Carolyn Bessette-Kennedy

scomparve prematuramente il 16 luglio 1999, insieme al marito John e alla sorella Lauren, in un incidente aereo mentre si recava ad una cerimonia presso Martha’s Vineyard. Nonostante ciò, il suo stile e l’ allure immortali continuano a ispirare generazioni. Sofisticata, poco incline ai vezzi decorativi, Carolyn Bessette lavorava per Calvin Klein come pubblicitaria: presso il quartier generale del brand incontrò John F. Kennedy Jr. e ben presto la coppia divenne emblema di tendenza e glamour, costantemente inseguita dai fotografi dei rotocalchi.

Carolyn Bessette-Kennedy | Life&People MagazineProprio per sfuggire alla soffocante attenzione mediatica, i due si sposarono in forma strettamente privata in un’antica chiesa battista della Georgia. L’attitudine rivolta a mantenere un basso profilo era evidente anche nelle scelte di look preferite da Bessette. Grande estimatrice di Yohji Yamamoto, possedeva diversi abiti del designer e artista giapponese. Uno di questi, in particolare, andrà all’asta il prossimo mese di giugno.

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Aste abbigliamento: il vestito in vendita

Sasha Chermayeff

, storica amica della famiglia Kennedy, ha donato alla casa d’aste Bonhams un vestito appartenuto a Carolyn Bessette-Kennedy, firmato Yohji Yamamoto. Si tratta del primo capo in assoluto presente nel guardaroba di Bessette ad andare all’incanto. Il modello è un abito trench chiuso da una cintura regolabile e con ampio collo stratificato, realizzato in seta nera. Carolyn lo indossò nel 1999, lo stesso anno della sua morte, durante una cena al Supper Club di New York.

Carolyn Bessette-Kennedy | Life&People MagazineLa base d’asta è di 1800 dollari, tuttavia, la stessa responsabile vendita della Bohams – Marissa Speer -, ha fondate ragioni per credere che si possano raggiungere i 3000 dollari. L’abito, oltre a essere in condizioni perfette, rappresenta un tassello della storia maledetta della famiglia Kennedy. Infine, fatto non secondario, è la creazione originale di uno degli ultimi grandi maestri della moda, appartenente alla collezione Primavera Estate 1998 Yamamoto.

Lo stile di Carolyn Bessette-Kennedy

Carolyn Bessette era appassionata di moda vintage e non perdeva occasione per scovare pezzi unici nei mercatini. Una vocazione che, oggi, sarebbe quanto mai contemporanea e catalogabile come sostenibile. Il suo pensiero, infatti, contemplava prassi anti-spreco, tant’è che faceva realizzare abiti con finiture più resistenti affinché avessero maggiore durata nel tempo.

Carolyn Bessette-Kennedy | Life&People MagazineLe mise di Carolyn anticiparono le tendenze minimaliste, compresa l’attuale voga del quiet luxury. Il suo stile era improntato al riduzionismo e ruotava intorno a jeans bootcut, gonne midi, pullover rigorosi, camicie dal taglio maschile e scarpe o stivali con il tacco basso. Le uniche concessioni all’estro erano rappresentate da cappotti e accessori.

I designer preferiti dalla moglie di John Kennedy Jr.

Lavorando nel mondo della moda, Carolyn aveva consapevolezza di come usare lo stile convertendolo in linguaggio ed espressione personale. Tra le sue maison preferite, oltre a Calvin Klein – bandiera della corrente minimalista Made in U.S.A – vanno annoverate Prada, Miu Miu, Ann Demeulemeester e persino Versace, con le sue creazioni meno barocche. Bessette, in qualche modo, ha reso famoso anche Narciso Rodriguez, stilista sconosciuto al pubblico prima che realizzasse il suo abito da sposa.

La passione per gli abiti di Yohji Yamamoto

Carolyn, però, non nascondeva un debole per il poeta dell’Anti-Form Yohji Yamamoto, a testimonianza dell’approccio cólto verso il mondo fashion. I suoi gusti, tuttavia, lasciavano spesso interdetti i commentatori americani, abituati al massimalismo di Chanel – sotto la direzione di Lagerfeld – e Dior: evidentemente marchi troppo banali per una donna di classe e all’avanguardia com’era lei, talmente fashion icon da rendere popolari molti brand di nicchia, apprezzati soprattutto dagli addetti ai lavori.

Carolyn Bessette-Kennedy | Life&People MagazineTra i suoi look memorabili, numerosi portavano la firma Yamamoto: dalla camicia immacolata – proveniente da una collezione maschile – indossata con una gonna nera a sirena ricoperta di rouches, cappotto dai bordi di volant beige, fino ad un celebre completo con giacca doppiopetto avvitata, indossato nel 1997. La ricerca del designer nipponico spesso è fraintesa e associata al minimalismo: in realtà, è affine al movimento nato tra gli anni ’60 e ’70, su idea dello statunitense Robert Morris, che rifiuta la pretesa degli artisti di attribuire un significato aggiuntivo a ciò che semplicemente è oggetto o forma pura. In questo senso, le collezioni Yamamoto sono più vicine all’arte che alla moda. Lontani dalle repliche storiche, i suoi abiti si mostrano estremamente composti o, al contrario, destrutturati, presentano tagli al vivo e una palette che si identifica nel nero, bianco e rosso.

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