Non sembra accusare i sintomi dell’età che avanza il Salone Internazionale del Mobile. L’appuntamento milanese con il meglio del design e l’arredo, dopo aver brillantemente superato la soglia dei ’60, spegne, infatti, questa settimana le sue 63 candeline in grande stile. Come sta festeggiando il traguardo? Con un party e tre grandi installazioni, un ricco programma di talk e tavole rotonde, un bookshop per gli appassionati della lettura, a cui si aggiunge un Fuorisalone che porta lo spirito della fiera oltre i sui confini spaziali ‘invadendo’ ogni angolo della città meneghina. Alla storia come Milano Design Week, questa settimana full immersion nell’universo dell’arredo accende i riflettori sul Salone del Mobile.
La nascita della fiera: 1961
La prima volta risale al 1961: il 24 settembre di quell’anno tredici mobilieri italiani organizzano una fiera milanese dedicata al design con l’intento di promuovere le esportazioni italiane dell’industria dell’arredo. Un evento che, sin da quella prima edizione, viene battezzato con il nome di Salone del Mobile accogliendo, all’interno della Fiera Campionaria di Milano 328 aziende e una moltitudine di giornalisti.
A realizzare il manifesto del ’61 è un noto grafico e illustratore dell’epoca, Camillo Pizzigoni che ha ritratto un grande occhio al cui centro vi erano una sedia ed un tavolo. Subito chiara la mission della fiera: porre al centro dell’attenzione i mobili made in Italy. Una mission che nel corso del tempo è mutata come conseguenza della nuova identità acquisita dal Salone nel 1967; non si parlò più da quel momento di un’esposizione italiana, bensì ‘internazionale’.
La nascita delle biennali dedicate a settori specifici
E per un evento di quella portata si rese necessario un programma di iniziative collaterali che arricchissero la fiera portandola anche in altri spazi cittadini. Nasce a tale scopo, sempre nel ’67, la mostra retrospettiva che documenta il design del mobile in Italia dal 1945 la cui inaugurazione, ancora oggi, affianca l’apertura del Salone del Mobile ogni anno.
E’ l’ inizio di un percorso di ampliamento della fiera culminato con le prime due biennali dedicate a settori specifici. Nel 1974, dunque, si fa largo EuroCucina, spazio riservato ad uno degli ambienti più vissuti di una casa; mentre nel ’76 è la volta di EuroLuce che dimostra quanto l’illuminazione in quegli anni stia diventando parte integrante dell’arredamenti degli interni.
A questi due focus si aggiunge, poi, nel 1981, anche quello dell’arredo ufficio, con l’istituzione di Eimu, manifestazione collaterale del Salone del Mobile, oggi chiamata Workplace3.0, che pone l’attenzione sul tema del lavoro. Gli anni ’80 si chiudono in bellezza poiché nel 1987 il Cosmit, Comitato promotore del Salone del Mobile Italiano, ottiene il prestigioso premio “Compasso d’Oro” per l’importante contributo alla promozione del design.
Negli anni ’90 vengono istituiti numerosi eventi collaterali
È, tuttavia, il decennio successivo che vede la nascita del maggior numero di eventi collaterali che hanno segnato la storia della fiera milanese sull’arredamento internazionale. I primi ad essere omaggiati con mostre monografiche sono, a partire dal 1996, grandi maestri del design quali Achille Castiglioni, Joe Colombo, Gio Ponti, Vico Magistretti, Alvar Aalto, Bruno Munari ed Ettore Sottsass.
Sul finire degli anni ’90, la capacità del design di dialogare con altre forme di creatività come l’arte, la moda e il cibo, vede la nascita di un filone di iniziative ibride fra cui spicca “Stanze e Segreti”, svoltasi nel 2000. Un’esposizione in cui artisti contemporanei interpretavano il mondo della casa come metafora di identita’.
Fiore all’occhiello del Salone del Mobile è, poi, il SaloneSatellite, ideato da Marva Griffin Wilshire nel 1998, sorta di “trampolino di lancio” per giovanissimi professionisti; all’interno di questa manifestazione, neolaureati e designer emergenti hanno la possibilità di mostrare i propri progetti e, dunque, entrare in contatto con aziende del settore.
Gli anni 2000: dalla mostra al Vitoria & Albert Museum alla nuova sede della fiera
Con l’arrivo del successivo millennio, il prestigio della fiera raggiunge un livello tale che, nel 2002, il Victoria & Albert Museum di Londra decide di inaugurare un’ala dedicata all’arte contemporanea, dedicando un’intera area al Salone del Mobile. Due anni dopo, la settimana milanese del design cambia location lasciando quella che per anni era stata la sua casa, ovvero la Fiera Campionaria, per trovare nuova dimora presso la Fiera Milano Rho.
È qui che tutt’oggi addetti ai lavori di ogni parte del mondo si confrontano e scambiano riflessioni sul concetto di ‘abitare un luogo’, sugli stili di arredamento, sui gusti dei consumatori e sulle tendenze che i progettisti seguono. Non una semplice fiera del design, quindi: forse il nome più appropriato sarebbe quello di Salotto del Mobile, alludendo a quei salotti letterari in cui intellettuali si incontravano intavolando dibattiti sulla società ed i suoi cambiamenti. Non è poi quello che accade durante la Milano Design Week?