alessandria d’Egitto nel 1921, dà vita a Chloè trasferendo in quella ‘creatura’ il suo spirito libero.
Donna moderna e all’avanguardia, ciò che non sa all’epoca è che ha appena inventato il pret-à-porter di lusso immaginando abiti adatti a lavoratrici libere ed emancipate. Portavoce di un modello di femminilità non stereotipato, la Aghion, contro la volontà di una famiglia che non la voleva donna in carriera, aveva aperto un atelier convincendo il marito a supportarla. Quello che accadde dopo è storia.
L’esposizione delle opere di Mie Olise Kjærgaard inaugura Chloé Art
Una storia che oggi si ripete e rivive grazie all’arte di Mie Olise Kjærgaard che, attraverso la pittura, esprime libertà specialmente per il mondo femminile. Quest’ultimo prende vita nelle sue tele tramite pennellate decise e sicure che delineano donne pronte a strapparsi il corsetto per andare in bicicletta, fare sport o suonare uno strumento musicale.
Sono donne libere e indipendenti come quelle che la fondatrice di Chloé aveva immaginato negli anni ’50. All’epoca un’utopia, oggi lo specchio della società. Una società femminista che ben si riflette negli otto dipinti, sette esistenti e uno commissionato esclusivamente da Chloé, in mostra nella Ville Lumiere.
Nei suoi dipinti ritratte donne libere
Dunque, portando avanti la decennale battaglia per l’emancipazione del gentil sesso condotta dalla maison francese, il progetto Chloé Art si pone l’obiettivo di celebrare i risultati e traguardi raggiunti da donne nel campo artistico. Così, Mie Olise Kjærgaard diviene icona di quel senso di liberazione tanto desiderato e promosso da Gaby Aghion già in tempi non sospetti.
Quelle ritratte nelle tele della pittrice danese, formatasi al Saint Martin’s School of Art di Londra, sono donne curiose che non hanno paura di sperimentare, osare e, dunque, vivere a pieno la propria femminilità. Donne che dicono addio a vincoli e costrizioni, pronte a difendere la propria indipendenza e il proprio ruolo di lavoratrici nella società.
L’omaggio di Chloé ad Artemisia Gentileschi
Proprio come aveva fatto molti anni orsono un’altra grande artista il cui nome riecheggia anche nelle collezioni di Chloé. Non è casuale che musa ispiratrice della maison sia stata, lo scorso anno, Artemisia Gentileschi. Pittrice rinascimentale, quest’ultima è nota al mondo e alla storia dell’arte per essere riuscita ad emergere e ad avere successo in un mondo dominato dagli uomini. Simbolo di forza e coraggio, è stata scelta da Gabriela Hearst come ‘madrina’ della collezione Chloé Autunno Inverno 2023 2024. Ben tre opere dell’artista italiana di scuola caravaggesca hanno, infatti, anticipato la sfilata dello scorso anno.
Non è una novità, dunque, che la maison parigina affidi all’arte l’arduo compito di rievocare e riaffermare ciò che la sua emancipata fondatrice volle urlare a gran voce attraverso la moda qualche decennio fa. Come un’artista rende libera la donna attraverso pennellate di colore, così una stilista come Gaby Aghion aveva ritratto il suo ideale di donna attraverso un guardaroba che oggi è nelle case di donne in carriera di tutto il mondo.