Dopo le passerelle dedicate alla Primavera Estate 2024, già si avvistano sulla metro frotte di ragazze in tutù, body sgambati che sbucano dalla cintura dei jeans, così come leggings e ballerine: capi studiati per liberare i movimenti del corpo e le gambe delle donne che «come dei compassi misurano il globo terrestre in tutti i sensi, dandogli il suo equilibrio e la sua armonia». Nonostante la grazia del tulle e dei nastri di raso, è chiaro che il dresscode del balletto sia entrato a far parte della vita di tutti i giorni: fino ad ora è la tendenza 2024 che ha attecchito più rapidamente, con maggiore tenacia e diffusione.
Ecco perché il fenomeno si è guadagnato la definizione di Balletcore. Ad ogni modo, la connessione tra danza e moda non è certo una novità: c’entrano i balletti russi e anche la “solita” Coco Chanel.
Storia del legame tra danza e moda: le origini del balletcore
La moda è sempre più simile ad una spugna: assorbe umori, tumulti, entusiasmi e suggestioni da qualsiasi altro campo. Non fanno eccezione il teatro e la danza: i sarti francesi emergenti d’inizio Novecento, desiderosi di liberare la donna e la loro stessa creatività dalle costrizioni del secolo precedente, si lasciano influenzare dai Ballets Russes. L’edizione del 1906 arriva a Parigi grazie all’impresario Sergei Pavlovich Djaghilev, chiamato ad allestire una mostra d’arte sovietica. Con lui c’è anche il pittore Leon Bakst, stavolta in veste di costumista e scenografo; il vivace cromatismo degli abiti dei ballerini in scena non passa inosservato, ammaliando spettatori e modellisti.
Nasce una voga che incontra anche il favore dei primi movimenti per l’emancipazione femminile, poiché i passi di danza devono essere eseguiti senza busti, sottovesti e orpelli vari. La più celebre interprete di questo stile è l’americana Isadora Duncan, detta Isadorable: la ballerina fa discutere con le sue piroette a piedi nudi, mentre lei stessa crea per danzare vesti sciolte, dalla foggia vagamente ellenistica.
I costumi Chanel per i Ballets Russes
Duncan si ritrova a dare lezioni di balletto a Coco Chanel, disciplina che la stilista è pronta ad accogliere come immagine di libertà e bellezza. Gabrielle, così, finisce a disegnare i costumi per lo spettacolo Le Train Bleu, prodotto proprio dai Ballets Russes. Per intendersi, il libretto è firmato da Jean Cocteau, le musiche sono di Darius Milhaud, le scene e il programma a cura di Pablo Picasso. La collezione haute couture Primavera Estate 2024 in cui maggiormente si evidenzia la tendenza Balletcore, non a caso, è quella di Virginie Viard, attualmente alla direzione di Chanel. Tra volant, plissé, trine e tulle applicati ai capi rappresentativi della maison, Viard mette in scena un ideale passaggio di consegne con la fondatrice del marchio.
Il tutù: romanticismo urban
Il Balletcore, come anticipato, si basa su alcuni capi chiave indossati dalle ballerine di danza classica e riadattati all’uso fuori dal palco: uno di questi è il tutù. Le impalpabili balze di tulle della gonna sono valorizzate da accostamenti contrastanti, tra romanticismo e streetwear. Madonna a Loredana Bertè, – gli anni ’80 – restano la reference principale. S’ispirano al tutù anche gli abiti midi con la gonna vaporosa, rilanciati sulle numerose passerelle.
Reinterpretare body e leggings
Il body, in origine, è un capo complementare che può trasformarsi protagonista del look. Le sperimentazioni più audaci lo propongono slacciato, disordinato e portato fuori dai pantaloni o dalla gonna, come una comune maglietta. È l’ennesimo passo verso la liberazione dalle imposizioni, a stupire sono anche i tessuti: lana, tweed e mesh definiscono i body di tendenza. Gli stessi che si intravedono sotto veli trasparenti, oppure che da soli fanno l’abito, nel modo più seducente mai immaginato. Anche i leggings sorprendono negli outfit ricercati.
Le ballerine: simbolo dello stile Balletcore
Le future étoile indossano ballerine durante esercitazioni e performance in scena perché la loro tomaia morbida e lo scollo profondo agevolano i movimenti del piede. Queste calzature, diventano le cosiddette ballet shoes: mantengono molte caratteristiche originali presenti nei modelli per danzatori, con l’aggiunta di un sottile tacchetto – al massimo di un paio di centimetri – e di un vezzoso fiocchetto nella parte anteriore. Le “ballerine street” attuali sono realizzate in pelle o in vernice, oppure con tessuti tecnici e leggeri. Tra i dettagli più desiderabili, vanno segnalati la punta squadrata e le fettucce di raso da allacciare alla caviglia.
Il mood Balletcore declina le ballerine anche in versione maschile: niente di nuovo, giacché a sdoganarle ci pensa già Yves Saint Laurent in tempi non sospetti, proponendole in versione babbucce orientali. Quelle odierne rimandano soprattutto alle espadrillas, indossate anche da Pablo Picasso e i penny loafers.